Grecia: le associazioni studentesche sono sciolte d'autorità dai colonnelli di Alfredo Venturi
Grecia: le associazioni studentesche sono sciolte d'autorità dai colonnelli Grecia: le associazioni studentesche sono sciolte d'autorità dai colonnelli Perquisite le sedi, confiscati i beni; le università chiuse fino al 10 dicembre - In carcere finora almeno 250 oppositori; fermo domiciliare per numerose altissime personalità politiche pulos e Mavros aveva lanciato, con la proposta di un governo di unità nazionale. A questo punto, si direbbe che l'intuito politico del primo ministro Markezinis, erano in molti a riconoscerglielo, sia finito anche lui sotto i cingoli dei carri armati. Kanellopulos, il vecchio notabile della politica ateniese attualmente agli arresti, è l'uomo che, non più tardi del mese scorso, Markezinis era andato a visitare, per convincerlo a partecipare alle elezioni. Si era scontrato con un secco rifiuto, e ora questo governo di civili sorvegliati dai militari non ha saputo approfittare dell'unico sviluppo dialetticamente positivo, dal suo punto di vista, di quanto è accaduto nei giorni scorsi: l'offerta di dialogo da parte dello stesso Kanellopulos e di Mavros. Il regime cerca anzi di svuotare l'iniziativa del suo contenuto pluralistico: Kanellopulos aveva detto di parlare a nome di tutta l'opposizione, e il portavoce governativo Zurnatzis ribatte che, in realtà, il vecchio leader rappresenta soltanto se stesso. Ma oggi un altro autorevole rappresentante della tradizionale politica greca, l'ex presidente della Camera Dimitrios Papaspiru, ha fatto sapere alle agenzie straniere d'essere d'accordo con Kanellopulos, che lo aveva interpellato prima di fare la sua proposta. Papaspiru ha deplorato il provvedimento contro i tre politici, ha detto che il popolo greco, nonostante tutto, ha ancora fiducia nel suo avvenire. Si registra anche una presa di posizione del partito comunista greco, di quello cosiddetto «interno». Dice che si è trattato di un moto popola¬ re spontaneo contro la ditta- tila, dagli obiettivi democra tici, afferma che le parole d'ordine estremiste sono state ripetutamente respinte, dipinge l'attuale situazione ateniese come quella dei tempi dell'occupazione nazista. Intanto ai vertici del potere si continua a parlare delle elezioni lungamente promesse: se veramente si faranno, c'è da chiedersi che razza di scelta avranno gli elettori. E poi, chi porterà avanti il discorso della «normalizzazione» politica? Papadopulos, che ha mandato l'esercito contro gli studenti? Markezinis, che contro tutte le apparenze del suo ruolo, ha avallato, e anzi suggerito, come lui stesso ha ricordato stanotte agli ufficiali dello Stato maggiore, il ricorso alla forza e la legge marziale? Così la tragedia ateniese si colora degli inconfondibili caratteri della stupidità politica, e il «realista» Markezinis perde persino quella sua machiavellica credibilità che (Dal nostro inviato speciale) Atene, 21 novembre. Sui cancelli dei nove istituti greci di istruzione universitaria — cinque sono ad Atene, gli altri al Pireo, a Salonicco, a Patrasso e Giannina — è affisso da questa mattina l'ordine di chiusura fino al 10 dicembre, firmato dal ministro dell'Educazione Panaiotis Sifneos. Ventotto organizzazioni rappresentative degli studenti sono state sciolte d'autorità, le loro sedi sono state perquisite, i beni confiscati. Ai duecentocinquanta oppositori ufficialmente detenuti, si aggiunono, dalla notte scorsa, altissime personalità politiche agli arresti domiciliari: il provvedimento riguarda Panaiotis, Kanellopulos, ex premier conservatore; George Mavros, più volte ministro nei governi che precedettero il colpo di Stato, leader dell'Unione di centro; Ioannis Zigdis, che fu ministro dell'Industria sotto Papandreu. Zigdis è piantonato all'ospedale, dove ha subito un'operazione di ernia: soltanto sua sorella è autorizzata ad andarlo a visitare. Analogo trattamento sarebbe riservato ad altri dirigenti, comunisti e delle altre formazioni di sinistra, e ad ufficiali delle Forze armate in disaccordo con la linea dura attualmente in auge. Ormai il regime ha passato il Rubicone, e si sente corroborato dall'aver mandato i carri armati nelle piazze. Cosi attacca duramente il «politicarne» e mentre insiste sull'ormai mitico obiettivo elettorale, taglia perfino quei ponti, non certamente sovversivi, che l'opposizione centrista - conservatrice di Kanello- lo aveva fatto abile strumen¬ to delle elargizioni democratiche dei colonnelli. Intanto l'esibizione di forza militare si è fatta più discreta, almeno nella capitale; ad ogni buon conto il corpifuoco è stato mantenuto e Atene sta vivendo la sua quinta triste notte di città fantasma. Alfredo Venturi
Persone citate: Camera Dimitrios, George Mavros, Ioannis Zigdis, Panaiotis, Papadopulos, Papandreu, Rubicone
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