Torna il derby a Genova otto anni dopo

Torna il derby a Genova otto anni dopo Torna il derby a Genova otto anni dopo TTWfTéÈ^M Giuseppe Andreotti: "Se ^FàZ^m ja gamp riuscirà a farcela, lanceremo in cielo un bandierone" - Gianni Barabino: "Il tredicesimo del Genoa siamo noi" (Dal nostro inviato speciale) Genova, 22 novembre. ««Nemici? No, non esageriamo. Nemico è l'agente delle tasse, nemica può essere la suocera ficcanaso: genoani e sampdoriani sono soltanto rivali». Forse è nero, nel calcio non c'è vero odio, come dice Gloriano Mugnaini, medico di professione e, per hobby presidente di tutti i club blucerchiati. Però in questi giorni che precedono il derby ci sono mariti che fumano il doppio e mangiano la metà; e ci sono ragazzini che ancora non sanno che domenica è un giorno storico, e prendono scapaccioni per nulla. E' cominciata la lebbre, e sta già diventando frenesia. C'è chi si è preso un enfisema polmonare a forza di gridare allo stadio e di fumare una sigaretta dopo l'altra: «Ora mi aiuto col megafono», spiega Giuseppe Andreotti, con voce roca. Ha 60 anni, è un capo dei tifosi sampdoriani, gestisce il bar «Beppe», ritrovo degli sportivi: quando i blucerchiati vincono, da lui si beve gratis: quando perdono, i suoi clienti sono quasi tutti genoani, ordinano una birra e lo prendono in giro, e lui se potesse maggiorerebbe i prezzi. «Se la Samp riesce a farcela — spiega Andreotti — lanciamo in cielo un bandierone grande più di un biliardo, attaccato a dei palloncini. E poi beviamo e cantiamo fino a notte. Ma senza far troppo chiasso. Si fa chiasso quando una vittoria è in attesa, noi invece sappiamo di essere più forti». Sua moglie lo accusa di essere più innamorato della Samp che di lei, in casa ogni tanto c'è baruffa. E c'è stata baruffa, qualche volta, anche nel suo bar: «Volevano sfasciarmelo, dicevano che ero un traditore, perché avevo seguito il Genoa a Bergamo nell'anno degli spareggi. I rossoblu hanno dei ragazzini che non gridano abbastanza, non sanno usare il megafono: io invece so urlare per 90 minuti consecutivi, cosi sono andato a dare una mano al Genoa, che c'è di male?». Niente, però se il suo locale non è andato in pezzi, è j stato un miracolo. Il tifoso della Samp è soprattutto un anti-genoano, e viceversa, j anche se pochi sono disposti ad ammetterlo. E' cosi per tradizione, e chi fa qualche passo per avvicinarsi alla barricata viene segnato a dito. «Il Genoa in serie C — spiega Andreotti — era un dramma per tutta la città, quindi anche mio. Non volt che retrocedesse ancora, lo conlesso. Ma ; vallo a far capire agli altri. Una specie di linciaggio morale come j se avessi venduto la patria». Ma ; poi si è riabilitato: un degente \ dell'Atalanta, un giorno, gli chiese ; addirittura se sì fosse drogato, [ tanto urlava «viva la Samp!». I tifosi rossoblu sono il doppio, \ forse il triplo di quelli blucerchiati- una lotta impari, sugli spalti. I club genoani, quando la squadra era in C, riuscirono ad affittare ! una nave ed a riempirla per una ì partita in Sardegna, e molti rimasero a piedi; dopo la promozione in serie B la «Michelangelo» arrivò a New York con la bandiera rossoblu accanto a quella tricolore Ma il signor Andreotti dice che alla base di tutto questo c'è un grosso equivoco: «La gente ! crede che il Genoa sia la più ver-1 chla società di calcio, ma la vera ! squadra della città è la Samp, na. j ta dalla fusione tra l'Andrea Doria ed il Sampierdarena, due club ancora più antichi di quello rossoblu. Due società in cui si parlava genovese, non un misto di genovese e di inglese, come accadde appunto al Genoa quando nacque. C'era un monte, con relativa galleria, che divideva Genova da Sampierdarena: ora Sampierdarena e Genova sono la stessa cosa, ma alcuni non se ne rendono ancora conto, per loro è come se il tempo si fosse fermato». andreotti va a tutte le partite (e quando va in trasferta, per tener buona sua moglie arriva con un regalo). Lui col megafono, Damiano D'Amoia — un napoletano superstizioso, che getta il sale sul campo prima del via — con il tamburo, un fabbro ferraio con la grancassa. «L'anno scorso — spiega Andreotti — sono mancato a tre incontri, stavo male. Sono venuti a cercarmi persino nel bar. Perché vede, se non ci