Tutti alla frusta di Giovanni Arpino

Tutti alla frusta L'equilibrio si romperà? Tutti alla frusta Tra strilli ed invettive, rieccoci al campionato, giunto col singhiozzo al suo quinto « round ». E da oggi, per un bel po' di tempo, non vi saranno deplorevoli, contraddittorie interruzioni. Si dice in giro: il beneficio di VVembley allargherà le sue ali anche sulle nostre domeniche di calcio. Pur respingendo ogni pessimismo, crediamo proprio di no. Le « purghe » di campionato sono di ben altro sapore, propongono ben altre insidie. Il Club Italia ha, in maglia azzurra, uomini che formano trincea unica (anche se alcuni non rivolgono la parola agli altri: ma qui è questione caratteriale su cui è inutile far pettegolezzo). Tornati sotto i colori dei rispettivi club, quegli stessi uomini respirano arie diverse, debbono risolvere o subire problemi psicologici e tattici di altra dimensione. Il Club governato dalla «troika» CarraroAllodi-Zio Ferruccio è un esempio, ma difficilmente ripetibile nell'esistenza quotidiana e polemica del nostro football. Perno della domenica è la doppia sfida tra Torino e Genova. I due più vecchi sodalizi italiani, cioè Juventus e Genoa, si ritrovano dopo tanti anni per un incontro che in teoria ha tutte le premesse e le garanzie dello spettacolo nobile. I granata — irritati anche troppo per le loro beghe, che certa tifoseria stimola al di là del lecito — debuttano nella nuova stagione sul campo della Sampdoria, dove, con o senza forse, persero uno scudetto per macroscopiche sviste arbitrali. A proposito dei granata: i loro « fedelissimi » sprecano fiato contro e prò Giagnoni, contro e prò Bui. Intemperanze E uno di loro, anonimo naturalmente, mi scrive intemperanze tipiche avendo io giudicato con severità Zecchini come libero ». Ebbene: lo lodai come stopper, nel nuovo ruolo il suo unico piede sinistro non persuade, e lo dimostrò la partita contro l'inter. Che poi Zecchini sia stato chiamato sveltamente al posto di Wilson in Nazionale non fa testo, per ora. La citazione è « picciola ». se si vuole: ma denota ancora una volta come la rissosità dei sostenitori « tremendisti » abbia bisogno di ra¬ gionare, non d'esaltarsi invano. Al Torino abbiamo detto, fin dall'inizio di stagione, che può svolgere un ruolo decisivo in quest'annata, e che ha gli uomini, le carte, le forze necessari per vincere lo scudetto '74. Ma se dal vertice alla base non si lavora nel modo dovuto, l'ambiente granata può perdere un'occasione unica. La partita di oggi a Genova contro i blucerchiati. che sanno combattere all'estremo, è fortemente indicativa: poi, con il recupero completo di Sala e di Agroppi, il valore della squadra dovrebbe esprimersi su alti livelli e sempre. Pochissime società hanno un <■ ruolino » d'uomini fitto e interessante qual è quello granata: ai presupposti teorici deve però corrispondere il risultato sul campo. Juve-Zena, riapparizione di una « classica ». Oliasi certamente mancherà il tocco di Corso, con pari verosimiglianza Anastasi giocherà solo un tempo, ma la gara è tutta da godere. La Juventus comincia oggi un « tour de lorce » che dirà molto sulla sua consistenza: perché domenica ventura l'attende il Milan (■> a braccia aperte » come sostiene Nereo Rocco), poi la Coppa con l'Indipendiente a Roma, e quindi il Verona « bestia nera » che lascerà infine posto al derby torinese. Ventun giorni di lotta aspettano dunque il club campione, tra oggi e il 9 dicembre, un ciclo che può risvegliare e sollecitare le forze del jet. ma anche sforacchiarlo da qualche parte. Grazie agli uomini della Juventus, andremo a Monaco per i « mondiali » del '74. Qualche gol di Anastasi, il lavoro di Capello, gli estri di Causio, la diligenza di Spinosi e Morini, l'imbattibilità di Zoff hanno formato il cemento necessario alla Nazionale. Ora, gli stessi bianconeri debbono riproporsi In campionato, dove non c'è più la .1 squadra facile ». quella che ti lascia passare per soggezione o scarsa imbastitura tra i reparti. E Sandokan Silvestri (come Vincenzi sampdoriano che vuole cancellare lo « zero » dalla sua classifica contro i granata) sa di football. Nella prima giornata le due genovesi strapparono 3 punti su quattro alle magne meneghine. Cercheranno di ripetersi oggi, creando barri¬ cate e impostando le loro azioni su ritmi alti. Notiamo pure anche questo: nessuna squadra italiana schiera un Bobby Moore (se fossimo provvisti veramente di humour, all'annuncio che l'ex grande Bobby scendeva in campo, la panchina italiana avrebbe dovuto rispondere, a Wembley, schierando Vycpalek: malgrado la sua stazza gli sarebbero riusciti tre magici dribbling contro la ben radicata quercia inglese). Le nostre difese sanno come fermare, frenare, intorbidire qualsiasi manovra altrui. Può accorgersene l'Inter a San Siro contro il bel Foggia, può impaniarvisi il Milan a Vicenza, può accadere a Riva contro il Bologna, può verificarsi reciprocamente tra Napoli e Fiorentina, un incontro che dovrebbe vedere in sella proprio gli uomini di Vinicio, date le notevoli assenze tra i viola. Critica Si ricomincia dunque all'insegna dell'incertezza, tra nuovi gaudii tifosi e con almeno sei squadre decise a rompere l'attuale equilibrio. Il « feuilleton » del campionato si scarica in un capitolo importante, oggi, ove la giusta attesa è garantita fino all'ansia. Per queste ragioni, obiettive e attualissime, ci sembra logico trascurare le infantili enormità di certa critica (soprattutto capitolina) che ha trasformato l'uno a zero di Wembley nella scoperta dell'uranio e la prestazione d'un Rivera o la condanna (giustissima, persin troppo moderata) della Lazio in nuovi casi •■ Bruneri & Canella ». A tutti costoro, che urbanamente ma talora analtabeticamente — ahimè, è così — rimproverano la nostra severità e con astuzia paesana la rivoltano in partito preso, rispondiamo con una frase di Elio Vittorini: « Solo l'incitamento e il dileggio continuo dei nostri contemporanei può torci aprire gli occhi sulle nostre reali possibilità, sui nostri diletti, sui nostri limiti ». E' del 1952. si rivolgeva alla critica letteraria. Può, con un certo libero arbitrio, essere rivogata oggi a chi fa. parla, sparla o vaneggia di football, trasformandolo, da gioco e mestiere, in problema patriottardo, in fumo e vapori insensati. Giovanni Arpino

Luoghi citati: Foggia, Genova, Lazio, Monaco, Napoli, Roma, Torino, Vicenza