Molti sacrifici per gli agricoltori con le "restrizioni,, sul petrolio

Molti sacrifici per gli agricoltori con le "restrizioni,, sul petrolio NOTE DI AGRICOLTURA Molti sacrifici per gli agricoltori con le "restrizioni,, sul petrolio Spenderanno 25-30 miliardi Tanno in più per l'aumento dei carburanti - Ferrari Aggradi: almeno adesso ci sarà il gasolio - Disagi per il divieto di circolare in auto la domenica (in campagna non ci sono tram) Danni per gli agricoltori che vendevano i loro prodotti ai cittadini - Maggiori spese per i contadini-operai (Nostro servizio particolare) Roma, 24 novembre. Le misure per risparmiare petrolio ed energia elettrica colpiscono ancora una volta il mondo agricolo, anche se offrono la sicurezza che non mancherà il gasolio nelle campagne (di questo argomento parliamo più diffusamente in un altro articolo in questa stessa pagina). Lo riconosce anche il ministro dell'Agricoltura, Ferrari Aggradi: « L'aumento del prezzo del gasolio per l'agricoltura è un provvedimento oneroso, che costituisce un nuovo aggravio per le campagne; ma ciò che a noi stava e sta a cuore è soprattutto la certezza di avere le quantità di gasolio necessarie ». «Il ministero dell'Industria e il Consiglio dei ministri — ha detto Ferrari Aggradi — hanno riconosciuto all'agricoltura la priorità assoluta, subito dopo gli ospedali e le scuole, ed hanno assicurato di darci il cento per cento di guanto abbiamo consumato 10 scorso anno. Attendo che l'impegno sia rigorosamente mantenuto e che si tolga così una causa di incertezza e di turbamento che ha danneggiato gravemente l'agricoltura in questi ultimi tempi ». « Attendiamo provvidenze compensative — ha concluso Ferrari Aggradi — ma attendiamo soprattutto che il gasolio ci sia dato davvero nelle quantità promesse ». Da ieri, la benzina agricola è passata al prezzo, senza Iva, di lire 57,50, con un aumento di 19 lire di cui 18 vanno alla raffineria e 1 lira alla distribuzione; il gasolio va a 52,50, sempre senza Iva ( + 19 lire rispetto al prezzo precedente, di cui 18 lire alla raffineria e 1 lira alla distribuzione); il petrolio agricolo va a lire 53,60. Tutto ciò porterà agli agricoltori un aggravio di 25-30 miliardi all'anno. La cosa non sarebbe tanto grave, se anche i prezzi di vendita fossero flessibili. Ci si trova invece di fronte a un blocco rigido (almeno fino a Natale) e soprattutto con i prezzi d'intervento già fissati per il 1974, il che farà ancora una volta peggiorare 11 rapporto tra costi di produzione e ricavi. Lo sottolinea la Confagricoltura: « Se si pensa che le necessità agricole in materia di gasolio sono inferiori al 2 per cento del consumo nazionale italiano, emerge in tutta la sua drammaticità l'incapacità di assicurare rifornimenti essenziali per settori determinanti anche quando queste necessità sono contenute in misura modesta ». « I problemi — dice il comunicato della Confagricoltura — sono resi più difficili dallo stato di abbandono nel quale viene lasciato il settore da parte del governo, mentre crescono i costi di produzione delle aziende per effetto, tra l'altro, dell'aumento del cesto del denaro e dello stesso gasolio e si preannunciano aumenti dei fertilizzanti che per altro già scarseggiano in molte zone del Paese ». Più che sul rincaro dei carburanti, il presidente della Coldiretti, Bonomi, si è soffermato sull'urgenza di provvedimenti che assicurino il costante e regolare afflusso del gasolio per usi agricoli ai consumatori. Fasi delicatissime, quali quelle della mietitura e della trebbiatura del grano, in giugno ed in luglio, e quella, attuale, della semina, hanno visto gli agricoltori in gravi difficoltà a causa della scarsità del carburante. « In