sono io, la Samp non vince, sono il portafortuna. I giocatori hanno bisogno di me come del loro allenatore, o quasi. Mi guardano, li saluto e loro si sentono più tranquilli». Chi non si è sentito molto tranquillo, l'anno scorso, è invece Edilio Buscaglia, proprietario d'un ristorante frequentato dai giocatori della Samp: «Dopo il pareggio con la Roma — dice — i tifosi volevano picchiare Heriberto, che si trovava nel mio locale con i giocatori. Ho avuto paura. Sono uscito dal ristorante, ho cercato dalgsg«lna di stare calmo, li ho convinti ad andarsene. Ma che fatica». «Mi viene la pelle d'oca e mi luccicano gli occhi — dice Buscaglia — quando vedo che la Samp sta per segnare». E' proprio un grande amore, il suo. E aggiunge: «Mi sono commosso anche dopo la vittoria dei blucerchiati a Torino I giocatori sono venuti da me a far festa-, champagne a fiumi, anche contro le pareti. Heriberto beveva, era allegro, forse anche un po' brillo. Sembrava felice come gli altri, e sicuramente lo era, anche se sapeva che come premio avrebbe ricevuto la lettera di licenziamento». Poi conclude: «Comunque, il derby lo vinciamo noi: la Samp gioca all'inglese, un gioco maschio ma senza scorrettezze. Ha più esperienza, è più squadra. Domenica sera si brinda di nuovo». Ma i tifosi del Genoa, è chiaro, non sono d'accordo. Aspettano il momento magico da otto anni. | hanno subito sconfitte e umilia! zioni, sono stati derisi. Hanno una gran rabbia, dentro, e una sej te di rivincita che soltanto un I trionfo nel derby potrà spegnere. Il presidente del Genoa Club Grifone si chiama Gianni Barabino, è | proprietario d'un'officina meccanica: ha corso in motocicletta fino a 32 anni, ora si diverte a fare l'attore dialettale. Ha i baffi ed è un po' capellone, ma spiega subito che non va dal parrucchiere da mesi per esigenze sceniche. Diva-1 ga un po', spiegando che nella commedia dovrà dire parecchie battute spiritose, tipo questa: «Signora, le è morto il marito? Allegria, allegria: pensi se le moriva anche la figlia». Sarà un gran successo. Poi dice: «Siamo una massa di matti. Per il Genoa abbiamo fatto salti mortali, abbiamo anche trascurato la famiglia. La squadra era in C, praticamente i dirigenti non esistevano più, i giocatori non prendevano lo stipendio: le azioni erano a 25 mila lire l'una, c'era persino gente che le pagava a rate. Abbiamo trovato migliaia di sottoscrittori, facendo diventare il Genoa una società modello, come 11 Real Madrid o quasi. C'è gente che magari saltava i pasti, in trasferta: i tifosi sono tanti, che certe cittadine non erano pronte ad ospitarli tutti. Noi siamo veramente il tredicesimo uomo in campo, per la squadra. Vinceremo, è troppo che aspettiamo questo giorno. Ma niente risse, per carità: abbiamo istituito anche un corpo speciale di volontari rossoblu, che aiuteranno il servizio d'ordine: siamo tifosi, non vogliamo i teppisti». Ma ci sono anche «supertifosl» che non andranno alla partita, per paura che le coronarie non reggano. «Su consiglio del medico — dice Alessandro Gualberto, 66 anI ni — andrò invece a vedere Milanj Juve. Non posso neppure stare in ; casa, perché abito proprio sopra Marassi. Sarebbe come vedere il j derby da un elicottero. Contro la Roma ho lasciato lo stadio alla fi; ne del primo tempo, non mi sentii vo bene, mi sono messo a letto, I sotto le coperte, per non sentire ! le urla dei tifosi. Alla mia età bi| sogna fare attenzione al cuore». ! Quand'era ragazzo, il signor Gualberto impegnò l'orologio per seguire la squadra, ora deve addiI rittura andarsene da Genova, per I non rischiare l'infarto. Maurizio Caravella C^1 V IVCfc A "Desideriamo, dice Silve^-^^^ stri, vincere ma soprattutto non perdere e giocar bene" - Corso: rallenta la manovra, ma come si può lasciarlo fuori? (Dal nostro inviato speciale] Sestri Levante, 22 novembre. Il derby genovese, atteso pazientemente da otto anni sia da una parte che dall'altra, nasce e si sviluppa in un momento particolare, decisamente delicato. Il Genoa, proprio in questi giorni, è venuto a trovarsi senza presidente per motivi che esulano dal calcio ma che all'atto pratico non dovrebbero avere conseguenze sul piano tecnico: il dr. Giacomo [Serrino, coinvolto nel presunto «golpe» del principe