Per la sparatoria al night il p.m. chiede 3 condanne
Per la sparatoria al night il p.m. chiede 3 condanne ii processo in corte d'assise a Como Per la sparatoria al night il p.m. chiede 3 condanne Ventiquattro anni ai due imputati, latitanti, due al proprietario del locale - Morirono tre persone (Dal nostro corrispondentel Como, 30 novembre. (a. c.j Oggi, al processo presso la corte d'assise di Como per la strage di Alserio, ha parlato il p.m. dott. Giuseppe Ciraolo. Al termine della requisitoria, il magistrato ha chiesto per i due imputati latitanti — Salvatore La Rocca e Giuseppe Romeo — una condanna a ventiquattro anni di carcere ciascuno per triplice omicidio volontario, più cinque mesi di arresto per detenzione e porto d'arma da fuoco. Per Ermanno Longoni, il proprietario del night dinanzi al quale è avvenuta la sparatoria, accusato di favoreggiamento, due anni di reclusione. La parola spetta ora agli avvocati difensori. In pratica, il p.m. ha escluso che i difensori del La Rocca e del Romeo possano sostenere la legittima difesa per i loro assistiti ed ha affermato inoltre che in quella tragica notte, fra il 14 e il 15 aprile '72, in cui furono uccisi Riccardo Polvara, Virgilio Matta e Angelo Filanti, non ci fu un agguato premeditato né dall'uno né dall'altro gruppo. Il p.m. ha parlato di « tragica occasionalità ». Ma ha poi sostenuto che i due assassini erano le guardie del corpo del Longoni e che con questi due il proprietario del night aveva fatto il giro dei j locali notturni della zona nelle ore immediatamente precedenti il delitto. A sparare i diciannove colpi furono solo il La Rocca e il Romeo: una delle due pistole impugnate dagli assassini fu ricaricata. E' stata — ha detto Ciraolo — una barbara esecuzione: le vittime furono colpite ancora quando già erano a terra sanguinanti. Sulla rissa immediatamente precedente la sparatoria, avvenuta sulle scale di accesso allo squallido night di Alserio, il p.m. è stato molto chiaro: nessuno potrà mai dire quale dei due gruppi per primo abbia aggredito l'altro. In aula, tra il pubblico, è presente la madre di Salvatore La Rocca, uno dei due assassini. La donna si è avvicinata, durante un intervallo, al p.m. per giustificare il figlio, ed ha detto, in dialetto: « Se deve essere pelle per pelle, meglio la tua che la mia ».
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