L'elettore socialista di Paolo Vittorelli

L'elettore socialista La lettera del sabato L'elettore socialista Un campione di due milioni di elettori non c l'intero corpo elettorale. Ma è pur sempre un campione abbastanza ampio: rappresenta ben cinque per cento degli elettori. 11 loro giudizio offre quindi serie ragioni di meditazione. Le ha offerte ai socialisti, che sono i principali vincitori della tornata elettorale amministrativa della settimana scorsa. Le deve offrire anche agli altri partiti. L'ampiezza dei consensi conseguiti dal psi costringe in particolare questo partito a quel dovere di « fedeltà verso il corpo elettorale », più volte avanzato dopo le elezioni del 1972 in seno alla democrazia cristiana per giustificare le scelte fatte in quell'epoca. Verso quali orientamenti del corpo elettorale 1 socialisti sono ora chiamati a essere fedeli? Vediamo anzitutto il quadro generale nel quale si inserisce il voto socialista. 11 dato complessivo dal quale conviene partire è quello del voto nei Comuni superiori a 5 mila abitanti, dove si è votalo con la proporzionale, onde paragonarlo ai risultati delle politiche del 1972 nei medesimi Comuni. E' una base di partenza leggermente più favorevole al psi. Ma e scientificamente più rappresentativa, perche l'aggiunta dei voti espressi nel TrentinoAlto Adige introdurrebbe nella comparazione anche l'elettorato di lingua tedesca, che esiste solo in quella regione, deformando il significato nazionale del voto. In base al campione da noi preso in considerazione, è assai probabile che in nuove elezioni politiche non si esprimano più né una maggioranza antidivorzista né un'alternativa di centro, neppure di stretta misura, come quella sperimentata all'inizio di questa legislatura. La perdita di voti del msi (passato da 8,6 a 5,9 per cento) e quella del pli (da 2,7 a 1,5 per cento) lo confermano, sebbene la de sia rimasta abbastanza stabile, come del resto nel 1972, quando tutti prevedevano un forte calo di voti di questo partito. E ciò dovrebbe contribuire a dissipare qualche tentazione, supposto che vi sia stata, di andare a nuove elezioni con una de meglio strutturata. Il ritorno al centro-sinistra, invece, non è costato nulla alla de: computando nella sua percentuale anche una parte dei voti della lista mista dcpsdi di Ravenna e quelli di liste miste di centro-sinistra, la de ha conservato più o meno i suoi voti del 1972. Questa svolta a sinistra ha inoltre permesso al psdi e al pri di guadagnare circa un punto a testa ed ha consentito al psi il balzo spettacolare da 9,5 a 14,6 per cento, aumentando i suoi voti di oltre il 50 per cento. Il psi era fin qui due volte il psdi e due volte il pri: ora è quasi tre volte ciascuno di questi due partiti: e poco meno della metà della de e poco più della metà del pei. Quanto al msi, che stava raggiungendo il psi. ora è circa un terzo del psi. Da dove vengono i nuovi elettori socialisti? Che cosa vogliono? Quale impegno impongono al psi? 1 voti socialisti vengono in massima parte dall'estrema sinistra. Il psi ha avuto 5,1 per cento di voti in più. I partiti a sinistra del psi (compreso il psiup, che nel frattempo si è sciolto) hanno complessivamente perduto 4,8 per cento di voti (di cui 2,3 per cento del psiup). Si tratta quindi di un elettorato prevalentemente operaio e contadino, che torna ai socialisti, ritenendo che, nelle attuali condizioni, siano i migliori garanti dei loro interessi. Traduciamo ora questo impegno in termini politici, nel quadro di un centro-sinistra in cui il psi è il partito che consegue il vantaggio più impressionante dalle elezioni: 1. - Gli elettori hanno approvato il ritorno del psi al governo e l'azione fin qui svolta dai ministri socialisti, per difendere i diritti dei lavoratori, il loro livello di vita e la stabilità dell'occupazione operaia. 2 - Questi stessi elettori, specialmente quelli nuovi, confidano che il psi eserciti una forte pressione in seno al governo per passare rapidamente alla fase due e per determinare il governo stesso ad avviare subito un'azione programmatrice e riformatrice e una politica di rilancio degli investimenti nel Sud. 3 - E' stata data al psi una forza sufficiente per svolgere questa azione (è diventato stabilmente il terzo partito italiano), allo scopo d'impedire, come in qualche occasione passata, una sua presenza passiva al governo e un suo cedimento rispetto alla parte più moderata della coalizione, tanto da trasformare il centro-sinistra in un neo-centrismo di fatto. 4 - Questo risultato socialista si inserisce in un quadro globale che vede un forte calo missino. Gravi perdite liberali ed un contemporaneo aumento degli altri due partiti laici, psdi e pri: tutti fattori i quali impongono ah socialisti una vigorosa azione antifascista, riformatrice e laica in seno al governo e nel Paese. 5 - Lo spostamento generale a sinistra del corpo elettorale, imperniato, nel settore di sinistra, nel psi. impone ai socialisti di custodire gelosamente il nuovo tipo di rapporto tra socialisti e comunisti e il dialogo tra governo e sindacati. Pur nella piena lealtà di rapporti tra psi e governo e psi e altri partiti di centro-sinistra, la funzione che i socialisti svolgono in seno al movimento operaio rappresenta dunque un contributo essenziale al nuovo clima di convivenza civile che si è stabilito in Parlamento e nel Paese, al quale i socialisti stessi, specie dopo il voto di domenica, non possono e non debbono rinunciare, se non vogliono perdere, nella grave crisi che travaglia il Paese, la funzione di partito cerniera e di forza di stabilizzazione democratica della società italiana. Paolo Vittorelli

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