molte province — ha aggiunto il presidente della Coldiretti — si è rischiato di vedere, per queste ragioni distrutto l'intero raccolto ». Oltre a quello del carburante — ha aggiunto Bonomi — vi è il problema dei concimi: per ottenere un aumento della produzione agricola occorre un incremento della resa per ettaro ancor più che un aumento della superficie coltivata; un aumento della resa, tuttavia, richiede a sua volta abbondanza di concimi tanto fosfati che azotati. Ma altri disagi, forse meno diretti o meno appariscenti, ma non meno duri, colpiscono i lavoratori dei campi, in seguito alle decisioni del governo. Il divieto di circolare in auto la domenica e i giorni festivi è certamente pesante per i cittadini; ma questi, se non altro, possono servirsi dei tram e dei pullman. Come faranno gli agricoltori ad andare a trovare il parente che abita nel paese vicino? Come faranno i giovani a venire in città per la partita? L'isolamento sociale si farà sentire ancora di più nelle nostre campagne, e l'esodo forse diventerà ancor più massiccio (sempre che le restrizioni non chiudano le porte delle fabbriche ai lavora-1 tori dei campi). Altre conseguenze negative le sopporteranno gli operai-contadini, ' qdflurdilrvdtdtrsbscj quei lavoratori part-time che dividono la loro fatica tra la fabbrica e il campo o la stalla: con la benzina più cara, un'altra fetta del loro magro reddito salterà via. Infine, a chi venderanno davanti alle cascine le uova, il vino, il salame, i polli, se la domenica la gente dovrà restare in città? Ancora una volta, sono colpiti i cittadini meno abbienti. Lo mette in rilievo l'Alleanza Contadini, che afferma: «L'aumento del prezzo dei carburanti ricade pesantemente sui consumatori e sui ceti meno abbienti. Si sta ripetendo, in sostanza, quello che è accaduto con le misure sul blocco dei prezzi, che hanno colpito duramente i contadini, lasciando intatti i profitti dell'industria di trasformazione, dì commercializzazione e tutta la fascia della speculazione intermediaria ». Ancora una volta, a giudizio dell'Alleanza, « il governo ha attuato delle misure congiunturali necessarie, senza però collocarle in un piano programmatico e senza collegarle alle necessarie riforme. In quanto all'agricoltura, la mancanza dì fertilìzzan t ti. l'aumento del prezzo del i gasolio per i motori agricoli, i l'inevìtabile spinta all'aumen-1 to dei costi dovuta al rinca- ì ro della benzina, non potra?ì-1 no che avere ripercussioni negative sul reddito dei colti- vatori e sulla produzione agricola ». In conclusione, le drastiche misure del governo per ridur- re i consumi di benzina e ga- solio colpiscono l'agricoltura in maniera più grave che non gli altri settori produttivi, se non altro perché l'agricoltura è più debole, non per sua colpa, ma perché è stata troppi anni abbandonata a se stessa. Basti pensare alle con dizioni degli allevatori, che da mesi producono in perdi- ta: gli avicoltori ci rimettono in media 200 lire per ogni chi- lo di carne prodotta, i suini- coltori 8 mila lire a capo, gli I allevatori di bovini perdono | il 20 per cento di quanto in i vestono. Eppure anche gli allevatori avranno adesso un forte ag ; gravio nelle spese: più caro j il gasolio per i trattori e per i il riscaldamento, più cara la ! benzina per la loro auto e per ! i trasporti dei prodotti e del ! le materie prime. Non ci si deve stupire, quindi, se altre stalle si chiuderanno, se dovremo sempre più ricorrere all'estero per comperare carne, se i 4 miliardi di deficit 1 giornaliero saliranno ancora, ! fino a diventare un buco in ! colmabile nella nostra bilan1 eia commerciale. ! Livio Burato

Persone citate: Bonomi, Livio Burato

Luoghi citati: Roma