Questa sera la sentenza per il processo ai clinici

Questa sera la sentenza per il processo ai clinici Concluse le arringhe, la parola ai giudici Questa sera la sentenza per il processo ai clinici Ieri ha parlato, ultimo difensore, il prof. Gallo per i cattedratici Roccia e Dogliotti: "Chiediamo l'assoluzione per tutti gli imputati" - Oggi una replica del p.m., poi il tribunale si ritirerà in camera di consiglio Oggi pomeriggio, al più tardi questa sera, 1 giudici della terza sezione del Tribunale presieduta dal dott. Iannibelli, pronunceranno la sentenza del processo ai « signori della medicina ». A parte le imputazioni minori, dovranno dire se I clinici, nel trattenere le somme che, secondo l'accusa, avrebbero dovuto versare all'Università, hanno compiuto o no peculato. Un problema di diritto, prima ancora che di fatto. L'ha ricordato ieri il prof. Marcello Gallo, a chiusura della sua arringa, quando ha detto che avrebbe preferito discutere il pro- czcaic—ldldgvpsf cesso in linea di puro diritto, senza vedere i clinici seduti sul banco degli imputati. « Nel chiedere al tribunale l'assoluzione "perché il fatto non sussiste" di tutti i clinici — ha detto 11 prof. Gallo — non chiediamo la sconfitta della macchina giudiziaria. Calamandrei diceva che in un processo l'accusa e la difesa rappresentano due coni di luce: ma la vera luce, giudici, sarà la vostra e dovrà illuminare finalmente questo groviglio di leggi che ha sommerso per tanti anni gli imputati ». Lasciata la « passeggiata normativa », il prof. Gallo ha preso la strada, un po' più faticosa, «dei fatti». Ha parlato prima per il prof. Roccia, ex direttore della clinica odontostomatologica, poi per il prof. Giulio C. Dcgliotti. Roccia, in sostanza, era «profondamente convinto» di essere un primario ospedaliero, e come tale si comportò sempre. L'accusa osserva: nel '70 ha cominciato a versare all'Università, ecco la caduta della sua coerenza. «Non è vero — ha sostenuto Gallo — il suo comportamento fu sempre lineare e coerente. Decise d'inviare i proventi all'Ateneo perché gli fu consigliato da una commissione di esperti, a titolo cautelativo, in attesa di precìse direttive. Secondo il p. m. quella commissione sarebbe stata composta da "inesperti". Ebbene, tra i componenti c'era anche un magistrato ». Pubblico ministero: « Sì, ma fuori servizio». E veniamo a Dogliotti. «A volte mi è sembrato che il processo si facesse solo a lui — ha detto Gallo — forse perché la sua clinica è la più grande e importante d'Italia. Eppure non possiamo parlare di loro, dimenticandone la personalità scientifica e morale. I j clinici non sono tanti "mister Hyde" che si trasformano in altrettanti "dott. JeckìlV appena metton mano al denaro». E prendendo le mosse da questa immagine, 11 difensore ha parlato di Dogliotti, della sua ammirazione nel proprio predecessore e maestro, prof. Bastai. « Quando il prof. Dogliotti arriva in clinica, non si pone neppure il problema se quello che aveva fatto prima di lui Bastai fosse sbagliato o no. Avrebbe dovuto andar a rivedere le bucce amministrative del suo maestro?». Dunque, fiducioso nel passato, Dogliotti si è messo in marcia, igio alla prassi Instaurata e convinto, come tutti gli altri, di essere nel giusto. A tutte le implicite obiezioni del pubblico ministero (che ieri non ha più chiamato, come venerdì, «professore») Gallo ha ribattuto punto per punto. Superata la «spina» dei proventi degli elettrocardiogrammi e degli accordi mutualistici, stipulati sul solco di Bastai, il difensore è passato alle «degenze», cercando di dimostrare la «debolezza testimoniale» della dott. Esmeralda Segre, la quale parlò in udienza dell'«attività propagandistica» svolta da Dogliotti per attirare clienti nella sua clinica. Ultimo argomento, il reparto scintigrafia e i bollettari fantasma. L'accusa afferma « un po' sbrigativamente» che si tratta di un organo universitario, per cui tutti i proventi andavano all'Ateneo. «Ma osserviamo i componenti la direzione del centro e troveremo anche due direttori Fiat. Come si può concludere allora che è un organo universitario? Secondo me, non è né dell'Ateneo, né della Fiat. Si tratta di un'associazione non riconosciuta, autonoma ». I cui proventi, si sa, finivano sul famoso conto 32S, gestito dalla «autoritaria» signorina Tanda, ex suor Giuseppina, che si serviva di bollettari né universitari né ospedalieri. «Dogliotti non ne era a conoscenza — ha insistito Gallo — e ci sono le prove agli atti. Comunque il mio assistito percepì solo il 7 per cento di questi proventi, molto meno di quanto gli sarebbe toccato se avesse versato le somme all'Università. Cade il motivo economico, che è l'architrave di tutto il processo». Al termine dell'arringa, il dott. Zagrebelsky ha annunciato che intendeva replicare, e il presidente ha rinviato l'udienza a questa mattina. Se replica ci sarà, sarà breve. Il tribunale intende entrare al più presto in camera di consiglio, per uscirne prima di sera. Non vuole trascorrere la notte a meditare sulla sorte dei clinici. Per portare alla causa la «luce» invocata dal prof. Gallo, occorre avere la mente fresca e serena. Sergio Ronchetti II prof. Gallo - II p. ni., dott. Zagrebelsky, replicherà oggi agli avvocati difensori

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