Parlano gli allievi che gestiscono l'istituto

Parlano gli allievi che gestiscono l'istituto La decisione anticipa una legge che il governo dovrebbe approvare Parlano gli allievi che gestiscono l'istituto L'iniziativa a Novara - Il "consiglio" è formato da preside, professori, studenti e genitori - "In questo modo, dicono i giovani, si salva la scuola" - "Se sarò messo in minoranza, asserisce il preside, accetterò democraticamente le votazioni" (Dal nostro inviato speciale) Novara, 19 novembre. Da oggi l'istituto tecnico per periti maglieri e tessili è autogestito da un consiglio di istituto di cui fanno parte, oltre al preside, rappresentanti dei docenti, degli allievi e dei loro genitori. E' una decisione che è stata presa venerdì scorso durante un'assemblea dai 264 allievi, dai 43 docenti (uno solo si è astenuto) e dal preside. Si direbbe quindi che tutto è tranquillo e pacifico. Ci sono dei però. "Una collaborazione" Il preside, professor Giovanni Corbetta, ingegnere, non è d'accordo sul termine autogestione. Dice: «Diciamo che è una collaborazione. Esistevano dei gruppi di lavoro formati da insegnanti, che discutevano sui programmi; ora io ho allargato questi gruppi». Una concessione, quindi, a sentir lui. Una conquista, a sentire allievi e professori. Dicono: «E' stato costretto a questa concessione perché gli allievi lo avevano contestato per autoritarismo e inefficienza, con un esposto presentato in provveditorato. Non si poteva più andare avanti in questo modo. Ora, tutti insieme, forse riusciremo a salvare la scuola». L'istituto, che porta il nome della contessa Tornielli Bellini, comprende un biennio, le cui materie d'insegnamento sono valide per tutti gli altri istituti industriali, e un triennio nel quale si insegnano materie specifiche per maglieri e tessili. Il numero globale degli allievi non è molto mutato nel tempo, ma quello dei tessili, sì, è diminuito. Un po' a causa della crisi che investe il settore, un po', dicono i professori e gli allievi, perché la scuola non ha saputo n.antenersi aggiornata e a continuo contatto con l'industria alla quale sono diretti i diplomandi. Gli allievi del triennio, cioè quelli avviati ad una delle due specializzazioni, possono disporre di un certo numero di macchine per la maglieria e la tessitura: alcune sono moderne ma altre, parecchie, sono antiquate, portano date di fabbricazione dei primi anni del '900. «In questa maniera si perdono ì contatti con la realtà — dice un alunno —; impariamo ad usare un'attrezzatura che non rivedremo mai più al di fuori di queste mura e, una volta in fabbrica, di fronte alle moderne apparecchiature, ci comporteremo come profani». Secondo docenti e allievi il preside ha dunque fatto poco per valorizzare l'istituto e mantenere la sua fama ad un buon livello. Per di più il 5 novembre scorso è giunta la comunicazione ministeriale con la quale si annunciava l'unificazione delle due sezioni, quella dei tessili e quella dei maglieri. Gli allievi hanno incominciato a scioperare e il giorno 9 anche i professori si sono associati a loro. Il ministero ha inviato dei chiarimenti: non di unificazione si doveva parlare, ma di abbinamenti delle classi terze e quarte dei due corsi solo per le materie comuni, come italiano, storia, educazione civica, eccetera. A far cessare lo sciopero, venerdì sera, è stato non l'arrivo di queste spiegazioni ministeriali, ma il raggiungimento da parte dell'assemblea della soluzione di autogestione. Si è deciso — e, si è vi¬ sto, ha votato a favore anche il preside — di istituire un consiglio di istituto formato dalle rappresentanze elette del personale insegnante, del personale non insegnante, dei genitori degli allievi e degli studenti con età superiore ai 16 anni. Inoltre è stato istituito un consiglio di disciplina degli alunni, presieduto dal preside, di cui pure fanno parte docenti, allievi e genitori. Nell'istituto, a proposito di questo nuovo corso, si parla di provvedimenti che sono conformi alla legge. C'è però una sfasatura. Esiste una legge-delega del 30 luglio 1973, n. 477, con la quale il Parlamento appunto delega il governo ad emanare entro nove mesi uno o più decreti sullo stato giuridico del personale direttivo, ispettivo, docente e non docente delle varie scuole. L'articolo 6 del titolo II contempla anche la istituzione di un consiglio di istituto formato da docenti, allievi e genitori e di un consiglio di disciplina. Ma il governo non ha emanato ancora alcun decreto in proposito, quindi la legge non è operante. Ciò che è stato deciso in questo istituto novarese è quindi un'anticipazione della legge. Delibera valida Secondo i docenti e gli allievi quanto essi hanno deliberato venerdì scorso è già valido. Il preside è più cauto: «Abbiamo spedito al ministero i verbali dell'assemblea con le decisioni prese, stiamo aspettando l'approvazione». Gli allievi sono esultanti, convinti di aver esautorato il preside: «Nel consiglio possiamo mettere le proposte ai voti e decidere cose che fi¬ nora egli non ha mai approvato». Il preside ha un'altra convinzione: «Il consiglio dovrebbe affiancarmi, suggerire, proporre, criticare». Chiediamo al preside: «E se con una votazione la mettono in minoranza?». «Non credo, sono tutte persone mature e responsabili. Penso che se vorranno sostenere dei punti errati io li convincerò che sbagliano. Se proprio sarò messo in minoranza, pazienza, sarà giusto cosi, visto che la collaborazione e la democrazia lo esigono ». « Ad ogni modo — conclude — è tutto in via sperimentale. Del resto sono cose che riguardano soltanto la gestione didattica e disciplinare, non quella amministrativa: alla conduzione economica continua a provvedere il consiglio di amministrazione che è presieduto dal presidente dell'Unione industriale e del quale io sono segretario». Qualcuno ha avanzato la possibilità di poter far entrare gli allievi anche nella commissione per gli scrutini. Il preside dice: «Se si prospetterà questa eventualità, chiederemo l'approvazione ai nostri superiori». Gli allievi dicono: «Noi speriamo di togliere il nostro istituto dalla muffa, di rivitalizzarlo soprattutto prendendo contatto con il mondo dell'industria in modo che il nostro studio sia fatto in base a criteri moderni, non vecchi di decine d'anni». Il provveditore agli studi è assente, per malattia. Interpelliamo il viceprovveditore prof. Diana su quanto sta avvenendo all'istituto Tornielli Bellini. Risponde: «Questa autogestione può essere concepita fino a quando si affianca al preside e alle sue direttive. Non può essere concepita se intende mettere da parte il preside. Per ora non esiste nessuna legge che l'ammetta. Non parliamo poi di alunni nella commissione per gli scrutini: sarebbe una cosa assurda». Dice l'architetto prof. Carlo Bavarelli, docente di disegno tessile: «Può darsi che il ministero bocci queste nostre decisioni, ma ciò non toglie che esse possano esserci utili ugualmente costituendo una specie di convenzione familiare che ci consenta di uscire da una situazione molto difficile per l'istituto e tutti noi che dobbiamo viverci». r.l.

Persone citate: Carlo Bavarelli, Giovanni Corbetta, Tornielli

Luoghi citati: Novara