Fiat: già affrontati i tre punti principali

Fiat: già affrontati i tre punti principali Contratto integrativo per 200 mila dipendenti Fiat: già affrontati i tre punti principali Le proposte dell'azienda - Investimenti nel Sud: un programma di nuovi stabilimenti in diversi settori Salari: disponibilità a corrispondere "quanto necessario per ristabilire il potere d'acquisto dei salari" Organizzazione del lavoro: con la collaborazione dei sindacati proseguiranno gli esperimenti delle "isole di montaggio" - La Fiat non ritiene sia possibile "caricare" sulle imprese che costruiscono fabbriche al Sud gli oneri per i servizi sociali - Oggi si conosceranno le valutazioni dei sindacati - Il negoziato continua I colloqui, in corso a Torino, tra la Fiat ed i sindacalisti procedono molto rapidamente. In tre giorni — da lunedì a ieri sera — è stato compiuto l'esame della «piattaforma rivendicativa » che il sindacato aveva presentato all'azienda. Non sono state sollevate questioni pregiudiziali: la Fiat — come aveva dichiarato lunedì l'amministratore delegato Umberto Agnelli — ha accettato di discutere «globalmente» su tutto (investimenti, salari, organizzazione del lavoro). Per gli investimenti nel Sud la Fiat ha presentato ai sindacati un programma di nuovi stabilimenti e iniziative in tutti i settori indicati dalla « piattaforma »: materale ferroviario, autobus per il trasporto urbano e interurbano, aeronautica, carrelli elevatori, movimento di terra, attività indotte. Per la parte salariale l'azienda si è dichiarata disposta a corrispondere ai dipendenti « quanto è necessario per ristabilire il potere di acquisto dei salari », calcolando la cifra occorrente con i sindacati e decidendo poi con i sindacati stessi su quali istituti contrattuali suddividerla. Per l'organizzazione del lavoro la Fiat ha confermato la volontà di portare avanti gli esperimenti delle « isole di montaggio » con la partecipazione dei sindacati. Ci sono state anche delle risposte negative. La Fiat non ritiene che sia possibile caricare sulle imprese che costruiscono nuovi stabilimenti al Sud, gli oneri per i servizi sociali esterni. I sindacalisti della Federazione lavoratori metalmeccanici, al termine della giornata, non hanno rilasciato dichiarazioni. Hanno però annunciato per oggi un comunicato « con le prime valutazioni ». La Federazione lavoratori metalmeccanici lunedi riunirà il Coordinamento Fiat (formato da rappresentanti della Cgil, Cisl, Uil) per esaminare questa prima fase della trattativa. Il negoziato tra Fiat e Federazione lavoratori metalmeccanici riprenderà martedì prossimo, con la previsione di proseguire fino a giovedì. Oggi la delegazione della Fiat si incontra con la rappresentanza del Sindacato italiano dell'auto per avviare il colloquio anche con questa organizzazione di lavoratori. I « tavoli separati », è noto, sono stati voluti dalla CgilCisl-Uil. Ecco, in sintesi, le proposte fatte ieri dalla Fiat su investimenti nel Sud, salario, organizzazione del lavoro. Investimenti nel Meridione. La Fiat prima di illustrare il programma ha premesso che « tutti gli spostamenti di attività dal Nord al Sud non comporteranno riduzioni di personale al Nord o un peggioramento delle qualifiche professionali della gente occupata nel Nord ». I vari settori di intervento saranno: 1) Materiale ferroviario. La Fiat, in accordo con l'Efim (Ente finanziario industrie meccaniche) con il quale « è stata concretata una proposta di collaborazione » pensa di creare al Sud un gruppo per la progettazione, la costruzione e la vendita di materiale ferroviario. Il gruppo avrà 5 mila addetti, una parte dei quali sono già al Sud. I nuovi posti di lavoro sarebbero 1500. Nella nuova società verrebbero trasferite le lavorazioni ferroviarie Fiat che oggi si svolgono nelle officine di Savigliano (Cuneo), alla Om di Milano, alla Materferro di Torino e alla Omeca di Reggio Calabria. A sua volta la Efim farebbe confluire nella società le lavorazioni che si svolgono alla Sofer di Pozzuoli, alla Breda di Pistoia e alla Avis di Castellammare (Napoli). 2) Autobus. Oggi il mercato nazionale assorbe da 5 a 6 mila autobus all'anno. L'elemento negativo è rappresentato dal fatto che si tratta di modelli diversi, in quanto ogni comune tende a personalizzare i propri trasporti urbani. La Fiat ha fiducia nel settore e ritiene che si debba dare impulso al trasporto pubblico. Di conseguenza pensa di poter avviare una nuova attività nel Sud: lo stabilimento dovrebbe produrre 10 mila autobus all'anno (10 mila autotelai e 5 mila carrozzerie, per lasciar spazio alle altre fabbriche minori di carrozzerie) con un investimento di 15 miliardi e la creazione di 1800 posti di lavoro. Nel Sud verrebbero trasferite le lavorazioni per autobus che oggi si svolgono nello stabilimento Fiat di Cameri (Novara). A Cameri si avvierebbero altre attività. Per razionalizzare la produzione di autobus sarà necessario definire un modello urbano e un modello interurbano. 