Bonn: sopra la crisi petrolifera s'innesta ora il dissidio politico di Tito Sansa
Bonn: sopra la crisi petrolifera s'innesta ora il dissidio politico Contraddittorie dichiarazioni governative in Germania Bonn: sopra la crisi petrolifera s'innesta ora il dissidio politico Una divergenza di fondo separa nella coalizione di governo i socialdemocratici dai liberali - Questi ultimi, contrari ad ogni intervento dirigistico, sul problema energetico appaiono più ottimisti dei loro alleati (Dal nostro corrispondente) | Bonn, 1 dicembre. La crisi del petrolio non sarebbe stata la causa, ma soltanto il rivelatore — la cartina di tornasole — che ha messo in luce una duplice crisi — governativa ed economica — nella quale sì troverebbe attualmente la Germania Federale. Secondo Karl Carstens, capo dell'opposizione parlamentare, il governo di coalizione Brandt-Scheel «è diviso circa la soluzione della crisi energetica». In un'intervista che verrà pubblicata domani dal do- menicale Welt am Sonntag, Carstens dice: « Abbiamo a che fare con un governo che sta andando in disfacimento». E cita il socialdemocratico Herbert Wehner, che dal sro banco in Parlamento ha t '■ taccato ier l'altro non soltanto due ministri liberali, quelli dell'Economia e dell'Agricoltura, Friderichs e Erti, ma perfino «e in primo luogo», il cancelliere Willy Brandt. A Bremerhaven il presidente dei democristiani, del Land di Brema, Ernst Mueller-Hermann, ha detto che «da una crisi del petrolio ci stiamo a- viando a una crisi di governo». Il deputato accusa la coalizione socialdemocraticoliberale di avere fornito alla popolazione «mezze verità, menzogne e contraddizioni» e di «averla spaventata». Citiamo alcuni degli esempi più clamorosi: il cancelliere Willy Brandt dice: «Siamo tornati a un'atmosfera simile a quella dell'immediato dopoguerra, non tutti potranno mantenere il proprio posto di lavoro». Fiducioso, il ministro dell'Economia Hans Friderichs (liberale) ribatte alla tv di poter escludere la disoccupazione e dice di avere fiducia che la crisi energetica verrà risolta «senza l'impiego di mezzi dirgistici ». Le parole del ministro non sono ancora spente che arriva Klaus Dieter Arndt, esperto di economia del partito socialdemocratico e vice capo del gruppo parlamentare a dire: «Non escludo il razionamento della benzina. Se continua cosi, dovremo arrivare al contingentamento». Ma ecco, subito dopo, il presidente dell'associazione dei petrolieri, Albert Hallmann, a dare ragione al ministro. A questo punto, a rendere ancora più confuso il già nebuloso quadro petrolpolitico, Herbert Wehner dice alla televisione: «Non nego che il governo cerca di risolvere onorevolmente le difficoltà, temo soltanto che abbia detto troppo poco». E alla domanda se — secondo lui — il cancelliere socialdemocratico Willy Brandt sia più o meno d'accordo con il ministro liberale dell'Economia, Friderichs, l'eminenza grigia della socialdemocrazia risponde: «In queste cose non posso immischiarmi». L'impressione diffusa negli ambienti diplomatici e giornalistici di Bonn è che tra fOcialdemocratici e liberali esiste in realtà un forte dissidio, aggravato dalla crisi energetica. Il Cancelliere viene da più parti rimproverato di eccessiva arrendevolezza al partitino di Walter Scheel, avversario di qualsiasi forma di inter¬ vento statale. E' questo il motivo per cui il vecchio Wehner attaccherebbe non soltanto gli alleati liberali ma anche il proprio Cancelliere. La crisi del petrolio — stando a un'intervista del ministro del petrolio dell'Arabia Saudita, sceicco Ahmed Zaki Yamani, allo Spiegel di lunedì — potrebbe venire risolta immediatamente «se il governo | tedesco lo volesse». «Industrializzate l'Arabia Saudita — ha detto Yamani al settimanale — e noi vi daremo tanto greggio quanto vorrete». Il ministro, che era atteso per lunedì prossimo a Bonn insieme con il suo collega algerino Abdesselam, ha preferito andare a Washington. Al suo posto verrà lunedì a Bonn il ministro degli Esteri lo sceicco Omar el Sakkaf, che si incontrerà con il suo collega tedesco, il liberale Walter Scheel. Tito Sansa
Luoghi citati: Arabia Saudita, Bonn, Germania, Germania Federale, Washington
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