È rinviata a nuovo ruolo la causa per l'assassinio delle 3 bambine di Luciano Curino

È rinviata a nuovo ruolo la causa per l'assassinio delle 3 bambine Deciso dalla corte di Trapani su richiesta della difesa È rinviata a nuovo ruolo la causa per l'assassinio delle 3 bambine Non riprenderà prima di tre o quattro mesi - Il p.m. si era opposto - Michele Vinci attenderà in carcere che il giudice inquirente decida sulla posizione di Franco Nania, chiamato come correo e "mandante" del delitto - Il professore interrogato ieri in cella per quattro ore - Prorogato il suo fermo (Dal nostro inviato speciale) Trapani, 29 novembre. Il processo Vinci è rinviato. Sarà ripreso chissà quando. Certo, non prima di tre o quattro mesi. Lo ha deciso la corte, accogliendo l'istanza della difesa e contro l'opposizione del pubblico ministero. Rinviato perché deve essere chiarita la posizione del professor Franco Nania, che Michele Vinci ha accusato di essere organizzatore e mandante del delitto. Il Nania è stato interrogato oggi dal procuratore della Repubblica di Marsala per circa 4 ore. Verrà riascoltato nei prossimi giorni. Nove udienze, più di cento testimoni, perizie e sopralluoghi con il risultato che oggi tutto è più misterioso. Il «delitto di Marsala» è sempre stato pieno di vuoti e di ombre.ora appare un maledetto imbroglio. E' un caso aperto a tutto. Tre bambine sono state uccise nella maniera più crudele Un giovane è stato trovato cadavere in un pozzo: si ritiene che «sapesse troppo». C'è una quinta morte misteriosa: un tale è precipitato dal balcone, si sospetta che «sapesse qualcosa». Ci sono dei morti, ma non si sa perché. Manca il movente. Anzi, un movente c'è (può essere turpe o folle, può essere la vendetta, si è addirittura parlato di «sacrificio rituale»), però non si intravede. Dopo l'arresto, e per due anni, si è affermato che «Vinci sa». Adesso è opinione generale che Vinci sa qualcosa, ma non tutto. L'udienza di ieri è stata interrotta in un momento interessante. Vinci ha detto che il 9 novembre di due anni fa, quando fu arrestato, prima di entrare nell'ufficio del procuratore per essere interrogato, si sbarazzò di un gettone telefonico che aveva in tasca gettandolo dietro un mobile. Si è subito chiamato il palazzo di giustizia di Marsala e si è chiesto di fare delle ricerche: nell'anticamera dell'ufficio del procuratore, proprio dietro il mobile indicato dall'imputatosi è trovato un gettone del telefono. Ora Vinci sostiene che il gettone gli serviva per telefonare al mandante, avvertirlo, chiedere consiglio, istruzioni. Dice che fra lui e il vero «autore» della tragedia (che secondo la sua accusa è il professor Nania) c'era un ponte telefonico. Gli si può credere. Vinci, che davvero non ha una intelligenza superiore, il giorno del suo fermo e prima dell'interrogatorio si sbarazzò furtivamente di un gettone te¬ lefonico, che pure non signifi-1 ca nulla. Perché? Perché egli, | deciso a negare (crollerà do- j po dieci ore di interrogato- rio) cerca di fare sparire ogni j prova e in quel momento anche il gettone gli sembra una prova: preso dal panico, quello che ha in tasca non gli sembra soltanto un gettone senza alcun significato, ma lo sente come legame con l'organizzatore del crimine. Trema i pensando al momento in cui gli svuoteranno le tasche e gli troveranno il gettone e glie lo metteranno sotto gli occhi: «Ecco la prova, hai un complice. A chi stavi per telefonare. Vinci?». Appena può fa sparire la «prova». E' un peccato che l'udienza di ieri si sia fermata a questo punto, che non si siano fatte altre domande sulla telefonata che Vinci intendeva fare. Ormai è tardi, per chiedergli della telefonata e fare qualsiasi altra domanda. Il processo è sospeso. Vediamo Michele Vinci ritornare in carcere tra i carabinieri. Ci chiediamo che valore ha quello che ha rivelato; se non che, avendo nulla da perdere, gio-1 ca ormai a fare la vittima sulla pelle degli altri; se ha raccontato altre menzogne o una mezza verità, oppure se tenta ancora di coprire, con reticenza e bugie altre persone. «Pazzo, maledetto», grida contro Vinci la sorella di Franco Nania. «Hanno incatenato mio fratello come un delinquente. Lui, che merita tutto il bene di questo mondo. | Maledetto, perché ha fatto il ! suo nome? Che c'entra mio ! fratello? Perché deve esserci i una giustizia così? Franco è \ sensibile, è generoso, perché | trattarlo in questo modo? Lui ; ha fatto assumere Michele I Vinci, gli ha fatto pena e ci j ha messo la buona parola con ; Benvenuto. Ecco quale è staj ta la ricompensa. Pazzo!». Benvenuto Nania, proprietario della Cartotecnica San Giovanni, dice: «Mio fratello è un martire. Sono sicuro che ritornerà a casa presto, stimato da tutti». Per Franco Nania sono stati nominati difensori gli avvocati Barraco di Mazara del Vallo e Andrea Pellegrino di Marsala. Ieri notte i carabinieri hanno compiuto un sopralluogo nella casa di Franco Nania, che abita solo, dopo la morte della madre avvenuta all'inizio di quest'anno. Non avrebbero trovato nulla di particolare. Strumenti per il suo hobby, che è l'elettrotecnica, e mucchi di album a fumetti: soprattutto «Topolino». Pare che sia la sua lettura preferita Il professor Nania è in una cella di isolamento del carcere di Trapani, poiché quello di Marsala è dichiarato «inagibile». E' una moderna costruzione alla periferia, quasi in riva al mare. Il professore nel terzo giorno di carcere, rifiuta i pasti, non ha alcuna reazione. E' a disposizione della magistratura di Marsa so intorno alle 22. Al termine la. E' stato interrogato oggi pomeriggio dal procuratore Paino, presente uno dei difen- sori. li colloquio, naturalmente segreto, è incominciato poco prima delle 18 e si è conclu- il magistrato ha prorogato il fermo di altre 48 ore. Luciano Curino

Luoghi citati: Marsala, Mazara Del Vallo, Trapani