Caro-vita e inflazione Lo sciopero in Francia di Loris Mannucci
Caro-vita e inflazione Lo sciopero in Francia Parziali le astensioni dal lavoro Caro-vita e inflazione Lo sciopero in Francia Non tutti i sindacati hanno aderito alla manifestazione - Imponente corteo a Parigi, con Marchais e Mitterrand in testa (Dal nostro corrispondente) Parigi, 6 dicembre. I francesi hanno manifestato oggi contro il carovita su iniziativa del sindacati — ad eccezione di alcuni come il socialista, il cattolico e quello dei dirigenti di azienda — col sostegno del partiti di sinistra, ma Io sciopero, che doveva essere generale, non ha avuto l'ampiezza sperata dai promotori nonostante il motivo proposto per la lotta. A Parigi, certo, sono rimasti chiusi i musei, i teatri, numerose scuole, gli uffici postali — tranne per i telegrammi e altre «urgenze» —, la spazzatura è rimasta nei bidoni lungo i marciapiedi, i giornali non sono usciti, ma la radio e la televisione hanno diffuso le informazioni (pur associan- dosi moralmente alla protesta contro il carovita). Il corteo che si è svolto nella mattinata dalla piazza della Nazione a quella del Palazzo di città — quattro chilometri circa — con la partecipazione, in testa, del comunista Georges Marchais e del socialista Francois Mitterand (in contraddizione col sindacato del suo partito) è stato imponente, ma i trasporti urbani hanno funzionato in una proporzione superiore al 50 per cento, i grandi magazzini, i negozi e uffici privati sono rimasti aperti, e anche novanta aziende meccaniche su cento hanno proseguito la produzione nonostante le interruzioni di corrente elettrica. La proporzione dei metalmeccanici assenti dal lavoro è stata del 20-25 per cento soltanto, con punte che vanno sino al 30 per cento nelle fabbriche Renault di Billancourt, mentre in quelle di Orléans e di Le Mans gli scioperanti non hanno superato il 7 per cento. Nella regione parigina, tuttavia, certe fabbriche hanno preferito chiudere per un giorno (ma le maestranze lo ricupereranno) perché c'era pericolo d'interruzione della corrente elettrica. I sindacati avevano promesso che non sarebbe mancata, in particolare nelle case, ma non hanno mantenuto la promessa e stamani migliaia di persone sono rimaste bloccate negli ascensori, il che ha sollevato molte proteste con la solita affermazione secondo cui «sono sempre i poveri diavoli a subire le conseguenze degli scioperi». Alla fine della mattinata la luce è ritornata. Anche in provincia lo sciopero non è stato totale, tranne tra i portuali, ma la proporzione delle assenze dal lavoro è risultata superiore a quella registrata nella regione parigina, andando dal 35 al 40 per cento. In tutta la Francia lo sciopero più sensibile è stato quello delle ferrovie, sulle quali, da ieri, circola soltanto un treno su quattro. Contro il carovita, è evidente, l'unanimità dei francesi esiste, ma molti hanno seguito il ragionamento di André Bergeron, segretario generale dei sindacati socialisti, il quale ha dichiarato a un settimanale: «Non è con simili manifestazioni che si lotta contro l'inflazione. Anzi la maggio- ranza silenziosa si spaventa quando c'è disordine». La gente, se mai, incomincia ad avere un'altra preoccupazione ed è quella dell'impiego. Si teme che la crisi provocata dal problema del petrolio crei la disoccupazione anche dove attualmente non esiste, e Le Monde scrive che i responsabili della manifestazione odierna «sembrano in ritardo di uno sciopero». Inoltre ha fatto pessima impressione la presa di posizione del partito comunista a favore dei Paesi arabi, colpevoli della crisi europea. Tale atteggiamento viene interpretato come un nuovo segno di subordinazione alla politica sovietica nonostante gli interessi contrari della Francia e della sua classe operaia. Loris Mannucci
Persone citate: André Bergeron, Francois Mitterand, Georges Marchais, Marchais, Mitterrand
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