Non coltivano bietole Scarsità di zucchero

Non coltivano bietole Scarsità di zucchero Dopo la carne, altro settore in crisi Non coltivano bietole Scarsità di zucchero Il prossimo anno dovremo importarne per 200 miliardi di lire La coltura è abbandonata perché rende poco agli agricoltori Difficoltà fino al luglio '74, quando la Cee fisserà nuovi prezzi Dopo la carne, lo zucchero. Non ne abbiamo a sufficienza, dovremo acquistarne all'estero, aggravando ancora la situazione della nostra bilancia commerciale, che per i prodotti alimentari quest'anno è già in passivo di oltre duemila miliardi di lire. Lo zucchero scarseggia, nelle prossime settimane forse andrà ancor peggio e pare che fino all'estate del '74 ci verrà a mancare circa un terzo del quantitativo necessario. L'anno scorso abbiamo dovuto importare materia prima per oltre 80 miliardi di lire; il raccolto di quest'anno è inferiore di 6 milioni di quintali al fabbisogno interno, e la spesa che dovremo sopportare per l'importazione si aggirerà sui 200 miliardi di lire. La grave crisi è stata discussa ieri a Roma in una manifestazione organizzata dal Consorzio nazionale bieticolo (Cnb) e dal Centro nazionale forme associative e cooperative (Cenfac), con la partecipazione di rappresentanti dell'Alleanza contadini, della Cgil, della Federazione alimentarista e delle Adi. Le cause del minor raccolLo sono semplici: gli ;inricoltoii stanno abbandonando le bietole oerché la coltura è poco redditizia, specie in confronto al frumento o al mais. Ciò che è più grave, facendo temere per il futuro, è il prezzo bloccato dalla Cee (le nuove quotazioni saranno fissate il 20 luglio 1974». Difficile acquistare bietole sui mercati mondiali, dove le quotazioni sono in forte aumento: negli ultimi due anni c'è stato un rialzo superiore al 90 per cento. Così, le nostre industrie non hanno convenienza a procurarsi la materia prima all'estero, per poi vendere il prodotto finito in Italia a un prezzo che esse ritengono non remunerativo. Si parla anche di manovre di speculatori e di accaparratori. Il settore bieticolo interes¬ sa in Italia 300 mila coltivatori, 20 mila operai stagionali, 7 mila operai e impiegati fissi, 10 mila trasportatori. Il segretario della Cnb, Coltelli, ha parlato ieri a Roma di « errata politica delle autorità, che non hanno saputo resistere alle pressioni della grande industria saccarifera, che desiderava una diminuzione della produzione per i propri collegamenti con altri mercati produttori». Coltelli ha aggiunto che ha inciso su questo stato di cose anche l'assenza di una qualunque programmazione nel settore della ricerca scientifica, il cui apporto sarebbe stato essenziale per lo sfruttamento dell'idoneità della bietola a essere utilizzata anche come mangime fresco e conservato, con vantaggi anche per la zootecnia. La crisi poteva essere evi- tata quest'estate, quando la J Cee ha fissato il prezzo del- j le bietole per l'attuale cam- pagna. Ma l'aumento, sec.on-1 dò l'Associazione nazionale '. bieticoltori, è stato « irriso- i no, subito annullato dall'in- \ cremento dei costi di produzione » e dalla svalutazione di fatto della lira. Rispetto alla campagna '72-'73, c'è stata infatti una maggiorazione dell'uno per cento per le bietole e lo zucchero; per quelli prodotti in Italia i prezzi d'intervento hanno avuto un altro scatto dell'uno per cento. L'Associazione nazionale bieticoltori, dopo le decisioni Cee, ha subito parlato di aumenti « decisamente inadeguati a coprire l'effettivo incremento dei costi di produzione » e la svalutazione di fatto della lira (circa 18"o). Quindi non si è potuto colmare il divario di reddito tra i nostri bieticoltori e quelli degli altri Paesi comunitari, divario di reddito al quale il bieticoltore non può rimediare, come avviene in altri settori, con l'aumento di prezzo di vendita. Nel settore esiste, di fatto, un limite alla libera formazione del prezzo della bietola, cioè alla libera contrattazione prevista dalla stessa politica comunitaria, limite costituito dall'azione calmieratrice, che praticamente viene esercitata sul prezzo del prodotto trasformato — lo zucchero — dal Cip (Comitato interministeriale prezzi). E' evidente, quindi, che la possibilità di miglioramento del prezzo delle bietole alla produzione è condizionata dall'efficier7a del settore di trasformazione. Lo stesso ministro dell'Agricoltura, Ferrari Aggradi, ha denunciato la crisi in cui si trovano i bieticoltori: « In sede comunitaria — ha detto — ci stiamo battendo per con servare al nostro Paese, nel nuovo " regolamento zucche ro " che andrà in vigore nel 1975. una quota dì produzio ne di 12 milioni di quintali rispetto ai 16 milioni di quin tali che consumiamo ». « Non basta però — ha aggiunto — stabilire la quota, bisogna an che crear'- le condizioni di prezzo e di convenienza per che i produttori continuino a coltivare bietole ». Ma la mancata revisione del prezzo della bietola, dopo la svalutazione di fatto della lira e i maggiori ricavi conseguiti con il mais e il grano, ha fatto diminuire fortemente la superficie coltivata, e quindi compromette le stesse nostre possibilità di ottenere, in sede comunitaria, il mantenimento di una quota di produzione che dimostriamo di non saper raggiungere. A conclusione della manifestazione di ieri, gli interessati alla produzione bieticola hanno sunteggiato le loro richieste, che sono state inviate al governo. Esse comprendono: l'aumento della percentuale spettante agli agricoltori del supplemento al prezzo dello zucchero, l'aumento del 30-40 per cento della remunerazione sui primi mille quintali consegnati di saccarosio, la ripresa di una ricerca scientifica adeguata, l'opposizione al piano bieticolo industriale che prevede una diminuzione delle colture, il perseguimento d'una autosufficienza nazionale con la produzione entro i prossimi cinque anni dei 16 milioni di quintali necessari al fabbisogno, l'aiuto alla cooperazione sia nella produzione che nella trasformazione dei prodotti bieticoli. Dovrà poi essere costituito un fondo nazionale, controllato e gestito direttamente dallo Stato, da finanziare con i proventi dell'imposta sullo zucchero, con gli aiuti di adattamento attualmente destinati ai monopoli privati, con le giacenze della « cassa conguaglio », da ripartire tra le re- gioni Livio Burato

Persone citate: Coltelli, Livio Burato

Luoghi citati: Italia, Roma