Gli eroi del "golpe,, di Angela Bianchini

Gli eroi del "golpe,, Satira sinistramente attuale Gli eroi del "golpe,, | Jorge Ibarguengoitia: « Le j folgori d'agosto », Ed. Val-1 Glecchi, pag. 141, lire 900. Al primo momento, queste Folgori d'agosto del messicano Ioarguengoitia (traduzione di Enrico Cicogna) più che la « novità assoluta » della collana tascabile Vallecchi annunciata editorialmente, appaiono un libro anacronistico, volto in italiano ormai troppo tardi, quando le folgori sono di un'altra specie o di un'altra stagione (l'operetta risale al 1965). Il bersaglio cui lo scrittore messicano mirava «sema risparmio di colpi », era tradizionale della letteratura latinoamericana e, in particolare, di quella messicana: si trattava, infatti, del vizio del « generalismo », cioè dei pronunciamientos, dei golpes. Un tema che, in effetto dalla rivoluzione messicana in poi, e soprattutto dalla versione tragica ed anche potente che del fallimento di Pancho Villa diede Martin Luis Guzman nell'Aquila e il serpente, costituisce quasi il sottofondo del nazionalismo culturale dell'America Latina, sette o otto anni fa, quando i generali, nelle varie repubbliche sudamericane, sembravano abbastanza innocui, si poteva davvero sperare che il « generalismo » appartenesse ad una diversa e forse sorpassata fase storica e che parlare di eserciti rivoluzionari, di colpi di mano e di fucilazioni fosse materia da operetta e non da tragedia. Gli ultimi avvenimenti, dal golpe cileno in poi, hanno dato torto agli ottimisti e ridere di un generale latinoamericano, persino di un generale idiota e autodistruttivo come Arroyo, protagonista delle Folgori d'agosto, richiede, almeno all'inizio, un certo coraggio. Ma forse, tutto sommato, questo libro va letto contro luce e non era poi inteso neppure allora, come divertissement. Al centro, dunque, il generale di divisione José Guadalupe Arroyo che scrive le sue memorie per controbattere le accuse dei propri nemici, a conclusione di una disgraziata campagna guerresca nel 1929. Il maggior pregio di questo generale sta nel fatto che non gliene va bene una: è un mal-1 destro, un inabile, quel per-1 sonaggio, per intendersi, che, | 1 uj sullo schermo, prende le torte in faccia, si fa scoppiare i petardi in mano, scompare in una botola al momento buono. Il libro, infatti, ha il ritmo del film comico alla | Ridolini, o del cartone animato, con personaggi nervosi che traversano la scena di carriera senza accorgersi dei nemici in agguato. Il primo sbaglio il generale Arroyo lo fa quando, in treno, diretto | verso Città del Messico, si fa j rubare la pistola da un altro 1 generale, temporaneamente in disgrazia, telegrafa alla stazione successiva di passare il colpevole per le armi, ma l'intimazione non ha successo, giunge alla capitale nel momento in cui è morto per apoplessia il presidente (« il super, l'eroe di mille battaglie, il presidente eletto, il primo messicano ») che l'aveva appena nominato suo segretario particolare. Viene a sapere, dalla vedova del primo messicano, che l'orologio del defunto, a lui destinato, era stato rubato da un personaggio chiamato Eulalio Perez H. e, dopo aver intrecciato con i suoi compari vari fili politici che dovrebbero portarlo ad una posizione altolocata, si prende il gusto, al funerale del presidente, di spingere in una fossa del cimitero Perez H., il quale Perez H„ a dispetto di tutti i calcoli e di tutte le possibilità, viene nominato, il giorno dopo, presidente provvisorio e intraprende, da allora, o almeno così crede l'Arroyo, la più sottile delle vendette. Come contrappunto all'intreccio, abile, ma abbastanza ovvio, ci sono le notazioni, per così dire, politiche, sull'organizzazione della campagna elettorale, sul ruolo dell'esercito, sulla spartizione dei posti e dei ministeri. Ci si accorge allora che, anch'essa con i suoi alti e bassi, si tratta di amarissima satira politica e che l'espressione di questo generale, anche quando ci fa ridere, è quella di un rictus feroce. Angela Bianchini

Luoghi citati: America Latina, Città Del Messico