Humour nero i Manganelli di Giorgio Manganelli

Humour nero i Manganelli Humour nero i Manganelli Giorgio Manganelli: « Lunario dell'orfano sannita », Ed. Einaudi, pag. 180, lire 2500. Dell'ultimo sannita, fantasma molesto di un umile uomo vinto e ucciso da un protervo romano, è complice il Manganelli di una raccolta di articoli apparsi dal '67 al '73; un fitto risvolto, dell'autore, indica le ragioni del titolo, che è: Lunario dell'orfano sannita. Questa complicità, ironicamente contraddittoria, accompagna dunque una serie di « puntate » che riverberano, col tono della satira, motivi e circostanze italiane, cronache di costume di questi ultimi anni. Sono chiose sottili, inghirlandate di sberleffi e di ammicchi, e il linguaggio è quello, lussureggiante, del narratore Giorgio Manganelli. Si passa dai Cacciatori « un- ni carichi di mitraglie e boni barde, pronti a fare sterminio di tutto ciò che nacque alato e veloce » al Preside che « giudicherà l'impedimento del traffico codarda e sospetta scusa ad eventuali ritardi »; dal Duomo di Milano « ho l'impressione che, sotto sotto, Milano abbia proceduto, in questi ultimi anni, ad un linciaggio lento, una grande opera corale, nei confronti del suo privato capolavoro », alle Intercettazioni Telefoniche « ...nessuno era mai giunto così vicino al controllo totale, che presuppone tecniche avanzate ed uno Stato non solo moderno ma avveniristico »; i alla Letteratura a Roma « un arcade, oggi, a Roma non ha la vita facile; si accorge, giustamente, di non essere incluso tra i servizi essenziali della capitale». C'è il Cinema, c'è Rischiatutto, c'è l'Università e ci sono gli Scacchi, ci sono le Città Estive diventate sgombre metropoli da film di fantascienza, dove un mostro infernale ha spazzato via tutto ciò che le rendeva frastornanti, gonfie, maligne. Trasloco, con le sue pareti ostili ed i suoi vuoti adunchi come quelli di Magritte, e Alcune ragioni per non firmare gli appelli sono, a parer nostro, i pezzi più ricchi di un garbo sornione che si diverte a parodiare le ossessioni, di narcisistiche intemperanze e di un'eccentricità pacatamente dispettosa. Anglista coltissimo — va ricordato un volume di saggi, Letteratura come menzogna — Manganelli è naturalmente sollecitato dal modo di far | della satira dei grandi irlan- desi, come Swift e Sterne; il suo umorismo, spesso screziato di nero, è sempre ambiguamente sommesso. Ci piace molto quando l'occasione di questi brevi scritti in prosa, pur ben sapendo che non lo è, appare remota, perfino inventata; ci piace meno quando la pagina è tutta fremente di fresca cronaca. Forse perché al linguaggio di Manganelli, così sontuoso, così imponente, si addicono più che commenti e congetture su fatti realmente accaduti, elucubrazioni su eventi improbabili. Rossana Ombres

Persone citate: Einaudi, Giorgio Manganelli, Magritte, Rossana Ombres, Scacchi, Sterne, Swift

Luoghi citati: Milano, Roma