Le lunghe ombre di Dallas di Ennio Caretto

Le lunghe ombre di Dallas A IO ANNI DALL'ASSASSINIO DEL PRESIDENTE KENNEDY Le lunghe ombre di Dallas Gli spari che uccisero John Kennedy aprirono per gli Stati Uniti un periodo di inusitata violenza, di profondo disagio morale (caddero Luther King, Malcolm X, Robert Kennedy) - Quasi nessuno oggi crede ancora che Lee Oswald fosse innocente; moltissimi vedono però in lui la pedina di una congiura - Le inchieste hanno lasciato senza risposta troppi interrogativi; morti improbabili hanno stroncato testimoni e protagonisti minori del dramma Ennio Gaietto, che 6 stato fino a pochi mesi fa corrispondente de «La Stampa» da New York, rievoca l'attentato di Dallas, con il suo strascico di sospetti e violenze E' un venerali, il 22 novembre del '63, a Dallas splende il sole, soffia un vento leggero. Richiamata dalla visita del presidente Kennedy, una folla immensa si riversa nelle strade. Il giorno prima, il Presidente è stato insultato all'aeroporto, e un quotidiano, listato a lutto, ha offerto una taglia per la sua cattura, ma adesso ci sono aria di festa ed1 entusiasmo. Il corteo lascia pia Houston, scende lentamente verso piazza Dealey per passare sotto il ponte ferroviario. L'orologio del deposito di libri scolastici del Texas segna mezzogiorno e messo, Kennedy • è serenai, saluta, sorride. Siede sul sedile posteriore con Jacqueliné, ha davanti a sé il governatore Connally e la moglie, più avanti ancora gli agenti Greer e Kellerman, la vettura è scoperta. L'agguato Risuonano d'improvviso alcuni spari. Il Presidente si porta le mani alla gola, mormora «no, oh no», s'accascia su Jacqueliné. Il governatore si volta, è colpita, « Dio mio », esclama, « ci uccideranno tutti ». Dal predellino dell'automobile di scor-, ta, l'agente Hill si getta verso Jacqueliné, la spinge indietro, fa scudo a lei e al Presidente col proprio corpo. « Accelera, ci sparano », grida Kellerman a Greer, indirizzandolo all'ospedale Parkland Memorial. Piti indietro, l'agente Youngbiood si distende sopra il vicepresidente Johnson, sbucano da ogni parte poliziotti in uniforme. L'inviato speciale della. U.P.I. s'impadronisce di una radio: «Hanno attentato alla vita del presidente Kennedy», urla. Tre quarti d'ora più tardi, uno dei poliziotti, certo Tippit, viene ucciso all'angolo della Decima Strada con viale PattOn. Qualcuno segue l'assassino. Gli agenti IO sorprendono nel Teatro Texas alle 13,45, con una pistola in pugno. Si chiama tèe j, Oswald, ha 24 anni, è sposato, con una figlia, è vissuto in- Russia, ha simpatie castriste. Il giorno successivo, Oswald viene incriminato anche dell'omicidio di Kennedy. Non confessa nulla. La mattina di domenica, 24 novembre, davanti alle telecamere, egli trova la morte per mano di un proprietario dì night club. Jack Ruby. La polizia ha deciso di trasferire Oswald altrove, Ruby gli si è avvicinato nel corridoio, mescolandosi ai gior- nalìsti, e l'ha colpito con una rivoltellata. Jacqueliné è in preda a un trauma. Theodore White, forse il miglior cronista della vicenda contemporanea americana, raccoglie su Life i suoi ricordi, in una pagina commovente intitolata «Epilogo ». « Ricorda », scrive, «com'era caldo il sole a Dallas, e ricorda la folla, maggiore che nel Messico e a Vienna... Ricorda d'aver visto il sottopassaggio e d'aver anticipato un momento di frescura... Ricorda il rumore delle motociclette, come sempre nei cortei, poi i colpi di fucile, quasi scoppi di motori... Ricorda le rose, tre volte quel giorno le avevano offerte rose gialle del Texas, solo a Dallas le avevano dato rose rosse. Ricorda d'aver pensato: che strano, rose rosse, per me. Ma già la vettura era piena di sangue e di irose... ». L'assassinio del presidente Kennedy, a Dallas provocherà un'ondata di violenza negli Stati Uniti. In cinque anni, verrafino .uccisi il leader negro del Movimento dei diritti civili Martin Luther King, il capo della setta, dei « fratelli musulmani », Malcolm X, e Robert Kennedy, di cui anche il poeta russo Evtushenko esalterà il sacrificio. Ma nel novembre del '63, con gli animi ancora pieni di ideali e gli occhi gonfi di pianto, gli americani non possono prevedere altre tragedie. Essi chiedono solo la verità: vogliono sapere come e perché è caduto il