Le forniture di combustibile in crisi per industrie, case, scuole, ospedali

Le forniture di combustibile in crisi per industrie, case, scuole, ospedali Il dieci per cento dei torinesi è esposto senza difesa al gelo Le forniture di combustibile in crisi per industrie, case, scuole, ospedali Le società petrolifere approvvigionano solo i "concessionari" nella misura dell'SO per cento - Gli altri grossisti e i commercianti minori sono a secco - In molti stabili il riscaldamento non funziona più del tutto, in altri è al di sotto del tollerabile - Una richiesta della Prefettura ai produttori, la situazione si fa grave Si va aggravando di ora in ora la situazione del riscaldamento in città e in provincia. Il termometro è sotto zero e gasolio, kerosene, nafta diventano introvabili. Almeno un torinese su dieci e completamente al freddo e gli altri (I fortunati) sopportano più o meno gravi disagi per 11 razionamento. Condomini interi al gelo, ospedali In difficoltà, scuole dove si fa lezione con il cappotto. Migliala di famiglie delle vecchie case del centro, pensionati delle soffitte, la parte di popolazione più disagiata è ridotta all'esasperazione. La cronaca deve registrare ancora resse, code, litigi davanti ai depositi del kerosene, nel tentativo di procurarsi un palo di fustini di prezioso combustibile. Le previsioni per il futuro sono pessimistiche. le industrie « Allarmante » viene definita da parte industriale anche la situazione delle imprese. L'Unione Industriale è intervenuta « a vari livelli, in sede locale e nazionale » chiedendo tempestivi provvedimenti da parte delle autorità. La promessa normalizzazione dei rifornimenti finora non c'è stata. Fabbriche grandi e piccole ne risentono negativamente « proprio nel momento in cui si chiede uno sforzo a tutto il sistema economico nazionale ». Secondo l'Unione Industriale varie aziende sono già state costrette a ridurre sensibilmente i ritmi lavorativi e in alcuni casi hanno dovuto porre in cassa integrazione una parte dei dipendenti. Sarebbero imminenti « altre decisioni analoghe ». La situazione è aggravata dalla serrata degli autotrasportatori aderenti alla Confindustria, che ha pesanti ripercussioni. Non desta invece preoccupazione il rifornimento di energia elettrica in provìncia. RISCALDAMENTO — La situazione è caratterizzata da questi dati di fatto: le società petrolifere minori — spiega il vice prefetto dott. De Feis — provvedevano l'anno scorso al 20 per cento del fabbisogno; quest'anno sono a secco. Inoltre i grossisti di prodotti petroliferi « non concessionari », cioè non legati a una società, che nel passato commerciavano per conto proprio, rivolgendosi a più compagnie grandi o piccole, sono anch'essi senza rifornimenti. Le società riforni- à e é a i scono infatti solo 1 propri concessionari. Quali sono le conseguenze? E' noto che il governo, varando i provvedimenti restrittivi, ha anche promosso la costituzione in ogni provincia di un comitato composto da rappresentanti delle prefetture, delle compagnie petrolifere e da commercianti del settore. A Torino questo comitato che ha sede presso l'ufficio provinciale industria e commercio, è presieduto dal vice prefetto vicario dott. Marini. II 30 novembre si è già riunito, fissando 1 criteri generali per la redistribuzione dei prodotti petroliferi assegnati alla provincia per il mese di dicembre (si è detto in misura dell'80 per cento rispetto al dicembre '72 ma, calcolando l'aumento degli impianti a gasolio, pare che il quantitativo disponibile non superi quest'anno il 60 per cento del fabbisogno). Secondo tali criteri di massima ogni utente — condominio, ente, privato — deve continuare a chiedere le forniture alla stessa ditta dell'anno scorso. E qui sorgono le difficoltà. Gli esperti della prefettura sostengono: «Le ditte "concessionarie" riescono ad ottenere rifornimenti, sia pure ridotti, per i loro clienti. Le ditte non concessionarie, "senza bandiera", non hanno alle spalle una società e rimangono a secco ». Il prefetto dott. Salerno ha rivolto un appello a tutte le società petrolifere « perché continuino a rifornire anche se in percentuali minori, i grossisti non concessionari che nel '72 avevano ottenuto da loro quantitativi di gasolio o nafta ». Qualche compagnia Ieri ha accettato l'invito, la speranza è che le altre si uniformino. Sarebbe una via d'uscita per le molte situazioni drammatiche che vengono denunciate in questi giorni. In ogni modo chi si sentisse opporre un rifiuto dal grossista e dalla società petrolifera, può far presente il caso alla prefettura, in modo da sollecitare un intervento. KEROSENE — Anche ieri pomeriggio oltre mille persone hanno formato lunghe code davanti al deposito di vìa Quittengo 36, per farsi dare un po' di kerosene. Verso le 18 la situazione si è fatta difficile: la folla era entrata nel cortile del deposito, si temevano incidenti. Sono Intervenuti gli agenti della mobile e i carabinieri, che hanno fatto sgomberare il locale. La distribuzione del combustibile è però subito ripresa, sebbene con difficoltà. Dicono i responsabili del deposito: « Il kerosene c'è, per tutti. Ma la gente non deve fare ressa, rende impossibile il nostro lavoro ». Ribattono i clienti: « Attendiamo anche cinque, sei ore, al freddo. Sembra impossibile: il combustibile è introvabile ». Il presidente dei grossisti imbottigliatori di kerosene, Antonio Bertolone, ci ha detto: « Nel '72 in Torino e provincia abbiamo consumato 508 mila tonnellate di gasolio, 912 mila tonnellate di olio combustibile, quasi 113 mila tonnellate di kerosene. Quest'anno per il kerosene siamo al 50-60 per cento. Da venerdì scorso tutti i grossisti sono chiusi, abbiamo le assegnazioni ma non possiamo ritirarle per l agitazione degli autotrasportatori. In un momento come questo non ci voleva. Se prolungano lo sciopero ancora due giorni una dopo l'altra le case piomberanno nel freddo ». Nelle case CONDOMINI — Nella maggior parte è in atto un autorazionamento: chiusura dell'Impianto per circa tre ore al giorno tra le 13 e le 16. « In questo modo si cerca dì risparmiare al massimo — dice l'amministratore di un gruppo di case — ma i rifornimenti che riceviamo sono molto inferiori alle reali necessità: 2-3 mila litri per volta contro i 6-7 mila che vorremmo avere per sicurezza ». La situazione è peggiore per ì condomini che gestiscono il riscaldamento in economia. Molti sono al freddo; non riescono a trovare combustibile. « La colpa — si dice — è degli amministra¬ tplsatmpddcfcescupidsèrlgQnalafplrcrregccclAtg—rarntpdslpGddtfnsnadrdnfpscacCCu«cdgspgzmdrmvllllUIÌllllllllilllliltlllllIIII I linilllillllllllll tori. Invece di fare rifornimento presso una sola grande società l'anno scorso hanno fatto acquisti presso molte piccole ditte subappaltatrici. Queste sono oggi del tutto sprovviste di combustibile». La temperatura esterna, (minima otto gradi sotto zero) rende più grave il disagio. « I contratti delle ditte garantiscono 18 gradi di calore fino a meno cinque, anche in una situazione di normali forniture di gasolio. Ora si è costretti a razionare il prodotto e a ridurre la temperatura massima all'interno delle case; è chiaro che in breve si scende a una media di 13-14 gradi. Troppo poco per sentire calore in questo inverno così rigido ». Un comunicato del Sunia, Sindacato Inquilini, denuncia: « La situazione della nostra provincia è fra le peggiori su tutto il territorio nazionale. Migliaia di alloggi riscaldati a kerosene o a gasolio sono al freddo da giorni. Quelli con impianti a nafta hanno scorte per due o tre giorni al massimo. Si calcola che entro la fine della settimana 30 mila alloggi rimarranno al freddo. E' falsa l'affermazione che le compagnie petrolifere garantiscono l'ottanta per cento delle forniture rispetto allo scorso anno. Se così fosse, la situazione non sarebbe allarmante come è in realtà ». Preoccupazione Il Sunia fa un elenco degli edifici al freddo ormai da alcuni giorni, sulla base di dati raccolti tra venerdì e ieri: venti condomini privati e moltissime case comunali in gestione all'Istituto Case Popolari in via Ancina, corso Taranto, via Botticelll, Pietracqua, Tartlnl, Pergolesi, Corelli. « Entro venerdì — aggiunge il sindacato — uniranno tutte le scorte e resteranno al freddo 27 quartieri. Le autorità competenti devono intervenire con estrema urgenza per evitare l'esasperazione