Ferrari crede in Ferrari di Michele Fenu

Ferrari crede in Ferrari Intervista a Maranello con il costruttore sui programmi 74 Ferrari crede in Ferrari "Malgrado la grande incertezza del momento, bisogna continuare a studiare, sperimentare e realizzare" "Alle corse non possiamo rinunciare" - "Siamo già al lavoro sui motori ad alcol metilico" - "Faremo solo il campionato di F. 1" - "No alla '24 Ore' di Le Mans" - "Ho fiducia di aver fatto quanto si doveva" (Dal nostro inviato speciale) Maranello, 14 dicembre. « Malgrado la grande incertezza del momento, ritengo opportuno continuare a studiare, sperimentare e realizzare. Attendiamo, speriamo in un futuro meno ingrato. Un fatto è sicuro: bisogna esser preparati... Nessuno cessa di lavorare ». Quasi evocato dalle parole di Enzo Ferrari si alza possente il rombo della 312-B3 versione 1974. Clay Regazzoni e Nicky Lauda compiono alcuni giri di prova sulla pista « privata » della Ferrari, a Fiorano, due passi dallo stabilimento di Maranello. Un rapido collaudo della macchina prima di trasferirsi a Vallelunga per un'altra serie di « tests ». Forse mai come in questi ultimi mesi si è lavorato alla Ferrari intorno ad una vettura da competizione, a questa bizzosa monoposto che pareva bella e perfetta ma che non riusciva a guizzare come le Lotus o le McLaren o le Tyrrell. Prima con Merzario, poi con Regazzoni e Lauda i tecnici di Maranello, con una ritrovata concordia di intenti e con una generosità di impegno stimolata da un Ferrari sempre battagliero e trascinatore, hanno operato sulla « B 3 ». 'Ho fiducia — precisa Ferrari — di aver compiuto quanto si doveva ». Non è un'intervista, ma una semplice chiacchierata insieme con alcuni amici. Mentre la sua rossa monoposto gira sicura in pista, Ferrari mi fa visitare il « cuore » di Fiorano. Non ci sono palazzine in vetrocemento, ma un complesso di tre costruzioni tipiche della campagna emiliana, con una piazzetta interna. Una è per l'ing. Mauro Forghieri e il suo studio di ricerche avanzate, la seconda è una rimessa, la terza — che farebbe invidia al più sofisticato club — è divisa in camere per i piloti, salotti, sale di consiglio. Un lungo pannello raccoglie una efficace sintesi fotografica di oltre ventanni di storia della Scuderia Ferrari. Sul passato, sui bilanci di una stagione non lieta, Ferrari preferisce non soffermarsi. Guarda al presente e al futuro, si limita a parlare di corse, di quelle corse che gli hanno permesso di raggiungere un prestigio mondiale più unico che raro, anche se non man- cano i preoccupati accenni alla situazione della Ferrari come Casa costruttrice. Vausterity ne mortifica lo slancio e rischia di alterarne gravemente i programmi. « Alle competizioni — spiega Ferrari — non possiamo rinunciare. Sarebbe come rinnegare un'attività durata mezzo secolo. Per superare questo momento non occorre inventare nulla. Basta guardare al 1936, al periodo delle sanzioni contro I Italia. Miscele a base di alcol metìlico sostituirono efficacemente la benzina: pos¬ sono farlo anche adesso. E mi pere che gli organismi sportivi iniernazionali si siano incamminati su questa strada-. La Ferrari ha già cominciato a studiare il problema delle modifiche da apportare ai dodici cilindri boxer utilizzati sulle monoposto e sulle sport tre litri. « / lavori da compiere — dice Ferrari — sono abbastanza semplici. Con il metanolo aviemo un incremento di potenza del 12 per cento circa. Il consumo, però, si raddoppia. Se correremo ad alcol, bisognerò quindi suddividere i Grandi Premi in due " manches ". Maggiorare i serbatoi, significherebbe ristrutturare completamente le vetture ». A proposito della potenza, ricordiamo che il boxer si aggira sui 490 CV. Col metanolo arriverebbe a sfiorare i 550 CV, La «voce» della 312-B 3 filtra attraverso i vetri delle finestre. Ogni tanto si apre la porta del salotto. « Tutto bene, ingegnere — gli riferiscono —, / piloti sono contenti ». La monoposto è oggetto di mille cure ed attenzioni: il programma sportivo Ferrari per il 1974 si basa su di essa. « Faremo soltanto il campionato mondiale di Formula 1 — conferma Ferrari —, con qualche saltuaria partecipazione a quello per vetture sport, scartando le "24 ore". Non andremo, quindi, a Le Mans. Una o due o tre "Mille km" appena, quando lo riterremo opportuno, giusto per rimanere tecnicamente aggiornati ». L'attività è dimezzata rispetto al 1973 e ci par di capire che Ferrari è pronto ad ulteriori ridimensionamenti nel caso di un aggravamento della situazione. « I tempi, purtroppo — dice il costruttore —, danno ragione a questo programma ridotto che avevo preventivato. D'altra parte, un po' di austerità richiamerà forse il mondo delle corse ad una maggior responsabilità ». L'accenno a certi sprechi, ai dollari facili, alle smodate iniziative pubblicitarie di società di tabacchi, alle pretese economiche di alcuni piloti è chiaro. Andiamo a dare un'occhiata alle prove. Il rosso siluro si infila agilmente nelle curve, si avventa sui rettilinei di Fiorano. Ferrari guarda con attenzione. Nei giorni di grandi prove si rifugia in un box dove, tramite un impianto di telecamere, può controllare tutta la pista. « Facciamo assegnamento — afferma — sulla piena collaborazione di Regazzoni e Lauda. Sono ragazzi disciplinati. Lavorano. I patti che abbiamo fatto sono rispettati con reciproca soddisfazione ». Sentiamo ora i piloti, i meccanici, i tecnici. C'è entusiasmo, c'è serenità. I tempi sono quelli che sono, ma gli impegni sono affrontati con estrema serietà. E i risultati si vedono, si sentono. La « B 3 » è un'altra. C'è fiducia. Michele Fenu Maranello. Nella quiete della campagna emiliana sfreccia la Ferrari 312-B 3 di Lauda: una speranza per il 74 (Moisio)

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