Una domenica diversa

Una domenica diversa Una domenica diversa Come sarà Torino alla domenica, quando non si potrà circolare in macchina? Difficile prevederlo. Ci sarà più gente, questo è ovvio, anche se una minoranza riuscirà sempre a fare weekend partendo al sabato in macchina o nella stessa domenica con treni e pullman. Comunque ci sarà più gente che resterà in città: forte la percentuale di coloro che prima erano abituati a fare la gita, ad andare in campagna o in montagna ecc. ecc. e che ora saranno obbligati a rinunciarci. Quindi la massa domenicale cittadina sarà formata per metà, almeno, di persone scocciate e stizzite che chinano la testa alle imposizioni della austerità nazionale. Ora questa gente, a piedi, che farà? Potremmo dire che avrà l'opportunità, scomparso dt colpo il flusso delle macchine, la circolazione convulsa, il frastuono, l'inquinamento ecc. ecc. di ammirare con tranquillità e bell'agio le innumerevoli bellezze della nostra cara Torino in una dimensione serena, di silenzio e di calma, quasi in un clima ottocentesco... Potremmo dirlo, ma non lo diciamo perché ci suona tanto re¬ Illlltllllllllllllllllltllllllllllllllllll I torico. E oltre a tutto, impru- I dente. E se la città completa- ] mente senza traffico, ci apparisse vuota ed estranea, lieve- j mente sinistra, con i passi dei | deambulanti che risuonano sul selciato come nei film gialli? Pasteggiare, passeggiare. Va I bene. Niente di più bello che ; l'Incedere festoso del popolo sotto i portici e per i marcia- > piedi, e lo sdamare lieto delle comitive e dei bimbi per i par- ì chi e i giardini. Corriamo al Valentino! Disperdiamoci lietamente per le straducce della col- \ lina! E poi, camminare non fa- i vorlsce la circolazione del sangue, non tonifica i muscoli, non snellisce, non stimola? (In lempi dt guerra, trent'anni fa, si dicevano, fatte le debite pròporzioni, le stesse cose: andare a piedi irrobustisce, il poco ci- i bo elimina i grassi nocivi al- \ l'organismo, la vita scomoda ] tempra le generazioni ecc. ecc.). Sì, sì, le passeggiate sono allettanti e romantiche, la questione è che comincia a far freddo. Per un po' uno ce la fa a stare fuori ad ammirare le bellezze di Torino senza auto j (occhio però a non farsi schlacdorè dai mezzi pubblici, dalle macchine delle forze armate e \ MI ■llllllllllllllllllllMItllMlllllliltllllilil della polizia, dai taxi e dagli « autorizzati » a circolare): ma poi, raggelato, dove st sbatte? Riscoprire il caffè, la pasticceria, il bar del proprio quartiere e trascorrere lì mezzo pomeriggio sorbendo una delicata tazza di cioccolata con la panna? Fa molto Gozzano, ma abbiamo i nostri dubbi che esistano ancora in quantità gli ambienti adatti allo scopo, con i tendaggi, le luci discrete, il cameriere rapido e silenzioso... Il più delle volte sono posti dove si fa tutto dt fretta, con il neon violento c ti juke-box efte rompe 1 timpani. Cinema. Ecco, i cinema saranno probabilmente il grande rifugio. I cinema saranno, si presume, massicciamente frequentati, presi d'assalto, specie i cinema sotto casa... E poi, cosa resta? Vediamo un po'. Bici? Causa la temperatura, è per soli atleti. Musei, biblioteche, cultura? Non illudiamoci. Ah, sì, resta la televisione. Sta' a vedere che « Canzonisstma » per la cui nuova collocazione molti avevano protestato indignati, rischia, grazie alle misure di austerità, di avere un insperato e immeritato rilancio. u. bz.

Luoghi citati: Gozzano, Torino