L'alternativa nucleare di Achille Albonetti

L'alternativa nucleare Una possibile risposta al problema energetico L'alternativa nucleare La realizzazione del progetto Eurodif per la produzione di uranio arricchito libererà l'Europa dalla necessità d'importare il combustibile atomico dagli Usa ■ L'Italia partecipa nella misura del 22,5 per cento - La costruzione comincerà all'inizio del '74 Il vertice europeo che si riunirà a Copenaghen il 14 e il 15 dicembre esaminerà, quasi certamente, il problema della produzione di uranio arricchito in Europa. Della questione hanno già parlato negli scorsi giorni Pompidou e Heath, Pompidou e Brandt e ne discuterà molto probabilmente il nostro presidente del Consiglio Rumor, allorché si incontrerà ai Chequers con Heath l'8 e 9 dicembre. 11 governo francese ha approvato il 22 novembre scorso il progetto Eurodif per la produzione di uranio arricchito, dando mandato all'ente nucleare francese (Commissariat à l'Energie Atomique) di partecipare e di sottoscrivere la quota ad esso riservata (47,3 %). I soci belga (10 %), spagnolo (10 %) e svedese (10 °'o) hanno annunciato il 27 novembre scorso l'approvazione del progetto dell'impianto Eurodif e si sono dichiarati favorevoli alla sottoscrizione del primo aumento di capitale necessario per iniziarne la costruzione. Il quinto socio di Eurodif è l'Italia, che — tramite il Cnen e l'Agip Nucleare — detiene il 22,5 °'o delle azioni. Cnen e Agip Il Cipe, fin dal 1968, deliberò sull'opportunità per l'Italia di partecipare alla costruzione di un impianto di produzione di uranio arricchito a livello europeo, riconoscendo nell'iniziativa la possibilità di apportare un contributo sostanziale al conseguimento dell'autonomia di approvvigionamento ed al miglioramento delle prospettive di esportazione da parte dell'industria italiana di impianti nucleari completi. Il Cnen e l'Agip Nucleare del Gruppo Eni, in linea con le direttive del Cipe, entrarono a far parte dell'Eurodif nel marzo 1972 e, nel giugno 1973, aderirono all'Ace (Associazione per l'Arricchimento per Centrifugazione), promossa per scopi di studio dai membri della cosiddetta troika per la produzione di uranio arricchito mediante centifughe. L'Italia, ancora prima dell'accordo anglo-tedesco-olandese, firmato nel marzo 1970 ad Almelo, chiese di aderire, come socio di pieno diritto, a tale iniziativa. Al più alto livello, ottenne anche buone promesse. L'allora presidente della Repubblica Saragat ne parlò durante la sua visita ufficiale in Gran Bretagna nella primavera del 1970 ed ottenne assicurazioni al riguardo. Purtroppo, non certo per nostra scarsa volontà, i negoziati per l'adesione italiana si sono trascinati lungamente e non si sono tuttora conclusi. Soltanto negli Stati Uniti, in una situazione di mercato altamente competitivo, nel 1972 e nel 1973 è stata ordinata una centrale da circa un milione di kilowatt quasi ogni settimana. Complessivamente, negli ultimi anni, sono state ordinate negli Stati Uniti circa 200 centrali nucleari, per una capacità pari ad oltre 170 milioni di kilowatt. In Giappone, gli ordinativi di centrali nucleari sono stati una ventina, per circa 14 milioni di kilowatt. In Europa occidentale, al primo ottobre 1973, sono state ordinate circa un centinaio di centrali nucleari, per oltre 57 milioni di kilowatt. In totale, quasi 400 grosse centrali nucleari sono in funzione, sono state ordinate, o sono in costruzione nei principali Paesi industrializzati del mondo. Quasi tutte le centrali nucleari attualmente ordinate sono alimentate con uranio arricchito. Tale combustibile, a differenza dell'uranio naturale, non si trova in natura. Nel mondo occidentale, esso è attualmente fornito soltanto dagli Stati Uniti, che lo producono in tre grossi impianti, costruiti circa 15-20 anni fa per scopi militari. I due piccoli impianti esistenti in Europa (quello francese di Pierrelatte e quello inglese di Capenhurst) sono destinati essenzialmente a scopi di difesa ed hanno una dimensione ridottissima. Entro la fine del decennio in corso o, al più tardi, nei primissimi anni del prossimo decennio, la capacità dei tre impianti americani non dovrebbe essere più sufficiente a far fronte ai fabbisogni di uranio arricchito del mondo occidentale. Malgrado le recenti offerte russe di uranio arricchito, tutti gli esperti ritengono che, a partire dagli inizi degli Anni 80, sarà necessario disporre di nuovi impianti di produzione di uranio arricchito. L'Europa occidentale, in cui già ora sono in funzione, in costruzione