Tracce di sangue e orme di scarpe trovate in un campo: forse sono del medico rapito

Tracce di sangue e orme di scarpe trovate in un campo: forse sono del medico rapito Centinaia di agenti a caccia dei banditi nel Sassarese Tracce di sangue e orme di scarpe trovate in un campo: forse sono del medico rapito Si pensa che i fuorilegge debbano ancora raggiungere un nascondiglio nel Supramonte di Orgosolo - Una nuova banda "specializzata" in medici: è il terzo rapimento in un mese (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 24 novembre. Centinaia di carabinieri, agenti di p.s. e volontari sono stati impegnati per tutta la notte e per tutta la giornata alla ricerca del dottor Giovanni Antonio Sanna, l'ufficiale sanitario cinquantottenne dì Pattada (Sassari) rapito ieri sera in una sua tenuta nelle campagne del paese da tre banditi armati e mascherati. Nel corso delle battute che si stanno svolgendo in una vasta zona compresa tra Ozieri, Pattada, Bultei, Osidda, Nule e Bitti, sono state trovate da un gruppo di guardie campestri macchie di sangue ancora fresche e un varco in un muretto a secco nelle campagne di Bitti. La scoperta è stata fatta nel pomeriggio e questo — secondo gl'investigatori — lascia supporre che i banditi non abbiano ancora raggiunto il loro nascondiglio che si presume sia il Supramonte di Orgosolo, triste meta di quasi tutti i sequestrati, praticamente inaccessibile alle forze di polizia. Le tracce di sangue, verosimilmente, apparterrebbero al dottor Sanna il quale, come ha riferito il contadino del professionista, Antonio Pitza- lis, che si trovava con il medico ieri, e che è l'unico testimone del sequestro, è stato colpito con il calcio di un mitra da in bandito quando ha tentato di sfuggire al rapimento. Le tracce sono state attentamente esaminate dagli agenti della Scientifica: nella terra, oltre il sangue, si notano le orme di scarponi e strisce lasciate quasi sicuramente da scarpe trascinate sul suolo. Comunque appare strano che i fuorilegge, che hanno avuto qualche ora di vantaggio prima dell'allarme e prima che scattasse il dispositivo delle ricerche e poi tutta la notte per proseguire il loro viaggio verso le montagne di Orgosolo, non abbiano ancora raggiunto il loro nascondiglio. Un pastore, del quale non è stata resa nota l'identità, è stato interrogato stamane nella caserma dei carabinieri di Osidda in relazione alle prime indagini sul rapimento. L'uomo, secondo quanto si è potuto apprendere, sarebbe il proprietario di un ovile accanto al quale sono state rilevate le impronte lasciate dalle scarpe dei banditi e dell'ostaggio e che indicano la direzione verso il Supramonte. Il pastore potreb- be quindi aver visto passare il gruppo di persone che si allontanava verso le campagne di Orune. Le impronte sono infatti ben chiare a partire dal luogo in cui è stata abbandonata l'auto del professionista, in località «Sa Pasti a», non molto distante dalla tenuta del professionista. Sull'esito dell'interrogatorio non si è saputo nulla. E' questo del dottor Sanna il terzo rapimento compiuto contro medici sardi nel breve arco di tempo di 38 giorni. Il 16 ottobre scorso il medico condotto di Ottana, Fernando Ninna, venne sequestrato mentre rientrava in paese e rilasciato dopo 22 giorni di prigionia ed il pagamento di circa 20 milioni per il riscatto. La mattina del 6 novembre i fuorilegge tentarono di rapire l'ufficiale sanitario di Baddusò, Piero Doneddu ed il fratello Giuseppe. La reazione inattesa dei due designati che riuscirono a ripartire a bordo della loro auto, prese in contropiede i fuorilegge che si videro costretti a fuggire prima che i fratelli Doneddu riuscissero a raggiungere Baddusò e dare l'allarme. I banditi comunque spararono contro la vettura in fuga e ferirono di striscio il dottor Doneddu, che però potè raggiungere ugualmente la caserma dei carabinieri. Uno dei presunti esecutori del tentativo di sequestro, Nicolò Liberto Succu, di 24 anni, vigile urbano in prova al comune di Orgosolo, fu arrestato qualche ora dopo. Ieri sera è stata la volta del dottor Giovanni Antonio Sanna, sposato, padre di sei figli, da vent'anni ufficiale sanitario di Pattada e sembra anche facoltoso. Dei sei figli, quattro studiano a Cagliari e sono seguiti negli studi dalla madre: appena appresa la notizia del rapimento, la signora ed i figli sono rientrati a Pattada unendosi agli altri parenti, per i quali ora comincia la trepidante attesa della richiesta del riscatto. Il banditismo sardo pare abbia preso di mira i medici, forse credendo di trovare in loro quelle vittime alle quali è facile portar via molto denaro. Il medico di campagna è costretto infatti a spostarsi frequentemente ed a percorrere quasi sempre gli stessi itinerari e questo agevola in parte l'opera dei delinquenti. Tra l'altro, quando era prigioniero, al dottor Ninna i banditi sembra abbiano detto spesso che i medici guadagnano molti soldi e che pertanto sarebbero stati oggetto delle loro «attenzioni». Questo nuo¬ vo atto di banditismo confermerebbe l'esistenza di una banda specializzata in sequestri di medici. C'è da augurarsi che questa sia soltanto una supposizione e che non ci si trovi di fronte ad una nuova «anonima sequestri» specializzata. m. g.

Persone citate: Antonio Pitza, Giovanni Antonio Sanna, Nicolò Liberto Succu, Piero Doneddu, Sanna