Nuova campionessa

Nuova campionessa LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Nuova campionessa Rischiatutto: il prof. Puzzo superato nello spareggio da un'insegnante di Nuoro - L'inizio di "Ladri e quadri" Ahi, ahi, ahi. Il Puzzo è caduto, il Rischiatutto ha perso un campione che pareva assai ferrato... Sì, comprendiamo che specie in questi giorni esistono notizie ben più importanti e soprattutto ben più sconvolgenti... ma il nostro dovere di cronisti ci impone di parlarvi anche del quiz e dei suoi minuscoli eroi. Che brutto tiro per il prof. Puzzo! Pareva un pacifico vincitore, un trionfatore facile, quasi con lo sbadiglio. Pure gli spettatori avevano un po' sbadigliato durante la puntata per nulla emozionante... Il Puzzo aveva preso il volo e i due avversari — la professoressa umbra Beatrice Mariani e il vivace e macchiettistico macellaio emiliano Sergio Pineschi — erano distaccatissimi. Addirittura il Pineschi era finito sotto zero e manco era stato ammesso alla cabina. Nella quale la professoressa, impappinatasi, aveva mancato il raddoppio... Il Puzzo si sente a cavallo! Può raddoppiare e intascare come ridere 3 milioni e 620 mila lire da aggiungere ai 14 milioni e rotti già rastrellati. Sembra una sciocchezza, un gioco da ragazzi... Invece il campione casca. Troppo baldanzoso? Sta di fatto che casca: la puntata in extremis ha un sussulto, si sveglia Bongiorno, si sveglia il notaio, si svegliano gli spettatori... Che facciamo? Spareggio. Il Puzzo ha ancora una possibilità, la professoressa non ha certo l'aria d'essere temibile... Ma il povero Puzzo è schiantato, avvilito, sfiduciato e si fa battere senza opporre resistenza. Bongiorno non sa darsi pace: un campione così preparato, così per bene, sindaco, vice-provveditore... La nuova campionessa (be', campionessa per modo di dire, giovedì prossimo si vedrà) se ne è andata con centomila lirette, e pure centomila di consolazione sono toccate al Puzzo e al Pineschi. Il Rischiatutto se l'è cavata a buon mercato... Ha obbedito alle direttive di austerity? ★ + Il problema dei furti delle opere d'arte è gravissimo. Uno dei tanti problemi che ci affliggono e di cui si è discusso all'infinito senza mai riuscire a mettere in atto misure efficaci per arginare (almeno arginare) un fenomeno che sta causando, dalla fine della guerra, danni ingenti al nostro patrimonio. Abbiamo perciò salutato con piacere il telefilm Ladri e quadri di Leandro Castellani, centrato — così si annunciava — sull'argomento specifico dei furti. Peccato che il telefilm sia stato una delusione: delusio- ne tanto più forte se si pensa che Castellani è un autore che ha dato al video ottime e impegnate trasmissioni. Questa, a nostro avviso, aveva un unico pregio: la voce fuori campo di Arnoldo Foà che ha comunicato via via alcuni dati impressionanti; ogni tre ore avviene un furto d'arte, ogni anno in Italia l'ammontare dei « colpi », tradotto approssimativamente e per difetto in quattrini, è di trenta miliardi, il valore venale di un museo rispettabile... Speriamo che queste cifre si siano ben conficcate ! nel cervello della gente. Ed ! erano queste cifre, queste no¬ tizie gli elementi positivi del programma. Il resto — ci spiace dirlo — era solo una gran confusione. Il tema si prestava ad un dettagliato reportage dal vivo. Si è preferito scegliere lo sceneggiato, l'originale, il racconto. Mentre Foà ci informava che la compilazione di un catalogo generale nazionale delle opere d'arte (già fatto, e da tempo, in altre nazioni come la Francia) è ancora in alto mare e non sarà ultimata prima degli Anni 80, ecco dipanarsi sul teleschermo una vicenda alquanto spezzettata e arruffata..., c'è il trafugamento di un presunto Raffaello da una chiesa..., un avventuriero con la moglie ex ballerina lo trasferiscono in Svizzera..., ma chi tratta la vendita è il capo dell'organizzazione, un attempato commendatore con giovane amante..., poi c'è un furto in una villa privata di tele moderne..., imbroglio fra ! un losco mediatore, i ladri, ! la società d'assicurazione..., ci | scappa pure il morto, in un ! oscuro incidente stradale, defunge un tizio (ma chi è? uno dei ladri?) inseguito da una potente vettura (di chi? del commendatore furfante?). Forse il tentativo era di mettere in piedi un telefilmcronaca-inchiesta. Ma cronaca e inchiesta erano rifatte in modo troppo poco credibile e gli intenti realistici e didascalici si mischiavano malamente con quello che chiameremo il « romanzo » poliziesco. Siamo certi che buona parte della platea ha visto la parola fine senza aver capito nulla o avendo in testa una terribile confusione, u. bz. Bi Mii (Tl A) Bcalrice Mariani (Tel. Ap)

Luoghi citati: Francia, Italia, Nuoro, Svizzera