3) Aeronautica. Oggi la Fiat fabbrica motori e con l'Aeritalia (50 per cento Fiat e 50 per cento Iri) produce le cellule. Il fatturato aeronautico della Fiat rappresenta 1*1,1 per cento di quello mondiale, il 4,6 per cento di quello europeo e il 56 per cento di quello italiano. La situazione del mercato internazionale è critica perché le compagnie aeree sono in crisi. Il programma Aeritalia « per andare avanti ha bisogno di aiuti e indicazioni da parte dello Stato ». C'è un accordo con la Boeing per la produzione del velivolo «7x7» con una capacità di 200 posti su percorsi a medio raggio. Nonostante la situazione sfavorevole si è deciso di iniziare la costruzione di un primo settore dello stabilimento Alitalia di Foggia (per il «7x7») con 500 occupati. Nell'ipotesi che il mercato si evolva l'occupazione a Foggia potrà salire a 5 mila unità. La Fiat però si chiede « se è opportuno spingere nel Sud un settore che presenta tante incognite internazionali come quello aeronautico ». 4) Carrelli elevatori. Si pensa di concentrare nel Sud tutta la produzione di carrelli elevatori che oggi si svolge alla Om di Milano. 5) Motori Diesel veloci. E' un progetto non ancora defi¬ nito per realizzare al Sud la produzione di motori Diesel veloci per l'impiego terrestre (autobus, camion, treni, eccetera). 6) Macchine per movimento terra. La Fiat ha stipulato un accordo con la Allis Chalmers (il 65 per cento e la direzione sono Fiat). L'accordo consentirà di sviluppare anche il settore delle medie e grosse macchine operando sul mercato mondiale, perché quello italiano sarebbe troppo ristretto. A Lecce c'è già uno stabilimento con 1200 lavoratori che saliranno a 2 mila nel 1974 ed a 2300 nel 1975. A Lecce oltre alla costruzione saranno trasferite la progettazione la vendita. 7) Attività indotte. La Fiat si impegna ad agire in tre direzioni: a) Creare .al Sud due nuovi stabilimenti (uno della Stars di Carmagnola per le materie plastiche; l'altro della Siem che produce fari e fanali a Collegno). Inoltre sta esaminando la possibilità di creare al Sud uno stabilimento di carburatori. La Stars e la Siem non verrebbero trasferite ma darebbero vita a stabilimenti analoghi nel Meridione. b) La Fiat intende agire sulle imprese straniere per convincerle a impiantare stabilimenti nel Sud per le forniture alla Fiat. c) La Fiat intende svolgere un'azione presso i suoi fornitori italiani per spingerli al Sud e aiutarli a diventare anche fornitori di altre aziende italiane ed europee, in modo da diversificare la loro clientela. Contributi per le infrastrutture. La Fiat non ritiene che le industrie possano essere chiamate a versare contributi per i servizi esterni nelle aree dove sorgono i nuovi stabilimenti del Sud. Significherebbe caricare sui prodotti dei costi aggiuntivi che farebbero salire i prezzi ponendo questi prodotti fuori della competitività internazionale. La richiesta di contributi scoraggerebbe le imprese estere che pensano di creare stabilimenti nel Sud. La creazione dei servizi e delle infrastrutture compete agli enti pubblici che hanno centinaia di miliardi inutilizzati. Nessun Paese europeo chiede contributi alle industrie per i servizi. La Fiat mette a disposizione le sue conoscenze tecniche e la sua esperienza per la realizzazione delle opere. Parte salariale. In base alle attuali condizioni della azienda non sarebbe possibile dare aumenti salariali. Però è anche vero che il potere d'acquisto dei lavoratori è stato eroso dalla svalutazione. « La Fiat — ha dichiarato l'avvocato Cuttica — sceglie la seconda strada ipotecando risorse che non ha ancora, nella speranza di poter creare queste risorse con l'efficienza e la capacità aziendale. E' quindi disponibile a valutare con i sindacati l'aumento necessario per ristabilire il potere d'acquisto dei salari ». Si tratterà di stabilire il quanto e su che voci della retribuzione deve essere corrisposto. « In questo modo — ha proseguito Cuttica — la Fiat non darà una spinta all'inflazione. Se le autorità dovessero imporci di scavalcare questo limite la Fiat ubbidirebbe rendendo, però, chiaro che le responsabilità degli effetti sui conti aziendali e sull'inflazione sarebbero di altri ». La Fiat è contraria «all'appiattimento delle retribuzioni tra le categorie e nell'ambito delle stesse categorie » come, invece, vogliono i sindacati. Mensa. La Fiat propone che i sindacati assumano direttamente la gestione della mensa. L'azienda verserebbe ai sindacati quanto spende già oggi e le cifre aggiuntive che si dovessero stabilire nel corso del negoziato. E' un sistema già adottato in parecchi Paesi, tra i quali la Francia e la Svezia. Organizzazione del lavoro. Gli esperimenti per le « isole di montaggio » saranno effettuati, come annunciato fin dal maggio scorso ai sindacati. Sarà sollecitata la partecipazione diretta dei sindacati. Si tratta di stabilire se il nuovo sistema funziona, se è gradito ai lavoratori, quali sono i costi reali per l'azienda. In linea di massima, si ritiene che il sistema ad « isole » comporti oneri più che doppi. In altre parole, con le somme necessarie per fare le « isole » si potrebbero creare due posti di lavoro invece di uno. Poiché le risorse non sono illimitate, la Fiat ritiene che anche questo aspetto dovrà essere valutato con i sin¬ dacati. Le « isole di montaggio » per i motori pongono problemi più facili di quelle per la carrozzeria e l'esperimento su scala industriale per i motori è in corso a Termoli. Non è pensabile la trasformazione, a breve termine, delle produzioni degli stabilimenti che sono già in funzione. _ Sergio Devecchi

Persone citate: Cuttica, Sergio Devecchi, Umberto Agnelli