Borghese, in una lettera inviata ieri ad un giornale genovese ha ribadito la sua inten- ! zione di confermare nella prossima riunione del consiglio direttivo le dimissioni presentate alcuni mesi fa. precisando comunque che la sua attività politica era completamente estranea a quella sportiva. Il presidente del Genoa si trova comunque coinvolto in una polemica che lo costringerà a rinunciare al suo mandato e già da domenica non si presenterà nella tribuna d'onore per assistere al derby. Ovviamente tutto questo col calcio non c'entra ma a Genova c'è qualcuno che scherza col fuoco tanto che sono comparse scritte tipo « I pulcini del Genoa si chiamano Balilla > oppure » Se perderemo, perderemo da una squadracela ». Gente di facile umorismo, dunque, che ovviamente può continuare a farlo stando fuori dallo stadio. Dentro a Marassi si dovrà giocare a calcio » con l'augurio — sono parole di Silvestri — che sia soprattutto una bella partita. Noi desideriamo poterla vincere ma soprattutto non perderla ». Il proclama del tecnico rossoblu è chiaro: il Genoa penserà soprattutto a non incassare gol, cercando di fare uso dell'ultima lezione presa in campionato, quella di Torino contro la Juventus. « Certo al Comunale abbiamo avuto tanti complimenti, Vycpalek mi ha detto addirittura che il nostro è un calcio simpatico, ma io avrei usato un altro aggettivo. Guai se ci facciamo Infilare ingenuamente ancora a quella maniera. Dovremo chiudere certi spazi lasciati troppo aperti e poi attendere il momento opportuno. « La Sampdoria — è sempre Silvestri che parla — l'abbiamo già affrontata prima del campionato e cercheremo di prendere le debite misure. Indubbiamente abbiamo alcuni problemi da risolvere. Innan¬ zitutto l'inserimento di Corso, una operazione d'innesto con rischi di rigetto. Corso ha un suo passo ma la squadra non deve rallentare il suo ritmo per adeguarsi a quello del mancino: dovremo cercare una via dì mezzo, Corso, inoltre non dovrà ripetere l'errore dell'altro derby quando si mise a correre dietro a Badianì uscendo così spesso dalla zona nevralgica del centrocampo ». « A Torino — conclude il trainer genoano — sul piano fisico siamo andati bene, contro la dinamica dei Causio e dei Cuccùreddu peraltro non c'era niente da fare. Sarà nostra cura ora giocare a testa alta cercando di non ripetere i precedenti errori ». Torna Corso, dunque, dopo una breve assenza e il Genoa rischia di rallentare il suo slancio. L'esempio si è visto già stamane durante l'allenamento disputato sul campo di Sestri, ma forse è stata soltanto un'impressione considerato che molti dovevano praticamente fare soltanto flato. D'altronde la classe dell'ex interista non si discute: una sua punizione, un suo lancio di trenta metri ad un compagno possono decide¬ re la partita. Come si può lasciarlo fuori? Silvestri non teme il derby, così come buona parte dei suoi giocatori. Sa che la Sampdoria giocherà con la sua proverbiale grinta ma premette che i vari Rosato e Garbarini non sono certo tipi da tirarsi indietro. « // calcio atletico mi piace — ha detto — ovviamente quando non si esagera, altrimenti diventa sport per gente come Monzon. Non credo che i blucerchiati siano esasperati, conosco molti di questi ragazzi e so che sono corretti. Mi rifiuto di credere in una Sampdoria che affronti una stracittadina soltanto per picchiare. Se cosi fosse mi sentirei un vincitore morale, perché picchiano i deboli, quelli che tecnicamente sono inferiori ». Il tutto è stato detto con la massima serenità. Silvestri non vuole parlare di formazione, tanto tutti sanno quella che schiererà avendo I giocatori contati, e cioè: Spalazzi; Maggioni, Busi; Maselli, Rosato, Garbarini; Corradi, Bittolo, Bordon, Simoni, Corso. Domani per il Genoa ultimo lavoro di rifinitura, sabato infine solito ritiro. Giorgio Gandolfi SAMM* Vincenzi non fa pronostici: "La mia squadra è pronta per questa grande sfida, abbiamo grinta e coraggio in più" - Lodetti rivive i tempi di S. Siro (Dal nostro Inviato speciale] Rapallo, 22 novembre. Se in mattinata l'allenamento del Genoa era stato decisamente blando, nel pomeriggio chi va ad osservare la Sampdoria trova una squadra che sembra scoppiare di salute, vivace, combattiva come se fosse già giunta l'ora