Una riforma della giustizia questione di sopravvivenza di Luca Giurato

Una riforma della giustizia questione di sopravvivenza Allarmata conferenza del ministro Zagari Una riforma della giustizia questione di sopravvivenza Le carenze più gravi riguardano la mancanza di personale (2800 cancellieri sono andati in pensione anticipata) e dei locali -1 rimedi (parziali e arrivati in ritardo) : le assunzioni dei cancellieri avverranno per concorsi periferici, sono previsti 500 magistrati in più ■ Processi lenti (Nostro servizio particolare) Roma, 16 novembre. «Se non riusciremo ad inserire i problemi della giustizia tra le riforme da realizzare nella "fase due" dell'azione di governo, avremo fallito il nostro compito. La crisi è drammatica. E' una questione di sopravvivenza». In queste parole, al di là dei dettagli, c'è il nocciolo politico del discorso che il ministro della Giustizia, Mario Zagari, ha rivolto ai giornalisti convocati nel suo studio non per essere protagonisti passivi di una tradizionale conferenza-stampa, ma protagonisti attivi di uno scambio di opinioni con un rappresentante dell'esecutivo che vuole fare del suo dicastero un «ministero aperto». «Con il nostro lavoro — ha precisato Zagari — noi cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei tempi nuovi e abbiamo aperto il ministero ai consigli e ai suggerimenti diretti del mondo accademico, dei magistrati, degli avvocati ed oggi dei giornalisti. Vogliamo sentire tutti, perché la crisi della giustizia coinvolge tutti, il paese intero». «E' la prima volta che un ministro ci parla in questo modo», ha replicato il più anziano dei cronisti giudiziari. «Abbiamo bisogno di essere costantemente stimolati. Per la giustizia si sta combattendo una battaglia decisiva. Con il varo della legge sul processo del lavoro, fondamentale perché ci sono 270 mila persone in attesa che vengano affrontate altrettante cause, è assolutamente necessario predisporre una serie di provvedimenti straordinari. Mi sono rivolto a tutti i miei colleghi di governo e non c'è niente di straordinario nel fatto che abbia scritto una lettera a Rumor su queste cose. La giustizia è la cenerentola del bilancio nazionale; occupa solo VIA per cento!». Per Zagari, i motivi della crisi sono politici, tecnici, strutturali. Le carenze più gravi sono soprattutto due: quella dei cancellieri e quella dei locali. Con la legge sull'esodo, si è creato di colpo un « vuoto » di 2800 cancellieri. «Un distacco improvviso che ha falcidiato il corpo ausiliario della giustizia — ha detto il ministro, mentre i funzionari che gli sedevano intorno annuivano con grandi cenni del capo —; ora ne scontiamo le conseguenze. E' vero che del senno di poi sono piene le fosse, ma la legge sull'esodo è stata proprio una cosa giusta?». Per i locali, basta mettere piede in una qualsiasi città giudiziaria. «Vi sono denunce drammatiche. La giustizia dovrebbe essere moderna, andare nell'era spaziale e noi ancora ci portiamo dietro residui medioevali. Per quanto riguarda Roma ci sono le caserme. Abbiamo avuto risposte positive dai Lavori Pubblici e dal Comune. Speriamo vengano anche dalla Difesa». Che cosa è stato fatto per affrontare questi problemi? «Ci siamo mobilitati e abbiamo cercato di varare provvedimenti capaci di affrontare un cancro che sta creando metastasi. Abbiamo varato un decreto legge che avrebbe affrontato il toro per le corna; tra l'altro, avremmo "avuto 7 mila cancellieri in più». Zagari non ha atteso che qualcuno ponesse domande. Ha aggiunto, senza mezzi termini: «Ci siamo scontrati duramente con il ministero della Riforma burocratica e con ipsldactssrsvmsoPbmctm3mspammm«hbtsmffidppzsdaildcnfmdufslicfscesss il consiglio superiore della pubblica amministrazione. Ci siamo trovati tra due fuochi e lo scontro ha fatto perdere del tempo prezioso. Alla fine, abbiamo dovuto accettare un compromesso. Risultato: le truppe arriveranno in nostro soccorso molto tardi, anche se noi abbiamo tentato di fare presto. Abbiamo cercato di superare vecchie barriere, vecchi ostacoli». Il provvedimento-compromesso, denso di modifiche, è stato finalmente pubblicato oggi dalla Gazzetta Ufficiale. Per la prima volta, sarà possibile assumere cancellieri tramite concorsi periferici e non centralizzati, per abbreviare i tempi. «Verranno anche i famosi magistrati in più, circa 300 — ha aggiunto Zagari — mU verranno tardi». Il dibattito, stimolato dallo stesso Zagari, si è fatto sempre più serrato. Rispondendo ad una domanda sul finanziamento dei partiti, finanziamento che determina procedimenti penali troppo spesso «trascurati», il guardasigilli ha detto di essere pienamente d'accordo con coloro che sollecitano l'approvazione di una legge che garantisca il finanziamento dei partiti. «La giudico indispensabile per lo sviluppo democratico del Paese». E' stato anche affrontato il delicato problema dell'insabbiamento di alcuni processi. Si è parlato dell'istruttoria contro la Rai-tv, da più di due anni avocata dalla procura generale della corte d'appello; della «ballata delle bobine» scomparse e ricomparse al palazzo di giustizia (anche quest'inchiesta è stata avocata dalla procura, senza che se ne sia saputo niente). Il discorso è poi caduto sul «caso Borghese», cioè sull'istruttoria del fallito «golpe» fascista del dicembre '70, istruttoria che, dopo 2 anni e mezzo, è ancora insabbiata. Zagari ha definito questo e altri casi di disfunzione della giustizia «processi insoluti», osservando che parlamento e governo devono affrontare questi problemi, anche per fugare «le pesanti nebbie sulle avocazioni». Luca Giurato

Persone citate: Mario Zagari, Rumor, Zagari

Luoghi citati: Roma