Diversa non vuol dire imbronciata

Diversa non vuol dire imbronciata Diversa non vuol dire imbronciata Non è scritto da nessuna parte che una domenica «austera» debba essere tetra o imbronciata. E' semplicemente una domenica diversa. Potrebbe risultare più interessante, perfino più piacevole di tante domeniche passate. Dipende da come si saprà viverla, se con saggezza e ottimismo invece che con musonerta. Gli anziani e quelli che hanno superato i cinquanta sanno di che sì tratta: cosi erano le loro domeniche parecchi anni la. Per i giovani è una novità, e molti si sono preparati a questa giornata con lo spirito dì chi, entro le mura, si appresta a sostenere un lungo assedio. Per tutti la « domenica diversa » sarà domani argomento di conversazione. Ognuno avrà un'avventura, un'esperienza da raccontare. Chi cammina quattro chilometri per andare allo stadio e ritornare, si vanta dell'impresa e nell'enfasi i quattro chilometri diventano sei, dieci, vna maratona. Qualcuno sale oggi per la prima volta su un autobus, su un tram e racconta il viaggio come un'esplorazione favolosa. Lo stile di Marco Polo tornato dal Cataì. Per molti è una domenica casalinga, con la famiglia e con gli amici. C'è stato ieri un incrociarsi di telefonate, « Che cosa fate, domani? Perché non si passa la giornata assieme? ». Amici che non si vedevano da anni, sì ritrovano in casa dì uno o dell'altro, si accorgono che il tempo passa piacevolmente anche conversando di questo e di quello Poi viene il momento di tirare fuori le carte o la scacchiera. Non sì resiste alla curiosità di andare a vedere il centro senza auto e con i ciclisti che paiono i signori della strada, anche se molti sono inesperti e pedalano insicuri, pasticcioni. Un ciclista che pompa nella gomma sgonfia è circondato da folla interessata. Si ritorna a casa per finire il pomeriggio e passare la serata, con un libro che da tempo si desiderava leggere ma non si era mai trovato un paio di ore libere. O dedicandosi al diletto hobby. Interrotti dal figlio che grida di correre alla finestra e guardare in strada. Passa un'auto. Certo, autorizzata. Si resta a fissarla, finché svolta, con sentimenti diversi: con desiderio o invidia o dispetto. Intanto l'automobilista guida sentendosi gli occhi della città addosso. [ c