della gente più duramente colpita ». SCUOLE — Proteste da parte di molti studenti. Al liceo classico Alfieri il custode, che ha l'incarico dell'accensione dell'Impianto di riscaldamento, ha fatto ieri im indagine nelle aule. Termometro alla mano: dieci gradi. I ragazzi hanno trascorso la mattinata con il cappotto. Dodici gradi nelle aule della scuola elementare Muratori. « Se domani non avremo una temperatura più sopportabile — dicono i maestri — rimanderemo a casa i bambini ». Freddo anche al liceo scientifico Einstein e all'Istituto tecnico Burgo. Secondo l'assessore Lucci « il rifornimento dì combustibile per le scuole materne, elementari e medie dipendenti dal Comune è sufficiente ». Sostiene: « Nessuna preoccupazione tino a Natale, anche se dovunque siamo stati costretti a ridurre il calore a 17 gradi. Si trovano invece al freddo alcune aule in locali in affitto negli stabili privati. Gli amministratori sanno che in caso di necessità devono avvertirci subito: inseriremo anche questi stabili nell'elenco dei casi urgenti da sottoporre all'interessamento del prelelto ». OSPEDALI — Cauto ottimismo nella maggior parte degli enti ospedalieri. « Non si parla di razionamento almeno per ora — si afferma alle Molinette —. Abbiamo scorte per circa 20 giorni ». Altri hanno avuto assicurazione dalle ditte fornitrici: « Consegne regolari, anche se non abbondanti ». All'Oftalmico è entrato in attività da due giorni rimpianto centralizzato funzionante sia a metano sia a nafta: « Speriamo cosi di avere risolto il problema e di evitare il razionamento ». Più precaria la situazione all'Infantile, dove esistono scorte per due o tre giorni al massimo. « Abbiamo abbassato la temperatura negli uffici e cercato di ridurre anche il consumo dì energia elettrica — affermano all'economato — ma purtroppo si vive alla giornata: ogni mattina la ditta c'invia un piccolo quantitativo di combustibile. Perciò la situazione è abbastanza tranquilla, anche se le scorte consentono solo una piccolissima autonomia ». Il Mauriziano denuncia difficoltà di approvvigionamento. « Lunedi e martedì abbiamo dovuto ridurre sensibilmente la temperatura negli uffici per assicurare calore ai reparti — afferma il presidente comm. Fiore —. Ieri e arrivato qualcosa, grazie all'intervento della prefettura. Le scorte sono ora per due-tre giorni, naturalmente con opportuni razionamenti. Cerchiamo di fare valere i nostri diritti con le ditte fornitrici; abbiamo anche inviato lettere di diffida, ma non sono in grado di sostenere, in questo momento, che il rifornimento di combustibile all'ospedale è assicurato ». Una riunione RISTORANTI E LOCALI PUBBLICI — « Molti esercizi sono privi di combustibile — dice un incaricato dell'Epat — per alcuni significa soltanto avere il locale privo di calore, per altri vuol dire anche non poter cucinare ». Pare che un noto ristorante del Valentino abbia deciso di chiudere per tutto il mese di gennaio. Per venerdì i'Epat ha indetto nella sede di via Massena 20, alle 15,30, una riunione della categoria: «Cercheremo di fare il punto sulla situazione, sia per la mancanza di gasolio sia per il problema della domenica senz'auto, troppo dannosa per i ristoranti ». ASSOCIAZIONE PANIFICATORI — Una decina di fornì, secondo il comm. Bracco presidente dell'Associazione, hanno chiesto aiuto per trovare combustibile. « La prefettura ha provveduto con tempestività al rifornimento — afferma Bracco — ma restano vivi i timori per il futuro, se la situazione non si sblocca ». METANO — Centosettanta persone con alloggi al freddo per mancanza di kerosene si sono rivolte lunedì alla società del gas per chiedere informazioni sull'acquisto dì stufe a metano; più dì ottanta ieri mattina. « Molti rivenditori ed installatori — dice un dirigente della società — hanno quasi esaurito le scorte, ma ci sono alcune ditte a Torino che dispongono ancora di un discreto numero di modelli per soddisfare le richieste ». Il costo in media si aggira sulle 100 mila lire, pagabili a rate sulla bolletta di consumo.

Persone citate: Alfieri, Antonio Bertolone, Bracco, Corelli, De Feis, Einstein, Lucci, Pergolesi, Pietracqua

Luoghi citati: Quittengo, Salerno, Torino