Capolavoro di un libertino di Emanuele Kanceff

Capolavoro di un libertino Capolavoro di un libertino Dominique - Vivant Denon: « Les amants », Ed. Ricci, pag. 64, lire 1000. Nella prima edizione della Physiologie du mariage, a proposito delle strategie messe in opera dalle donne, capaci di un alto grado di perfezione viziosa e di astuzie senza fine, Balzac inseriva i! racconto che « un artista pregevole, un erudito stimato dall'Imperatore», e di cui si taceva il nome, avrebbe fatto al termine di un pranzo in casa del principe Lebrun e che egli credeva sconosciuto, pressoché inedito. Questo testo, ricopiato quasi integralmente eppure gravemente tradito nella sua fisionomia poetica, era Point de lendemain, da cui Louis Malie ha tratto un film con il titolo di Les amants, e che non ha finito ancora di suscitare perplessità bibliografiche e critiche. In una successiva edizione della Physiologie, Balzac, forse colto dai rimorsi, indicava curiosamente, quale autore del racconto, quel Dorat che n'era stato a più riprese l'editore e che pure, nelle sconosciute Idées sur les romans preposte ai Sacrifices de l'amour, col notare i progressi, le vicissitudini e la decadenza della galanteria, condanna la folla di romanzi leggeri o licenziosi, intessuti di eleganze puerili « che spengono la immaginazione e raggelano la sensibilità ». Point de lendemain vide la luce nel 1777, lo stesso anno in cui moriva a Parigi, povero e dimenticato, Crébillon fils; e nell'ambito di quella letteratura libertina — tutt'altro che inutile e priva di significato per la storia del romanzo france¬ se — in cui gli Égarements du coeur et de l'esprit di quest'ultimo tengono il rango di grande opera misconosciuta, il racconto del Denon rappresenta uno degli estremi e fulgidi gioielli. Prodotto di matura raffinatezza, pastello senza realismo e senza ombre, esso corrisponde ai diletti privi di gioia e di sofferenza del « buon gusto » aristocratico e libertino. Capolavoro di garbo e di leggerezza, esso vive in forza dell'equilibrio mirabile tra la parola rarefatta e il silenzio, tra l'edonismo disilluso ed il fascino del mistero che lo pone al di sopra di tanta letteratura galante, ed alla connessione di due età, quella della ragione e quella del sentimento. « L'aimable M. Denon » — come lo chiama Stendhal che lo conobbe ed assistette alle sue inquietudini quando, nel marzo del 1814, le collezioni del Louvre, da lui amorosamente costituite, parevano dover ritornare alle potenze coalizzate cui le spoliazioni napoleoniche le avevano sottratte — è rimasto tuttavia un dimenticato e lo sarebbe ancor di più se Emile Henriot non gli avesse dedicato l'ultimo capitolo del vivace studio sui Livres du second rayon, riprendendo un articolo pubblicato da Anatole France sulle colonne del Temps il 20 ottobre 1889 e divenuto poi un gustoso medaglione della sua Vie littéraire, seducente ma non privo di errori. E' appunto quest'ultimo testo che la scarna edizione della « Biblioteca blu » si limita ad offrire, un po' ritoccato, quale prefazione al volumetto: un'altra occasione mancata, per Denon, di usci¬ re dall'aura mitologica che lo circonda e di veder riparata l'ingiustizia che vuole valutazioni frettolose della sua opera, così resistente all'usura del tempo. Emanuele Kanceff

Persone citate: Anatole France, Balzac, Denon, Emile Henriot, Louis Malie, Ricci, Vivant Denon

Luoghi citati: Parigi