L'orefice spara e colpisce un bandito i complici sono arrestati dalla polizia

L'orefice spara e colpisce un bandito i complici sono arrestati dalla polizia Commesse ieri altre tre rapine, oltre novanta in un mese L'orefice spara e colpisce un bandito i complici sono arrestati dalla polizia In via Fréjus - Il malvivente si è abbattuto implorando: "Basta, ho male" - E' grave - Altri due assalti contemporanei all'ufficio postale di via Amerigo Vespucci ed alla Banca dell'Agricoltura in via Pietro Micca Lunedì un "vertice,, in Prefettura contro il preoccupante dilagare della malavita Lunedi mattina si terrà In Prefettura un vertice degli organi di polizia del Piemonte per stabilire nuove ed efficaci misure (11 lotta contro il dilagare della malavita. Le cifre della « Torino nera » hanno raggiunto In questo mese punte drammatiche, anche se si- considera che l'inizio dell'inverno è da sempre il periodo In cui si nota una recrudescenza di certi reati: oltre novanta rapine In oreficerie e banche. Nell'ultima settimana tre persone sono state ferite da banditi. Ieri, altre tre rapine, una delle quali particolarmente drammatica: un orefice ha trapassato con un colpo di rivoltella il petto ad un giovane bandito. L'assalto è avvenuto poco prima delle 10 in una gioielleria di via Fréjus 105. Il proprietario, Pierluigi Farina, 39 anni, via Tiziano 23 sta allestendo la vetrina. Entra un giovane elegante, folta barba scura. « Lo avevo già visto ieri pomeriggio — racconterà poi l'orefice alla polizia — era venuto per osservare alcuni anelli ». Il giovane dice: « 1 miei sono d'accordo sulla spesa. Mi /accia vedere qualcosa ». Pierluigi Farina va nella retrobottega per prendere 1 plateaux: « Avevo appena varcato la soglia che si è aperta la porta del negozio. E' entralo un altro giovane, viso scoperto, pistola In pugno ». Il primo leva di tasca un manganello, minaccia: « Avanti, fuori la roba ». Il complice lo asseconda spianando l'arma. Farina riesce ad afferrare la sua pistola dalla cassaforte, si nasconde dietro lo stipite della porta e spara. Tre, quattro colpi: due vanno a vuoto, un altro raggiunge il rapinatore entrato per primo che si accascia a ter- ra gridando: « Smetta, per nari- tù. Ho male». Il secondo ban-dito non reagisce: pistola in pu-gno corre in strada, sale su una Mini dove lo attende un compii ce. Fuggono. Anche il ferito tenta di scap- pare, ma barcolla. Scatta l'aliar- ma. Arrivano le prime « volanti » della Mobile con il dott. Falzn ne. Pierangelo Farina indica agliagenti il rapinatore che arranca appoggiandosi ai muri per non cadere. Lo fermano a poche ceri tinaia di metri dal negozio: Ste fano Brunasso Cattarello, 30 ari ni, via Challant 30. Ricercato dalla polizia perché il 2 novem- bre aveva rapinato davanti al Banco di Sicilia di corso Vinzaglio il figlio dell'orefice Bonisoli. Era scappato con poche migliaia di lire senza sapere che in tasca il giovane aveva 10 milioni in gioielli. Dopo la cattura è stato portato al Nuovo Martini con prognosi riservata: il proiettile ha trapassato il gomito e, entrato nel torace, si è confitto presso la spina dorsale. Qualche minuto più tardi sono stati arrestati anche i complici mentre tentavano di abbandonare l'auto della rapina: Giuseppe Orsini, 17 anni, via Assarotti 2, incensurato, fino a quattro settimane fa operaio in una officina; Alfredo Rigotti, 18 anni, via Passalacqua 6, già autore di furti d'auto e in alloggi. Sotto 1 sedili dell'auto c'era una rivoltella cai. 22, guanti di plastica e di pelle, occhiali con lenti scure. Gli agenti erano ancora sul luogo della sparatoria per i rilievi di legge quando si è presentata una donna scarmigliata e in lacrime: « Sono la madre del ragazzo ferito. Era un bravo ragazzo ». Poi è scomparsa. ■k Altra rapina alle 13 nell'ufficio postale di via Vespucci 50. Racconta la titolare, Ermanna Alfonsettl, 52 anni: « Sono entrati due giovani, uno dei quali mascherato con un passamontagna, l'altro con occhiali scuri. Impugnavano grosse pistole ». Nell'ufficio c'erano sei impiegati e una decina di clienti. Uno del banditi, quello con occhiali, è rimasto accanto all'ingresso, tra i clienti: « Non vi muovete, vogliamo solo i soldi, quelli della cassa, non i vostri ». Una donna è scoppiata in lacrime. Il rapinatore ha aggiunto: « Perché piange? Stia tranquilla, ce ne andiamo subito ». Il complice, frattanto, ha avvicinato la titolare: « Fuori i soldi, tutti ». La donna ha indicato un cassetto: dentro c'era quasi un milione. Il giovane ha afferrato il denaro, l'ha messo in una tasca del cappotto. Poi ha gridato: « Guai a chi si muove: grazie a tutti, ci rivedremo presto ». E' corso alla porta, seguito dal complice. Alcuni passanti li hanno visti salire su una « 128 » bianca, scomparsa verso il centro. Mentre polizia e carabinieri erano impegnati nella ricerca della vettura e dei malviventi, nuovo assalto ad una banca in via Pietro Micca 14. Qui c'è l'agenzia della Banca nazionale dell'agricoltura. Erano le 13,15. E' entrato per primo un giovane, sui 2224 anni. Armato e mascherato, ha intimato: « Fermi tutti, è una rapina ». Subito dopo sono comparsi tre complici, tutti armati di pistole. Nell'agenzia c'erano tre impiegati e due clienti. Raccontano: « I rapinatori hanno detto poche parole. Ci minacciavano con le armi, puntandole contro l'uno e l'altro ». Il rapinatore entrato per primo, forse il capo della banda, ha avvicinato il direttore, Giuseppe Stefanini, 48 anni, strada del Nobile 37. «Dov'è la cassaforte?», ha chiesto. Poi però ha raggiunto il settore della cassa, ha aperto tutti i cassetti, afferrando frettolosamente il denaro: circa 5 milioni. I quattro sono usciti di corsa, sono saliti su una vecchia « 1100 » ferma a pochi metri dalla banca. La vettura è stata trovata pochi minuti più tardi da una pattuglia dei carabinieri, vuota. Il rapinatore ferito: Stefano Brunasso Cattarello, 30 anni - L'orefice Pierluigi Farina

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