Le aziende floricole (ottomila operai) senza il gasolio rischiano di chiudere di Francesco Fornari
Le aziende floricole (ottomila operai) senza il gasolio rischiano di chiudere Una grave crisi colpisce la provincia di Imperia Le aziende floricole (ottomila operai) senza il gasolio rischiano di chiudere La produzione nell'Imperiese ha superato un reddito di 67 miliardi nel 1972 - Il freddo nelle serre (manca il riscaldamento) distrugge le piante: in una sola azienda danni per 80 milioni (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 1 dicembre. «E' sicuro: se non verranno presi tempestivi provvedimenti, molte aziende floro-vivaistiche della provincia di Imperia dovranno chiudere. La situazione è grave, può diventare catastrofica». Angelo Asseretto, assessore alla Floricoltura e presidente dell'Unione Agricoltori e Floricoltori, non nasconde la propria preoccupazione: «La crisi del carburante ci ha colpiti in un momento molto delicato: parecchie serre non possono più essere riscaldate, altre lo sono a temperature troppo basse per poter garantire la fioritura». I floricoltori di Sanremo e di tutta la provincia di Imperia sono in allarme. Manca il gasolio, gli impianti di riscaldamento delle serre non possono funzionare. Le conseguenze? «Inutile perdersi in ipotesi — prosegue l'assessore —. Lasciamo la parola ai fatti». E i fatti sono questi: una azienda di Perinaldo ha avuto danni per oltre ottanta milioni. «La prima notte di gelo, la temperatura all'interno delle serre è scesa a 4°. Tutte le piante sono morte. Quell'azienda, che dà lavoro a venticinque operai e si estende per circa due ettari, è rovinata». Il perito agrario Piero Gambini spiega: «Nella nostra provincia si attuano colture specializzate: piante ornamentali, bulbose (tulipani, narcisi e gladioli), rose in serra calda. Necessitano di una temperatura costante di 20°. Al di sotto di questi valori, la fioritura si blocca. Se il termometro scende a 10°, le piante madri rischiano di morire ». L'anno scorso, in novembre, ai floricoltori erano state erogate 400 tonnellate di gasolio (il 60 per cento dalla Shell). A dicembre, altre 750 tonnellate. Quest'anno ne sono state fornite finora meno di 60: il 15 per cento circa rispetto al quantitativo del no- vembre scorso. Presi alla; sprovvista, i floricoltori non hanno scorte. « Anche perché — spiega Asseretto —, per il riscaldamento usano gasolio agricolo, che viene fornito dall'Upa (Utenze motori agricoli), in limitati quantitativi, a scadenze fisse e sotto il diretto controllo della Finanza. Perciò, ogni inverno i floricoltori ricevono soltanto il quantitativo di gasolio che serve per la stagione». Nella provincia di Imperia le aziende floricole sono oltre diecimila, ed impiegano circa ottomila operai, per ottocentomila giornate lavorative. La produzione dei fiori ha un peso molto importante nell'economia locale: nel '72 il turi¬ ; smo ha registrato un reddito di 12 miliardi; la floricoltura ha superato i 67 miliardi. «Basterebbero queste cifre a dimostrare l'urgenza del problema e la necessità di trovare al più presto una soluzione — dice il dottor Manciucca, direttore dell'Unione Agricoltori e Floricoltori —. In que- sto momento, la produzione è I totalmente ferma: nelle serre dove gli impianti di riscaldamento sono ancora in grado di funzionare la temperatura è di 17°. A questi livelli il processo di crescita si blocca, le piante si mantengono solamente in vita». Ma la situazione, già grave, tende a peggiorare. «In molte aziende vi sono scorte di carburante per tre-quattro giorni, ai livelli minimi. Dopo, ogni provvedimento sarà tardivo: le piante saranno tutte da buttare, i danni incalcolabili». Il dottor Manciucca non lesina le critiche anche ai floricoltori: «Se in passato si fossero organizzati in maniera cooperativistica, forse questa crisi energetica sarebbe stata più limitata. Purtroppo il loro individualismo è un grosso ostacolo. La polverizzazione delle aziende floricole è il primo atto di questo dramma. Finora, ogni tentativo per superare questa barriera si è rivelato inutile». Per la provincia di Imperia la floricoltura è uno dei pilastri base; Sanremo vive in prevalenza di questo. «Adesso siamo con l'acqua alla gola», ripetono gli imprenditori. Bisogna trovare al più presto del gasolio. L'assessore Asseretto dice: «Il presidente della Shell, dottor Bain, mi ha confermato che da lunedì verranno assicurati rifornimenti pari al 70 per cento del quantitativo fornito dalla Società nel novembre scorso». Circa 160 tonnellate: una goccia nel mare. Il prefetto di Imperia ha assicurato il propsio interessamento, ma ha fatto presente che vi sono altri casi che godono di priorità assoluta: ospedali, scuole. «Ci rendiamo conto di questo — dice Asseretto — ma non bisogna dimenticare che se questa crisi continua si prospettano chiusure di aziende e licenziamenti. Nella nostra provincia sono circa sessantamila le persone interessate, direttamente e no, alla floricoltura». Altro motivo di lagnanze e preoccupazioni per i floricoltori è la proibizione di circo lare in auto nei giorni festivi «Nulla da obiettare per le do meniche — precisa il dottor Manciucca —, ma nelle festività infrasettimanali, quando si tengono i mercati più importanti, come faranno i floricoltori a portare la loro merce se non potranno servirsi di auto e camion?». Francesco Fornari Sanremo. Un aspetto del grande mercato dei fiori (Telefoto Moraglia)
Persone citate: Angelo Asseretto, Asseretto, Bain, Moraglia, Piero Gambini
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