Prima rassegna del film per tv

Prima rassegna del film per tv Prima rassegna del film per tv "La rosa rossa" di Giraldi e "La circostanza" di Olmi (u. bz.) Articolata in due serate (lunedì e martedì), con sede nella sala cinematografica dell'Unione Industriale, si è svolta la prima rassegna di film televisivi organizzata dal Centro di produzione radio e tv di Torino. Sono state presentate due pellicole, La rosa rossa di Franco Giraldi e La circostanza di Ermanno Olmi. La rosa rossa è tratta dall'omonimo romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini, ristampato di recente da Einaudi. Una storia aU'« antica » che si svolge nell'Istria in un'epoca particolarmente delicata, subito dopo la fine della guerra '15-'18. Il goriziano Giraldi (autore di film di tutt'altro genere e di tutt'altra grana, da « La bambolona » a « Cuori solitari », da « La supertestimone » a « Gli ordini sono ordini ») s'è ritrovato a casa e con una straordinaria cura dettata dall'amore e dalla conoscenza dei luoghi, e da una stretta adesione al romanzo di Quarantotti Gambini, ci ha dato una bellissima, e viva, e non esteriore, rievocazione dell'Istria di mezzo secolo fa, divisa spiritualmente fra l'Italia, nuova arrivata, e l'imperiale ricordo dell'Austria. La fedeltà al racconto è assoluta, ma è una fedeltà di tipo non certo illustrativo, ma profondamente interpretativo. Film di tocchi, di scorci, di atmosfere, di dettagli: un film non facile, triste e crudele, che affossa un mondo di convenzioni, di inibizioni e di vecchiaia cui fa da contrasto violento l'amore sulla collina, nel vento, davanti al luminoso golfo az- zurro, della giovane serva che vuole vivere. Recitazione maiuscola di Alain Cuny e di Antonio Battistella ai quali si sono degnamente affiancati Elisa Cegani, Susanna Martinkova, Margherita Sala. Non egualmente persuasiva la seconda opera, La circostanza di Ermanno Olmi, che vorrebbe essere l'analisi di una famiglia della ricca borghesia lombarda, con una madre autoritaria che fa il notaio e alleva bovini, il padre dirigente di industria, una figlia adolescente che sì abbandona alle prime esperienze d'amore, un figlio che contesta rinchiudendosi in un suo laboratorio... Le osservazioni, gli spunti abbondano nella prima parte (la riunione dei dirigenti trattati come scolaretti è una trovata eccellente tra l'amaro e il satirico): ma c'è troppa carne al fuoco, nella seconda parte il film si spezzetta, si arena e si perde in un clima nebulosamente moralistico di marca piuttosto televisiva. Bravi gli attori di cui nessuno è professionista. La rassegna doveva comprendere altre due pellicole, Milarepa di Liliana Cavani e l'Orlando furioso di Ronconi e Sanguinea che non sono state proiettate per impreviste difficoltà tecnico-organizzative. Comunque la cosa avrà un seguito e a noi preme sottolineare l'importanza dell'iniziativa che permette la visione di film destinati al video (ma di cui non si sa con sicurezza se arriveranno sul video e quando ci arriveranno): una visione su grande schermo, a colori (il colore, ad esempio, è essenziale ne La rosa rossa), con la possibilità — e ci auguriamo che ciò avvenga sin dalla prossima rassegna promessa entro un mese o due, più ampia di questa e meno clandestina — di presentazioni e dibattiti, con intervento di autori, registi e responsabili tv: sarebbe, ogni volta, un'ottima occasione per discutere, finalmente col pubblico, aspetti e problemi e risultati della produzione cinematografica televisiva.

Luoghi citati: Austria, Istria, Italia, Torino