Scarseggiano i combustibili come possiamo arrangiarci?

Scarseggiano i combustibili come possiamo arrangiarci? In attesa delle preannunciate restrizioni Scarseggiano i combustibilicome possiamo arrangiarci? I consigli dei tecnici: 2 gradi in meno in casa fanno risparmiare il 20 per cento del combustibile - Sistemi d'integrazione del riscaldamento - Occorre risparmiare energia elettrica a tutti i livelli, dagli usi pubblici a quelli casalinghi - Le "luci della città" ne scelte precise se non per oggi certo per domani ». Intanto le misure che si dice siano all'esame del governo — soppressione di alcuni treni; limitazioni dei programmi tv; chiusura anticipata di cinema,'teatri e locali pubblici; riduzione dell'illuminazione nelle strade — sono al centro di discussioni e polemiche. Vedremo che cosa ci riserverà il programma di austerità. Ma non c'è nessuno che si senta di sostenere che non è necessaria una «disciplina», quantomeno per evitare i consumi superflui e gli sprechi. Illuminazione pubblica. Torino — si obietta — è una delle città peggio illuminate d'Italia. Renderla più buia significherebbe danni per la sicurezza della circolazione e vantaggi per la criminalità. I « punti luce » della città sono 70 mila. « Utilizziamo — dice l'assessore Lucci — una potenza di 13 mila kilowatt che per 4200 ore di accensione annua fanno un consumo (dati del '72) di 56 milioni e 200 mila kWlora. Il costo sostenuto dall'amministrazione è stato nel '71 di 320 milioni per il puro consumo a tariffa preferenziale di 5 lire al kW/ora ». La media annua di accensione delle luci di città è di 11 ore e mezzo: dalle 7 ore e mezzo della notte più breve alle 15 e mezzo della più lunga. Se si dovessero tenere spenti metà lampioni il risparmio può essere grosso modo calcolato in 25 - 30 milioni di kW/ora. Che cosa significa? Un tecnico spiega: « Traducendo questa energia in chilocalorie per ora, con questo risparmio si po irebbe provvedere al rlscaldamen io per un mese (otto ore al gior- ' no) di tutte le scuole municipali (materne e comunali) ». Insegne luminose. Quante siano il Comune non è in grado di dirlo. Ce l'hanno gran parte dei negozi, enti pubblici, banche, assicurazioni, partiti, industrie, ditte grandi e piccole. Ce ne sono di piccole e medie e di « extra », sopra i tetti, lunghe decine di metri. Chilometri di « neon » bianchi, azzurri, gialli, a luce intermittente o fissa. D'inverno vengono accese alle 18; quelle dei negozi si spengono verso le 19,30 e quelle « extra » fra mezzanotte e l'una. Difficile fare un calcolo dell'elettricità che consumano. La titolare di una ditta specializzata afferma: « Un impianto medio, tipo quelli dei negozi, consuma la terza parte di un kw all'ora. Con l'adozione dei rifasatori il consumo si riduce alla metà ». Uso intelligente Illuminazione domestica. Se al razionamento si dovrà arrivare, saremo costretti a stare attenti anche in casa. No alle luci accese in più stanze contemporaneamente, no all'uso giornaliero degli elettrodomestici, frigorifero eccettuato. La massaia accorta non ha bisogno di consigli. Tuttavia ascoltiamo il parere di un ingegnere dell'Aem sull'uso più appropriato del boiler: « Chi adopera molta acqua ha convenienza a tenerlo attaccato in continuazione ma regolando il termostato a temperature sui 40-50 gradi. Chi invece consuma poca acqua può avere l'accortezza di attaccare il | boiler solo prima dell'uso ». i L'esperto consiglia inoltre un | « uso intelligente » degli elettro- I Questione di giorni. Presto conosceremo il piano d'emergenza del governo per fronteggiare le conseguenze della riduzione nei rifornimenti di petrolio. Si intuisce che saranno misure drastiche; ci si augura che siano chiare, che non consentano scappatoie ai « soliti raccomandati ». Se sacrificio ci deve essere, perché i cittadini lo accettino occorre che impegni tutti alla stessa maniera. Resteremo al freddo? La domanda, piena di apprensione, riecheggia nelle lettere e nelle telefonate che ci giungono numerosissime. In parecchie case gli impianti a gasolio funzionano già a ritmo rallentato o sono addirittura inattivi. I rifornimenti sono garantiti (anche se parzialmente) soltanto ai vecchi clienti e saranno ulteriormente ridotti per consentire consegne a quelli che hanno appena fatto la trasformazione a gasolio. A Torino gli impianti di riscaldamento sono 30 mila, 7 mila dei quali utilizzano il metano. Fino all'anno scorso, si consumava, nella