Le trattative sulla vertenza Fiat sono entrate in una fase delicata

Le trattative sulla vertenza Fiat sono entrate in una fase delicata S'è discusso sugli investimenti al Sud e l'organizzazione del lavoro Le trattative sulla vertenza Fiat sono entrate in una fase delicata Un rappresentante dell'azienda: "Il nostro errore è stato forse quello di aver messo sul tavolo tutto quello che avevamo" • I sindacalisti : "Vogliono farci discutere su una base diversa dalla nostra piattaforma" - Tuttavia il negoziato prosegue - Un volantino annuncia "l'inizio della lotta a partire da martedì della prossima settimana con tre ore di sciopero in tutto il complesso"; altre nove ore di sciopero previste entro il quindici dicembre Le trattative — in corso a Torino — per i 200 mila della Fiat sono entrate in una fase di acuto nervosismo. Dopo una giornata trascorsa a discutere gli investimenti nel Sud e l'organizzazione del lavoro (toccando, però, anche altri punti: salario e contributi che l'azienda dovrebbe versare per i servizi sociali esterni), quasi improvvisamente le parti si sono « sfogate » con i giornalisti, esprimendo profondo malumore per la piega che sta prendendo il negoziato. I componenti la delegazione Fiat lamentano che i rappresentanti sindacali non si siano resi conto che le proposte fatte dall'azienda in materia di investimenti sono frutto di lunghi studi e che i posti di lavoro e gli stabilimenti non possono essere moltiplicati litigando al tavolo delle trattative e magari scioperando. « Il nostro errore — ha detto il direttore del personale, Cuttica — è stato forse quello di aver messo sul tavolo tutto quello che avevamo, invece di farcì strappare un reparto al giorno e tirare poi fuori un paio di stabilimenti nell'ultima notte. Abbiamo scelto questa strada perché pensavamo ad un modo nuovo di discutere e di affrontare i problemi ». I sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil (che compongono la rappresentanza della Federazione lavoratori metalmeccanici) replicano affermando che la Fiat ha risposto alla «piattaforma rivendicativa» con un contropiano al quale ha dato il carattere di « prendere o lasciare ». « Questo — ha detto il segretario nazionale della Uil meccanici, Mattina — 72ore è il modo di condurre le trattative. E' un atteggiamento ricattatorio. E' il tentativo di farci discutere su una base che è diversa dalla nostra " piattaforma ". Noi non siamo disponibili a un confronto tecnocratico sui numerettì ». Tutto ciò non significa, al¬ meno per ora, che il negoziato venga sospeso, peggio, interrotto. Su questo punto, sia i dirigenti della Fiat che i sindacalisti sono stati molto più cauti. « Siamo abituati — ha detto Cuttica — alle posizioni evasive dei sindacati quando si scende alle proposte agganciate ai fatti. Non ci diamo alla disperazione nera. Continueremo a illustrare le nostre posizioni, approfondendo tutti i punti ». Il sindacalista Mattina (che ha parlato ai giornalisti con a fianco il segretario nazionale della Cgil, Pastorino) rispondendo a una domanda sul proseguimento delle discussioni ha detto: « Torneremo sopra a tutti gli argomenti fino a quando non avremo la certezza che le risposte della Fiat non lasciano più sdazio per andare avanti ». Gli scioperi In un volantino diffuso ieri mattina tra le maestranze della Fiat si annuncia, con una formula non chiara, « l'inizio della lotta a partire da martedì della prossima settimana con tre ore di sciopero in tutto il complesso coti assemblee ». Altre 9 ore di sciopero sono state previste entro il 15 dicembre. In totale dovrebbero dunque essere, in media, sei ore alla settimana. Al segretario Mattina è stato domandato se questo programma potrebbe essere modificato in seguito al non soddisfacente sviluppo delle trattative. Mattina ha risposto: « Non è un programma. L'atteggiamento da tenere lo valuteremo nella riunione del comitato di coordinamento ». Stamane le trattative proseguono. Il comitato dovrebbe riunirsi nel pomeriggio. Per oggi alle 15 è annunciata anche una riunione in municipio con la partecipazione di assessori e consiglieri comunali e « aperta ai consigli di fabbrica», per discutere i problemi dello sviluppo economico e sociale della città e della provincia in rap- porto alla vertenza Fiat. Si tratta di una delle manifestazioni « collaterali », che i sindacati stanno preparando per « coinvolgere » nella trattativa Fiat il più largo numero possibile di persone e di enti. Tornando al negoziato di ieri, le prime espressioni di malumore erano affiorate nel tardo pomeriggio. Il responsabile delle relazioni