Il "piano,, di Giolitti sull'economia difficile di Giulio Mazzocchi

Il "piano,, di Giolitti sull'economia difficile Consegnato giorni fa a Rumor Il "piano,, di Giolitti sull'economia difficile Le conclusioni sono simili a quelle di La Malfa - Due preoccupazioni di fondo: il peggioramento dei nostri conti con l'estero; il pericolo che siano insufficienti i fondi bancari per gl'investimenti (Nostro servizio particolare) Roma, 26 novembre. Viene oggi reso noto il rapporto consegnato 10 giorni fa da Giolitti a Rumor sulla situazione economico-finanziaria del Paese, dopo che sabato è stato pubblicato quello di La Malfa. Due sono le preoccupazioni di fondo del ministro socialista del Bilancio: il peggioramento dei nostri conti con l'estero dopo l'aumento di prezzo del petrolio; il pericolo che risultino insufficienti i fondi bancari per gli investimenti nella parte conclusiva di quest'anno. Giolitti fa una richiesta per il 1974: coordinare ogni azione all'obiettivo d'una crescita del 6 per cento del reddito nazionale. Il governo ha già preso le sue decisioni per quanto concerne l'aggravamento dei conti con l'estero derivante dal nuovo prezzo del petrolio. Ai fini di una polemica politica che è in atto, conviene riferire che se il governo ha preso le misure di razionamento in rapporto alla diminuzione delle forniture arabe, già la relazione Giolitti chiedeva una quasi uguale riduzione di consumi, determinata dalla necessità di contenere il disavanzo della bilancia dei pagamenti. L'esigenza di diminuire il nostro disavanzo con l'estero è vista da Giolitti solo in rapporto al consumo petrolifero (per ia sua parte di sprechi). Il suo documento afferma che se, in seguito, occorresse un'ulteriore riduzione del disavanzo, si dovrebbe ricorrere ad altre restrizioni dei beni di consumo, utilizzando strumenti amministrativi e fiscali. Questa formula significa: contingentamento di talune importazioni o aumento dell'aliquota Iva su di esse. Più intensa e assai più sviluppata, nel momento, è la preoccupazione che il credito bancario possa non bastare allo sviluppo degli investimenti. Questa preoccupazione deriva dall'esame di stime effettuate dalla Banca d'Italia per fine settembre, secondo le quali la creazione di moneta effettuata per finanziare le esigenze del Tesoro dello Stato sarebbe percentualmente diminuita nella parte ultima di quest'anno. Mentre nel secondo semestre '72 e nel primo del '73 la quantità di mo¬ neta è aumentata del 20 per cento, crescerebbe del 18 nel presente semestre, lasciando appena il più 8 per cento, contro il precedente più 10, al finanziamento degli investimenti. In termini assoluti si teme un buco di 300 miliardi per gli investimenti nel trimestre in corso. Quanto ai rimedi, cioè alle decisioni di politica economica che il governo dovrà prendere dopo l'esame della situazione a livello di ministri e di segretari dei partiti di maggioranza, Giolitti, oltre alla riduzione delle importazioni petrolifere, chiede che si contenga «nel medio se non nel breve periodo» il nostro deficit alimentare verso l'estero, con un rilancio della politica agricola. E' un settore per il quale sembra che Giolitti chieda una spesa pubblica aggiuntiva, per correggere lo squilibrio agricolo. Il documento conclude collegando l'obiettivo di far crescere del 6 per cento il reddito nazionale con il contenimento delle spinte inflazionistiche, fissati nel luglio scorso. Questi obiettivi sono tre: mantenere all'incirca uguale tra '73 e '74 il deficit dello Stato (scendendo da 7700 a 7300 miliardi); mantenere pressappoco uguale il deficit con l'estero; mantenere attorno all'8 per cento il tasso di svalutazione del '74, contro Giulio Mazzocchi (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

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