Hanno ucciso tre giovani

Hanno ucciso tre giovani Processo di Como Hanno ucciso tre giovani I giudici sono riuniti, nella notte, in camera di consiglio per la sentenza (Dal nostro corrispondente) Como, 1 dicembre. (a. c.) I giudici della Corte d'assise di Como si sono ritirati in Camera di Consiglio alle 15,30 di oggi. La notte tra il 14 e il 15 aprile '72 all'esterno del night (La Lanterna» di Alserio, nel Comasco, avvenne una strage. Due uomini, poi identificati in Salvatore La Rocca, 32 an ni, siciliano, e Giuseppe Romeo, 24 anni, calabrese, uccisero tre giovani crivellandoli con diciassette proiettili: Riccardo Polvara, 23 anni, di Lecco; Virgilio Matta, 22 anni, di Calolziocorte (Bergamo) e Angelo Filanti, 37 anni, di Genova. Ieri il p.m. dott. Giuseppe Ciraolo aveva chiesto la condanna del Romeo e del La Rocca, entrambi latitanti, a 24 anni di carcere per triplice omicidio volontario e a 5 mesi d'arresto per detenzione e porto abusivo di armi; per il proprietario del locale notturno due anni per favoreggia mento (avendo favorito la fuga dei due assassini portandoli a Desio con la sua auto). Il più tragico fatto di sangue che mai sia avvenuto nella provincia di Como ebbe origine da una rissa scoppiata sulla scala d'ingresso del night tra due gruppi contrapposti: il primo formato dal Longoni, dal Romeo e dal La Rocca ( sue presunte guardie del corpo), il secondo formato dalle tre vittime. Per il dottor Ciraolo, l'incontro fra i due gruppi fu occasionale. Polvara, Matta e Filanti furono giustiziati con spietata determinazione. «Poivara», ha sostenuto il p.m., «fu colpito persino alla bocca da una distanza ravvicinata: 20-25 cm. Non ha senso, quindi, che il La Rocca, dal suo rifugio segreto, scriva nel suo memoriale — con una calligrafia incerta ma con concetti di levatura universitaria — "fu a questo punto che io, per non soccombere del tutto, preso dal terrore per la pervicace ferocia degli aggressori sparai, sparai"». «Una cosa è certa», ha dette il dottor Ciraolo, «il primo colpo di pistola sparato dal Romeo ha fatto cadere a terra ferito il Matta. Sono seguiti alcuni attimi di silenzio. Tutto avrebbe potuto finir lì. Invece no. Il rosario dei colpì sgranati dalle pistole è continuato, due, tre, cinque, dieci, diciotto colpi. No quindi alla legittima difesa, no quindi allo provocazione: siamo di fronte a triplice omicidio volontario continuato». L'avv. Domenico D'Arcola, difensore del Romeo, ha detto che le tre vittime avevano lanciato una vera e propria sfida al Romeo e al La Rocca e che quest'ultimo fu aggredito con pugni e calci. L'avvocato ha sostenuto la legittima difesa sotto il profilo putativo: l'assassino ha sparato, cioè, nell'erronea convinzione di trovarsi in una situazione pericolosa.

Luoghi citati: Alserio, Bergamo, Calolziocorte, Como, Desio, Genova, Lecco