Laver e Newcombe "firmano,, la Davis che torna in Australia

Laver e Newcombe "firmano,, la Davis che torna in Australia Ralston, selezionatore Usa, è SOttO accusa Laver e Newcombe "firmano,, la Davis che torna in Australia Gli americani si consolano del « cappotto » subito dall'Australia nella finalissima di Coppa Davis a Cleveland annunciando il fidanzamento tennistico del secolo fra il grande escluso dalla nazionale Jimmy Connors, 21 anni (che molti avrebbero preferito al posto di Tom Gorman) e la diciottenne Chris Evert. la più grande rivale della regina Billie Jean King, la donna che ha strapazzato Bobby Riggs, nella sfida dei sessi che due mesi fa ha richiamato nella stranissima America più del triplo degli spettatori presenti allo scontro, decisamente più importante e più valido sul piano tecnico, fra «aussie» e «yankee». Neale Fraser, capitano dei «canguri», un tempo apprezzato giocatore dal micidiale servizio, a conclusione del «cappotto» affermava convinto che «l'Australia terrà la Coppa per almeno un paio d'anni » e si dispiaceva solo di non aver potuto schierare in campo nell'ultima giornata il veterano Ken Rosewall. 39 anni, il «piccolo maestro» che non ha mai la fortuna dalla sua, non essendo mai riuscito a firmare il torneo di Wimbledon. Rosewall non potrà figurare fra gli artefici del ritorno nel nuovissimo continente dell'insalatiera d'argento dopo cinque anni di successi consecutivi degli statunitensi. Fraser voleva schierare Rosewall, a punteggio ormai acquisito, contro Smith al posto di Rod Laver ma lo statunitense si è opposto volendo ottenere il punto della bandiera contro il titolare (ma l'impresa non è riuscita e l'australiano ha vinto per 6-3, 6-4, 3-6, 6-2J. Cosi il successo australiano porterà solo la firma di Rod Laver, il più favoloso mancino della storia del tennis, unico tennista al mondo autore di due «grandi slam» (vittoria nello stesso anno degli internazionali d'Australia, di Parigi, Wimbledon e Forest Hills), e quella di John Newcombe che. con i suoi 29 anni, era il più giovane dei tennisti australiani. Newcombe. che è stato sempre famoso per il suo rendimento discontinuo che lo portava a fornire prestazioni eccezionali alternate ad incredibili magre (come la quasi sconfitta con Franchitti agli internazionali di Roma di alcuni anni fa) propiziate da una certa sensibilità alle pinte di birra, ha invece fornito a Cleveland un rendimento eccezionale: dopo il sudatissimo successo su Stan Smith nel singolare di apertura ha contribuito con le sue micidiali botte di servizio al successo nel doppio a fianco di Laver e nella giornata conclusiva ha battuto Gorman con irrisoria facilità (6-2, 6-1, 6-3). Gli Stati Uniti, in attesa che nasca il campionissimo dalla coppia Connors-Evert, accettano a malincuore la secca sconfitta e mettono sotto accusa Dennis Ralston, l'ex giocatore divenuto ora stratega, per le esclusioni di Connors e Ashe e per la fiducia concessa in doppio al giovane Eric Van Dillen, ritenuto dai più immaturo, rispetto all'importanza dell'avvenimento. Van Dillen è Infatti naufragato nel doppio trascinando nella débàcle il bravo Smith, ma bisogna pur dare atto a Ralston che lo scorso anno lo spettacolo offerto da Smith e Van Dillen in doppio a Bucarest contro Nastase e Tiriac era stato lo spettacolo più bello visto allo stadio Progressul. La facilità della vittoria australiana indica ora invece il divario di valori offerto fra le due finali, anche se a falsare in parte il risultato di Cleveland ha contribuito anche la superficie estremamente veloce adottata per la prima finalissima indoor. Da oggi i principali protagonisti di Cleveland saranno in gara a Boston per la finale mondiale del Grand Prix, che avrebbe potuto vedere benissimo in lizza anche il nostro Adriano Panatta, se non fosse stato bloccato dalla squalifica federale che la ho colpito dopo Wimbledon e che gli ha fatto perdere tutti i risultati positivi ed il grado di forma raggiunto in primavera. Panatta non andrà a Boston: mentre australiani e statunitensi si scontravano a Cleveland Adriano si batteva con Zugarelli e Bertolucci contro una formazione francese non molto qualificata a Reggio Emilia per l'ultimo turno di qualificazione alla finale della Coppa del Re di Svezia. Panatta alle prese con i suoi problemi contrattuali (sia con la federazione che con le varie case che si contendono le sue prestazioni e la sua effigie) e sentimentali ha offerto il solito rendimento discontinuo. Ha vinto il primo singolare contro Meyer, ha penato alle prese con uno stiramento contro N' Gondrella, finendo sconfitto in tre set: poi insieme a Bertolucci è riuscito a conquistare il punto necessario nel doppio. Cosi l'Italia andrà fra quindici giorni ad Hannover dove, in semifinale, affronterà la Germania Occidentale, mentre l'altra semifinale vedrà di fronte la Svezia di Borg contro la Spagna di Higueras e Munoz. Rino Cacioppo Tonino Zugarelli