esterne Fiat, Vittorino Chiusano, uscito un attimo dalla sala delle trattative — dove c'era un fumo irrespirabile — diceva: « Sono sconfortato. La settimana scorsa ci siamo presentati al tavolo disposti a discutere su tutto. Però i sindacalisti rifiutano di entrare nel merito di qualsiasi ragionamento ». A sua volta, il segretario torinese dei metalmeccanici della Uil, Corrado Ferro, uscito anche lui dalla sala « causa fumo », dichiarava ai giornalisti: « Così non si può andare avanti. La Fiat ripete con monotonia le stesse cose ». Alla sera il primo ad esprimere « stupore ed amarezza » per come procedevano le trattative era il responsabile dello sviluppo aziendale Fiat Gianmario Rossignolo (che più tardi il sindacalista Mattina ha definito polemicamente « un grosso tecnocrate innamorato dei numeri»), «Le proposte di investimenti che abbiamo presentato ai sindacati — ha detto Rossignolo — sotto frutto di un lungo e faticoso lavoro di ricerca e di valutazione delle varie possibilità, che ci ha impegnati per mesi. Adesso, al tavolo della trattativa, mi trovo dì fronte a gente la quale pensa che gli autobus o i treni che si possono vendere in Italia, e di conseguenza i posti di lavoro che si possono creare e gli stabilimenti che si possono costruire, crescano se invece di tre giorni si discute per ire mesi. Che siano, cioè, tutti elementi modificabili con un semplice negoziato. Noi i programmi li facciamo sui dati e sui fatti. La cosa che siamo disposti a rivedere in ogni momento sono questi dati e questi fatti. Ma i sindacati si rifiutano di entrare nel merito. Si limitano a dirci: "I posti di lavoro che proponete per il Sud sono pochi, nella 'piattaforma' ne chiediamo di più ". E' sbagliato credere che i posti di lavoro spuntino per una vertenza contrattuale. Non ha senso. Non è fattìbile. Abbiamo domandato ai sindacalisti su che base facevano le loro richieste. Ci hanno risposto: "Sulla nostra sensibilità " ». Minuetto I problemi dell'organizzazione del lavoro sono stati trattati dal responsabile del personale Fiat, Umberto Cuttica: « La nostra amarezza deriva dal fatto che stiamo constatando di essere tornati al minuetto di tutte le trattative (insoddisfazione, giudizi negativi, agitazione, sciopero) su delle materie che non possono essere oggetto di scontro, ma devono essere discusse con dei dati ». Cuttica ha fatto due esempi. « Prendiamo le isole di montaggio. Noi abbiamo annunciato da mesi che ci accingiamo a fare degli esperimenti: a Termoli le isole per il montaggio dei motori saranno affiancate alla linea tradizionale: a Rivalta proveremo le isole per il montaggio delle scocche che presentano maggiori difficoltà. Abbiamo bisogno di sapere se i nuovi sistemi funzionano, se la gente li gradisce e quanto costano. Se non procedessimo così, saremmo degli irresponsabili. A fare questi esperimenti in Europa siamo all'avanguardia. Ebbene, i sindacati ci chiedono di fissare tempi e modi per l'estensione ». Il petrolio Cuttica ha proseguito: «Prendiamo un altro esempio, quello della verniciatura. Abbiamo sperimentato la verniciatura a polvere delle ruote delle auto. Sulle ruote funziona. Tenteremo di farlo anche sulle carrozzerie. Loro ci chiedono di stabilire dei tempi e noi oggi non sappiamo nemmeno se il sistema funziona. Sarebbe come pretendere di aprire una vertenza con ì medici per stabilire ì tempi e i modi entro i quali dovrà essere trovato il vaccino contro il cancro. Sarebbe un'assurdità». Usciti dalla sala stampa i dirigenti della Fiat, sono enentrati i due segretari dei metalmeccanici Mattina e Pastorino. Scuri in volto e visibilmente nervosi, hanno domandato ai giornalisti: « Che cosa vi hanno detto i dirigenti della Fiat? ». Avute le informazioni, hanno cominciato la loro requisitoria. « La Fiat — ha detto Mattina — ci ha presentato il suo piano sul quale pretende di farci discutere. Questo tipo di impostazione impedisce il negoziato. Tra l'altro, per gli stabilimenti della Piana del Sele e della Valle di Sangro hanno cambiato versione una volta al giorno. Adesso hanno introdotto anche la variabile della crisi petrolifera. Per gli autobus l'unica proposta è di spostare lo stabilimento di Cameri (Novara) nel Sud. Per gli aerei i 3 mila posti di lavoro promessi nel 1971 sono diventati 500 perché, dicono loro, ci sono incognite sul comportamento delle compagnie aeree. Il grosso tecnocrate Rossignolo ci propina dei numeri. Ma noi alla gente del Sud non possiamo dare i numerettì e le intenzioni di Rossignolo ». Sergio Devecchi

Luoghi citati: Cameri, Europa, Italia, Novara, Rivalta, Termoli, Torino