Presidente, chi sono Oswald e Ruby. L'America divìsa La verità. Oggi, dopo un decennio, si è scoperta tutta la verità sull'omicidio dì Kennedy? Si sono succedute perizie, inchieste pubbliche e private, accuse e smentite; hanno polemizzato uomini politici e medici, giudici e testimoni: eppure l'America è rimasta divisa in due. Oggi, a differenza del '63, quasi nessuno crede più che Oswald fosse innocente. Ma mentre molti americani pensano che fosse l'unico colpevole, molti, forse dì più, pensano invece che egli fosse parte di una congiura. Per alcuni, il mistero è stato svelato, per altri no. Invano la famiglia Kennedy ha avallato la versione comune del dramma di Dallas, quella di un atto individuale di pazzia. Troppi interrogativi restano senza risposta, sono accaduti troppi episodi incomprensibili. Ancora nel '70, l'ex presidente Johnson dichiarava alla televisione C.B.S. di nutrire dubbi sulla « verità ufficiale»; poi, al momento della trasmissione, censurava la frase. Più apertamente, il senatore Russell, uno degli ex-inquirenti -sulla vicenda, sosteneva alla radio che « qualcuno aveva lavorato con Oswald ». L'ex capo della polizia di Dallas, Jesse Curry, ammetteva di aver sospettato che le persone implicate nell'assassinio fossero due, L'anno scorso le radiografie di Kennedy depositate negli archivi nazionali e i film al microscopio custoditi segretamente dalla famiglia hanno dato adito a interpretazioni contrastanti. \ Quest'estate, a Hollywood si è girato un film, Azione esecutiva, che denuncia l'« insabbiamento » della vicenda. In dieci anni, inoltre, morti-inspiegabili hanno stroncato alcuni dei testimoni o dei protagonisti minori del dramma di Dallas: David Ferrie, indizialo di complicità nell'omicidio del Presidente: James Koethe e Bill Hùnter, due giornalisti-investigatori (il primo fu massacrato a colpi di karaté, il secondo ucciso da un poliziotto); l'avvocato di Ruby, Tom Howard, la sua padrona di casa Arlene Roberts e la sua spogliarellista Nancy Mooney; il ferroviere Lee Bowers, che aveva visto due uomini scappare dalla collinetta di piazza Dealey dopo l'attentato. «E' come se l'antica maledizione di Tutankhamen si fosse abbattuta sul Texas », ha scritto il giurista John Kaplan. Il compito degli storici è diventato difficile, forse impossibile. «Sembra di dover far luce in una foresta con un cerino», ha scritto il New York Times. Nel novembre del '63, la frattura dell'America sul delitto è quasi istantanea. Il potente direttore dell'Fbi, John Edgar Hoover, detto il re, presenta il suo rapporto. «Le mie conclusioni », dice, « sono finali. Prima: è stato Oswald a sparare al Presidente. Seconda: Oswald non ha partecipato a complotti di nessun genere ». Primo rapporto Hoover precisa che l'assassino ha aperto il fuoco da una • finestra del sesto piano del deposito di libri, alle spalle di Kennedy; che un proiettile ha colpito sia Kennedy sia il governatore Connally; che un altro ha mancato entrambi, ma il terzo ha finito il Presidente. Ruby, aggiunge il direttore dell'Fbi, ha ucciso Oswald per disperazione e vendetta: questo proprietario di night club di mezza età, oscuramente legato alla polizia di Dallas, si sarebbe lasciato sopraffare dall'odio. Il rapporto di Hoover non convince. Un film del delitto girato dal sarto Zapruder dimostra che solo un tiratore eccezionale con un'arma moderna potrebbe esplodere tre colpi e metterne a segno due da lontano e co- sì rapidamente: ma Oswald non era un « cecchino » e aveva un vecchio fucile italiano. Per di più, la prima pallottola, quella che avrebbe dovuto causare maggior danno, appare quasi intatta, ì poliziotti l'hanno rinvenuta sulla barella di Connally. Secondo le perizie, infine, i proiettili, penetrati da dietro il corpo, sarebbero usciti davanti più in alto: mentre l'automobile presidenziale si trovava almeno 30 metri più in basso del tiratore. Nel marzo del '64, la tesi c "Fpi.;Viene criticata, dall' : giornalista comunista Buchanan. Dalle testimonianze oculari, Buchanan deduce che almeno un'altra persona ha sparato a Kennedy dalla collinetta erbosa di piazza Dealey, cioè- fronteggiandolo. Egli denuncia una congiura di finanzieri e magnati del petrolio del Texas, appoggiata. dalla John Éirch Society, un'organizzazione di estrema