od ordinate un centinaio di grosse centrali nucleari, non può dipendere completamente da forniture di uranio arricchito americano o russo. Va sottolineato, inoltre, che gli impianti per la produzione di uranio arricchito rappresentano un mercato importantissimo per le industrie meccaniche, chimiche, ecc. a causa dei componenti tecnologicamente avanzati necessari per la loro costruzione. Inoltre, la fornitura di centrali nucleari all'estero richiede la possibilità di offrire, parallelamente, uranio arricchito. Per i motivi accennati, da tempo in Europa si sta esaminando il problema della costruzione di impianti di produzione di uranio arricchito. Il costo totale del progetto di impianto Eurodif, approvato dal governo francese, e dai soci belga, spagnolo e svedese, dovrebbe aggirarsi sui 1000-1500 miliardi di lire. La quota italiana, tenuto presente che il capitale e gli anticipi richiesti sono pari a due miliardi di franchi francesi (circa 280 miliardi di lire), dovrebbe essere pari a circa 60 miliardi di lire, da versarsi dal Cnen e dal]'Agip Nucleare nell'arco dei prossimi 7 anni (circa 10 miliardi di lire all'anno). Per comprendere l'importanza e le dimensioni dell'impianto Eurodif e, quindi, il significato nella storia energetica ed industriale europea della decisione di costruirlo, esso può essere paragonato ad un'enorme raffineria, che produca circa 120 milioni di tonnellate di petrolio l'anno, una o due volte, cioè, i consumi di petrolio annuali dell'Italia o della stessa Francia, Germania Occidentale e Gran Bretagna. L'uranio arricchito prodotto annualmente da tale enorme impianto sarà sufsiciente per alimentare circa 80 centrali nucleari da un milione di kilowatt ciascuna. Il denaro versato dai soci sarà recuperato tramite la vendita del prodotto. A fronte dell'esborso finanziario, se l'Italia parteciperà all'iniziativa, si potrà contare su centinaia di miliardi di commesse per l'industria nucleare italiana, che ha già partecipato alle pre-consultazioni per la fornitura dei componenti principali dell'impianto Eurodif. Per far funzionare l'impianto, dovranno essere costruite tre o quattro centrali nucleari, per una potenza pari a 3-4 milioni di kilowatt. Se l'impianto fosse ubicato in Italia, tali centrali potrebbero essere costruite dalle industrie nucleari italiane. La troika Quanto al progetto per la produzione di uranio arricchito, che utilizza il sistema della « ultracentrifuga », promosso dall'accordo tripartito anglo-tedesco-olandese, occorre notare che esso ha caratteristiche diverse da quello progettato dalla società Eurodif. Il sistema proposto dalla troika, secondo il parere della maggioranza degli esperti, è un ottimo sistema, che dovrebbe avere potenzialità notevolissime di sviluppo ed applicazione industriale. Oggi, tuttavia, tale sistema è provato soltanto su scala ridotta (impianti di 10-25 mila kg al massimo). Le stesse società operative della troika per la ultracentrifuga nei loro pro¬ grammi prevedono ora la costruzione di soli due impianti per 200 mila kg l'uno, uno in Olanda e l'altro in Gran Bretagna. Tali impianti di capacità ridotta non sono ancora stati ordinati ed, in ogni caso, entreranno in funzione nel 1976-77. Per questo ed altri motivi, di fronte ai fabbisogni crescenti di uranio arricchito dell'Europa occidentale, sembrerebbe un poco imprudente, per non dire altro, puntare tutte le nostre carte su di un unico sistema, quello dell'ultracentrifuga. Le due iniziative per produrre in Europa uranio arricchito non sono, almeno per ora, concorrenti. E' da auspicare che i due sistemi per produrre il prezioso combustibile nucleare si sviluppino ins"'eme, fino almeno a quando sarà chiaramente dimostrata la superiorità tecnica e l'economicità di un sistema sull'altro. Si può, oggi, affermare che l'unico sistema provato efficacemente su scala industriale da circa trenta anni è quello adottato da Eurodif, cioè la diffusione gassosa. La costruzione dell'enorme impianto s'inizierà il 1° gennaio 1974. Secondo le più recenti notizie, a seguito anche del colloquio Pompidou-Brandt, sembra che la complementarità tra le due iniziative per produrre uranio arricchito in Europa sia stata riconosciuta da ambo le parti. Auspichiamo che l'Italia faccia il necessario per dare la sua piena adesione ad Eurodif, entro breve tempo, e, se ben accolta, entri a far parte anche dell'accordo anglo-tedesco-olandese per la produzione di uranio arricchito mediante ultracentrifugazione. Achille Albonetti

Persone citate: Brandt, Pompidou, Saragat