L'Europa, una realtà senza miti

L'Europa, una realtà senza miti Dibattito fra studiosi e politici sull'unità "da fare,, L'Europa, una realtà senza miti « L'Europa Unita è un argomento di cui oggi si tratta in tutte le capitali, ma non si parla in nessun sobborgo »: una frase che nella sua approssimazione riassume con una certa efficacia le conclusioni del dibattito tenutosi l'altra sera al Circolo della stampa per la presentazione del saggio di Bino Olivi « Da un'Europa all'altra» (ed. Etas Kompass). La Comunità europea è una realtà economica e politica o soltanto una formula astratta di diplomazie e di vertici governativi? Quali sono le difficoltà e le prospettive dell'Italia nell'Europa dei Nove dopo il congresso di Parigi? Da queste domande ha preso l'avvio la discussione alla quale hanno partecipato, con l'autore del volume, Mario Alter tini, presidente della Commissione italiana del Movimento federalista europeo, l'on. Guido Bodrato (de), Nerio Nesi (psi), Valerio Zanone (pli) e Arrigo Levi come moderatore. Era assente, fra i relatori previsti, l'on. Adalberto Minacci (pei). «L'unione europea non può nascere da una semplice operazione diplomatica — ha detto Alberimi —. Avremmo così soltanto una punta senza base. Delegati senza delega che non rappresentano il loro popolo come possono prendere le decisioni politiche utili a tutta la comunità?». Per il nostro Paese il problema è anche più grave. « Arretrati economicamente, politicamente e socialmente», ha detto Zanone, rischiamo di rimanere ai margini, relegati al ruolo di parenti poveri o di semplici associati. Di parere opposto, Albertini ha rilevato che in Italia sono state attuate forme di nazionalizzazione ed alcune e- sperienze sindacali su posizioni molto avanzate: «L'Europa ricca è senza 'fantasia — ha spiegato —. Noi potremmo proporre esempi per la Comunità. L'Europa offre un'efficiente gestione, l'Italia alcuni suoi modelli organizzativi male amministrati ». Il fallimento unitario a livello industriale ed economi¬ co ha avuto nel nostro Paese episodi rilevanti, come la rottura dell'accordo « Fiat-Citroen» e l'impossibilità per la Olivetti di trovare efficaci contatti nel campo dell'elettronica. Ma la orisi dell'esperimento finanziario ha lasciato buone premesse per la costruzione politica della comunità. « Dobbiamo superare i particolarismi e le rivalità nazionali » ha detto Zanone citando una frase di Einaudi del '45. « 3isogna abbattere l'idolo immondo dello Stato sovrano, per poter finalmente arrivare ad una realtà politica europea ». « L'Europa unita è ormai una necessità — secondo Bodrato —. Tra America ed Unione Sovietica si deve porre l'interlocutore europeo che adempia una funzione alternativa nella politica internazionale ». Un ruolo che si impone storicamente per conservare autonomia di decisioni economiche e politiche tra i grandi blocchi. Per compiere questa costruzione, ha osservato Nerio Nesi, è necessaria una spinta ideologica che impegni le nuove generazioni. « In questi ultimi anni — ha detto — è caduto il mito dell'America buona, della Russia rivoluzionaria, dell'infallibilità della Chiesa, però non si è riusciti a far nascere il mito dell'Europa unita». I giovani cercano i loro modelli nel Terzo Mondo, l'Europa quale comunità stenta a trovare simboli stimolanti. « Ma è utile un mito per trovare la giusta volontà operativa? — è intervenuto Arrigo Levi —, Non siamo forse troppo legati al passato romantico in cui l'ideale spingeva gli uomini? Oggi forse l'Europa si edifica senza slanci sentimentali, con un lungo e paziente lavoro in maniera indolore ». L'assenza dell'on. Minucci ha fatto cadere ogni riferimento sull'apporto del pei alla comunità dei Nove. Argomento che avrebbe potuto offrire una ulteriore, vivace spinta al dibattito tra i relatori e il pubblico. s. cas. Bino Olivi, visto da Jean Papp