destra. Fa i nomi di Murchison, Hunt e del generale Walker, e ne pubblica le fotografie. i Due complici? Quello stesso mese, Jack Ruby viene processato e condannato a morte:. presenta subito il ricorso in appello. A parere di Buchanan, Ruby è un altro congiurato, come il poliziotta morto Tippit: erano stati entrambi incaricati di eliminare Oswald, il . capro espiatorio. Solo che Oswald avrebbe ucciso Tippit prima, per legittima difesa. Nella tempesta di polemiche che si scatena, interviene il presidente Johnson. Egli forma una commissione d'inchiesta autorevole e al di sopra di ogni sospetto. La dirige il presidente della Corte costituzionale- Earl Warren, e la compongono i senatori Cooper e . Russell, i deputati Boggs e Ford, l'ex capo della Cia, Dulles, fratello dell'ex Segretario dì Stato, e il banchiere MeCloy. Due dei membri della commissione faranno una tragica fine nel '72: Russell sarà avveleato da una scatola di cioccolatini, Boggs scomparirà in Alaska su un aeroplano biposto. Ford avrà invece fortuna: il mese passato, Nixon ne ha proposto la nomina a vicepresidente degli Stati Unit}. L'inchiesta Warren è la più imponente della storia degli Stati Uniti. In sette mesi, la commissione esamina migliaia di documenti e interroga 552 persone. Il 24 settembre '64 la relazione è pronta e conferma nei particolari la tesi di John Edgar Hoover. Consta di 27 volumi, uno di conclusioni, 26 di deposizioni e dì prove. Lo scrittore Luis Nìzer la esalta come «un tranquillante per l'America e un rimprovero allo scetticismo degli altri Paesi». Ma lo storico Hugh Trevor Roper la giudica contraddittoria e unilaterale. «Perché» chiede, « la commissione non ha indagato sui movimenti di Oswald nei giorni cruciali prima dell'attentato? Perché ha quasi ignorato Ruby, che invece è un personaggiochiave? Aspettavamo una soluzione del mistero, non una pillola per i nervi ». Nei due anni e mezzo successivi, due eventi paiono scuotere l'attendibilità del rapporto Warren: la morte di Ruby e la pubblicazione di quattro libri sull'assassinio di Kennedy. Ruby ha chiesto un altro processo « fuori dal Texas », promettendo « un'importante e sincera deposizione », ma glielo panno negato. Spira anch'egli all'ospedale Parkland Memorial. in circostanze misteriose. Tornerà alle cronache nell'aprile del '72: il giorno prima che il suo night club venga messo all'asta, qualcuno ruba la sua cassaforte, mai aperta dal momento del suo arresto. I quattro libri sull'assassinio sono Inquest del professore di Harvard Epstein, Rush to judgment, dell'avvocato della famiglia Oswald, Lane, Witewasg dello scrittore Weisberg, e The Oswald Affair del giornalista francese Sauvage. Sostengono tutti la medesima tesi: congiura. II tempo non sopisce l'angoscia degli americani. Il 18 febbraio del '67, lo States item di.Nuova Orleans, annuncia che il procuratore della Louisiana Jim Garrison ha aperto un'altra inchiesta sul dramma dì Dallas. Garrìson accusa un potente uomo d'affari, Clay Shaw, di complotto con OswOld, con David Ferrie e altri, riunisce una giuria che si presume «colpevolista ». Ma il processo si conclude nel marzo del '69ycon l'assoluzione degli imputati, è più tardi Garrìson sarà incriminato per corruzione dall'Fbi. Nel '70, esce l'ultimo libro, The assassination of Kennedy, dì Newman, un singolare tentativo di compromesso tra le diverse tesi: a Dallas, Oswald avrebbe agito da solo, ma in precedenza avrebbe avuto «consociati». Per il Paese, intanto, è incominciata l'età di Nixon, con i suoi trionfi esterni e le sue crisi interne. La Nasa ha realizzato il progetto kennediano, inviando il primo uomo sulla Luna. La pace in Indocina è lontana, e la strage dì My Lai polarizza il tormento delle coscienze. Dopo il disimpegno dal Vietnam l'America ria- • nova il mandato a « re Riccardo» nella speranza di 'un rinnovamento, e ottiene invece lo scandalo Watergate. Declinano la rivolta universitaria e la protesta negra, mentre si diffondono il crimine e la droga. La tragedia del 22 novembre del '63 incomincia a fondersi con quella della nazione, sempre in attesa che la storia la illumini. Ennio Caretto. Dallas, 22 novembre 1963. Una foto storica: un poliziotto salta sull'auto del presidente Kennedy colpito a morte; a destra è visibile Jacqueliné (Ap)