stagione invernale, un milione di tonnellate di gasolio. La stessa quantità era nel preventivo per la stagione in corso. « Ma saremo fortunati se potremo raggiungere 750-800 mila tonnellate — dice il dirigente di una nota casa produttrice — le nostre scorte sono al livello di guardia, malgrado la riduzione del 15 -per cento ai vecchi clienti e la risposta negativa alle richieste dei nuovi ». Posto che, nella migliore delle ipotesi, si disporrà di poco combustibile, esìstono possibilità, da parte dei singoli utenti, di fare risparmi? Alcuni esperti dicono di si e danno due suggerimenti. Primo: gli impianti di riscaldamento potrebbero rimanere spenti per tutta la notte, dalle 21 alle 6,30. In particolari casi — abitazioni protette dai venti, con appartamenti isolati termicamente in modo adeguato — le interruzioni potrebbero essere effettuate anche al mattino o nelle ore di sole del primo pomeriggio. Secondo: se negli anni scorsi abbiamo mantenuto temperature varianti sui 23-24 gradi, accontentiamoci di 20 gradi, se non addirittura di 18. Da sola, questa rinuncia potrebbe portare a una riduzione del 15-20 per cento dei consumi giornalieri in Torino. Le nuove abitazioni sono dotate d'impianti a metano, alternativa economica e antinquinante al gasolio. Oltre alle 7 mila trasformazioni di vecchi impianti già eseguite, altre mille saranno completate entro Natale. I tecnici sostengono che la spesa oscilla da mezzo milione a 3-4 milioni e che si ammortizza in fretta. Operata la trasformazione con relative opere murarie (talvolta lunghe, per cui non c'è purtroppo da pensare d'iniziarle adesso) l'allacciamento viene eseguito in poche ore. Sonni tranquilli Concludendo: a parte i fortunati del metano, solo chi si serve di nafta può dormire — per ora — sonni quasi tranquilli. Malissimo stanno gli utenti dì impianti a kerosene e non troppo allegri, come abbiamo visto, quelli che si servono di gasolio. Come si può « integrare » un riscaldamento insufficiente o sopperire in qualche modo all'assoluta mancanza di calore? Si potrebbe ricorrere alle stufe a metano (ne ha parlato domenica Saper spendere), all'accensione del forno a gas della cucina (consumo mezzo metro cubo di metano all'ora, 40-45 lire). Quanto alle stufe a gas liquido il combustibile scarseggia. L'uso di una stufetta elettrica costa 21 lire all'ora se ha la potenza di 1,5 KW; poco più di 32 lire ora se i KW sono 2,25. Ma se da un lato la corsa alle stufe elettriche ha fatto alzare sensibilmente i loro prezzi, dall'altro non si esclude un razionamento dell'energia. Le nostre risorse — crisi del petrolio a parte — non sono illimitate. « Qui al Nord siamo abbastanza tranquilli per ora — ci ha detto un tecnico — ma il problema dell'accresciuto bisogno di elettricità impo¬ d mestici: « Perché far andare la lucidatrice anche se si ha necessità di spostare un tavolo o una sedia? Basta accenderla quando effettivamente serve. Anche il risparmio di pochi secondi può essere utile all'economia generale. Forse il piccolo risparmio che si può fare in tal modo non è gran cosa, dato che il problema è di costruire nuove centrali elettriche per sopperire al « deficit » di energia nazionale (specie nel Sud). Ma in questo momento non è fuori luogo un richiamo all'autodisciplina degli utenti, sia nel settore industriale sia in quello domestico, come ammoniva in una conferenza tenuta a Londra in settembre, al congresso mondiale sulle disponibilità e sull'utilizzazione delle risorse energetiche, il presidente dell'Enel professor Angelini. il succo del suo intervento era questo: « L'industria elettrica nel complesso ciclo produzione-trasmissione-distribuzione opera con soddisfacenti livelli di rendimento, rispetto all'avanzato sviluppo delle tecnologie che lasciano ormai limitati margini di miglioramento. Ma nella fase finale, quella del consumo, pur riscontrandosi un grado alto di efficienza, si possono realizzare sensibili risparmi. Quanto al futuro, possiamo prevedere che con il pieno sfruttamento delle fonti nucleari saranno assicurate disponibilità praticamente illimitate di energia elettrice. ». L'Ènei ha abolito da alcuni giorni l'illuminazione serale e notturna della facciata della sede. Il risparmio di energia è quasi insignificante, l'effetto vuole esse re soprattutto psicologico: « E' importante che tutti diamo una mano per superare la crisi ».

Persone citate: Angelini, Lucci

Luoghi citati: Italia, Londra, Torino