del derby. C'è Cristin. ad esempio, che si butta su ogni pallone quasi a volere dimostrare di non meritare l'esclusione dalla gara più importante della stagione; c'è Lippi che spazia in avanti pronto a concludere, c'è Cacciatori che vola da un palo all'altro a dimostrazione di un'ottima forma. Vincenzi, invece, se ne sta tranquillo a fingere di giocare — tanto per fare numero — pronto poi a dichiarare di non fidarsi troppo delle apparenze. » // Genoa — dice — np/7 lo si scopre in allenamento ma quando è il momento di gareggiare. E poi col suo meraviglioso pubblico andrà certamente all'assalto ». Al pari di Silvestri, anche Vincenzi non ha problemi di formazione anche se deve attendere l'arrivo del militare Boni per potere dare i nomi degli undici ti- ! tolari: » Se mi dirà che sta bene I — ha commentato — allora gio- I cherà lui, in caso contrario verrà confermato Sabatini ■ Vincenzi in fatto di derby ha una lunga esperienza come gioca- tore. Ha vissuto giornate indlmen- ticabili ed altre meno allegre, sa quanto sia difficile una partita con i concittadini rossoblu. « // Genoa — ha aggiunto — gioca con uno spirito particolare, ma sento che la mia squadra è pron- ta per questa grande sfida. La mia paura è che ali avversari prenda- no in mano il pallino e si ripeta il primo temoo col Bologna. Ri- mediare, come facemmo allora, non sarà facile. La nostra grinta? C'è sempre stata, con la dille-renza che ora abbiamo un po' di coraggio in più. Forse è stato il latto di dovere partire con tre punti in meno a stimolarci, a farci rischiare, ma cerchiamo di giocare ragionando. A Roma purtroppo non l'abbiamo fatto incassando così una sconfitta evitabile. D'altronde ci manca qualcosa avanti per cui non concretizziamo il lavoro dei nostri centrocampisti. Loro stessi se ne accorgono, per cui ad un certo punto tendono a fermarsi, ad evitare di sbilanciarsi troppo. E' inevitabile ». Archiviato momentaneamente il gioiello » Improta, costato tanti milioni, la Sampdoria è tornata praticamente all'antico con la so la variante di Maraschi al centro dell'attacco. La difesa sembra of frire le maggiori garanzie mentre a centrocampo il lavoro dei vari Lodetti, Badiani, Boni e Salvi si fa spesso sentire. Petrini giocherà in appoggio al vecchio Maraschi, con Salvi pronto anch'egli a tra sformarsi in punta. Boni e Lodetti. peraltro, sembrano avere perso la vivacità dello scorso anno, ma 'orse è soltanto questione di tem P°- di preparazione. ad esempio capitan Lodet- (i era un0 dei P'u attivi oltre ctle uno dei più ottimisti: « Un derby è sempre un brutto argomento — ha detto sorridendo — ma l'importante è partire con l'intenzione di vincerlo. Si gioca con maggiore gusto. E poi dalla parte opposta c'è Corso, per cui mi sentirò maggiormente stimolato come ai bei tempi di San Siro Stavolta parla persino Rossinelli, un ragazzo che va migliorando a vista d'occhio e che può essere considerato fra i migliori terzini del nostro campionato. E' noto per la sua grinta ed i suoi lunghi ] silenzi. Sorprende tutti affermando: I « La sesta giornata per me è imI portante, sono sicuro che segnerò un gol, è già avvenuto lo scorso anno contro la Juventus quando realizzi.' una rete di testa ». Per Vincenzi, invece, non esistono pronostici: ha soprattutto un augurio che sembra rispecchiare quello espresso poche ore prima da Silvestri: « L'Importante — ha concluso — è che sia un bel derby. Speriamo che nel prossimo campionato le due squadre di Genova siano in lotta per lo scudetto ». Una simpatica dichiarazione a dimostrazione del » sano agonismo » con cui è atteso dalle due parti il confronto di domenica, una gara a lungo attesa ma che resta pur sempre, non dimentichiamolo, i un incontro di calcio. Per la Sampdoria, dunque, giocheranno: Cacciatori: Santin, Rossinelli; Lodetti, Prini, Lippi; Badiani, Boni, MaI raschi, Salvi, Petrini. g. gand. • ORONZO PUGLIESE è il nuovo allenatore della Lucchese. Il tecnico ha accettato un contratto che prevede 15 milioni ed altri 10 se la squadra riuscirà ad andare in serie B. Marassi colmo di folla: è il giorno del ritorno in A del Genoa Mario Corso, cervello della squadra rossoblu e novità del derby Giovanni Lodetti, capitano della Sampdoria, è la « bandiera » dei blucerchiati