Uil: crisi risolta al vertice con la nuova maggioranza di Giancarlo Fossi

Uil: crisi risolta al vertice con la nuova maggioranza Riconfermato il segretario generale Vanni Uil: crisi risolta al vertice con la nuova maggioranza Dopo la frattura di Firenze una coalizione al vertice fra psi e repubblicani dovrebbe garantire continuità nella gestione - E' confermata la segreteria confederale (Nostro servizio particolare) Roma, 22 novembre. La crisi della Uil è stata risolta. A dieci giorni dalle clamorose dimissioni presentate dalla segreteria confederale in seguito alla grave frattura verificatasi a Firenze sulle strutture di fabbrica, si è costituita fra socialisti e repubblicani una nuova maggioranza che dovrebbe assicurare, con circa il 70 per cento, una certa continuità nella gestione della Confederazione. Il comitato centrale ha riconfermato oggi la segreteria confederale con Vanni nella carica di segretario generale ed ha approvato com-2 « documento di maggioranza» la proposta avanzata dal socialista Ruffino per la determinazione delle rappresentanze nelle aziende. La prima decisione è stata presa con 95 voti favorevoli e 14 astenuti, di cui 11 segretari confederali; la seconda è passata con 70 «sì» (socialisti e repubblicani) e 6 astenuti, tutti repubblicani. Il «documento della minoranza», ripresentato dal socialdemocratico Ravecca, ha ottenuto 27 voti favorevoli fra i socialdemocratici, tutti gli altri contrari. Su 109 membri (49 socialisti, 30 repubblicani e 30 socialdemocratici), ne erano presenti 103. I due documenti si diversificano soprattutto per il metodo di elezione dei consigli di fabbrica: quello di Ruffino prevede che il Consiglio venga eletto da tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato, a scrutinio segreto con voto diretto e su scheda bianca; quello di Ravecca suggerisce che l'individuazione del gruppo omogeneo, che deve esprimere i delegati per il Consiglio, sia fatta dai lavoratori in accordo con le organizzazioni sindacali per con-1 sentire un certo controllo da | parte di queste e, nello stesso I tempo la tutela dei gruppi mi- j noritari. A tali conclusioni si è giunti dopo una relazione del se- [ gretario generale Vanni, un intervento di Ravecca in difesa della posizione dei socialdemocratici e un breve dibattito al quale hanno partecipato esponenti delle tre correnti Vanni ha illustrato la decisione presa dalla segreteria confederale per una nuova maggioranza. «Si è maturato oggi — ha detto Vanni — un orientamento politico non maturo a Firenze. Un gruppo dirigente può gestire una organizzazione solo attraverso convergenze di fondo: la riunione del Comitato centrale costituisce un salto di qualità perché trova oggi una convergenza che diviene del resto sempre meno occasionale e sempre più strutturale». Vanni ha aggiunto che esiste ora un preciso rapporto tra la scelta di una linea e la sua gestione politica: «Le diverse posizioni emerse rappresentano un momento importante di crescita per tutta l'organizzazione». Sostenendo la proposta avanzata a Firenze e confermata oggi, Ravecca ha rilevato l'esigenza di garantire la presenza di tutte le opinioni all'interno dei consigli di fabbrica e di contrastare i tentativi di spoliticizzare i lavoratori. E' seguito un intervento di un socialista, il segretario nazionale dei metalmeccanici Degni. Egli ha osservato che «sulle nuove strutture di democrazia operaia, il sindacato si gioca la sua autonomia e la capacità di portare a compimento la nuova strategia». Molti altri gli intervenuti nel dibattito, di maggioranza o di minoranza, privi di eccessive punte polemiche. Si è così arrivati alle votazioni e alle dichiarazioni di voto. Il «valore politico» del documento di maggioranza è j ponenti della segreteria di To¬ stato sottolineato dallo stesso Ruffino, che lo ha presentato. «Esso elimina — ha proseguito — ogni equivoco sulla naiura unitaria dei consigli dei delegati e di zona. La Uil, con il voto espresso, propone al movimento una linea avanzata, e ripristina e riavvicina i tempi per la realizzazione dell'unità». Spetta ora alla Cgil e alla Cisl, secondo Ruffino, dibattere il problema e prospettare soluzioni che tengano conto delle scelte della Uil. Tisselli, per i repubblicani, ha dichiarato che la sua corrente attribuisce grande rilievo al principio che negli organismi di base viene assicurata, comunque, la presenza di tutte le forze reali esistenti sul posto di lavoro attraverso meccanismi elettorali (voto limitato od altre formule tecniche) che garantiscano l'espressione concreta del dissenso e del consenso, non su schieramenti precostituiti, ma sulle scelte di linea politica. 1 sei repubblicani astenuti — il segretario confederale Rossi, il capo dell'ufficio stampa Batoni, il segretario di Trieste Fabbricci, il segretario generale dei petrolieri Cesare Sassano, uno dei com- rino, Franco Sassano, e il segretario di Ravenna, Pinza — hanno precisato la loro decisione in un intervento di Cesare Sassano. Rilevate lacune ed omissioni contenute nel documento della maggioranza, Sassano ha fatto presente che «la verifica delle politiche è una esigenza precisa del movimento» e che «la coerenza dell'azione rivendicativa con la politica delle riforme può e deve trovare un concreto riscontro nei consigli». Il voto dei socialdemocratici è stato illustrato dal segretario generale dei poligrafici Giampietro. «Abbiamo mantenuto — ha detto — una posizione coerente». Ha poi manifestato perplessità sulla dichiarazione di voto del repubblicano Tisselli: «Le sue motivazioni sono perfettamente riconducibili ai contenuti politici del documento socialdemocratico». Molti i commenti. Ravecca, cercando di mettere acqua sul fuoco, ha affermato: «Le decisioni del comitato centrale rispecchiano il dibattito svoltosi oggi. La Uil non esce fratturata: anche con le differenze emerse, saremo in grado di portare un contributo al dibattito generale». Giancarlo Fossi

Luoghi citati: Firenze, Ravenna, Roma, Sassano, Trieste