Germano La Chioma non parla più Cercata invano la tomba del cugino di Clemente Granata

Germano La Chioma non parla più Cercata invano la tomba del cugino L'inchiesta bloccata per motivi procedurali Germano La Chioma non parla più Cercata invano la tomba del cugino La magistratura francese lo ha incriminato, lui ha chiesto un difensore: "Parlerò solo alla presenza dell'avvocato" - In base alle sommarie indicazioni che aveva fornito durante l'interrogatorio si è perlustrata la collina, ma della fossa nessuna traccia II nostro inviato ci telefona da Nizza: E' stata cercata per tutto il giorno la tomba di Giovanni La Chioma. Gli inquirenti italiani hanno setacciato boschi e strade collinari, il greto del torrente Var. Inutilmente. Germano La Chioma, che martedì aveva fatto un'ampia confessione, ora tace. Mercoledì pomeriggio, por tato davanti al sostituto procu ratore di Nizza, dott. Lasfargue, ,ncrimtaBto di concorso in , ,., . . omicidio volontario, si è avvalso «*«>» facoIta <" non rispondere, « Voglio un avvocato difensore », ha detto. Poi si è chiuso nel mu tlsmo. In serata Io hanno ricon- dotto nelle carceri di Alx-en-Pro- vence, dove deve scontare due I manni. | cNella sua confessione di martedì, l'unico elemento concreto ora in mano agli inquirenti, ave. va affermato: « Paolo Pan ha ucciso mio cugino con due colpi alla nuca, poi mi ha minacciato di morte, e lo mi sono arreso. Abbiamo caricato il cadavere in macchina e lo abbiamo sepolto alla periferia di Nizza ». Dove? Il detenuto aveva precisato: « In una zona collinare che si trova nei pressi del torrente Var. C'è una strada che parte dal ponte in ferro sul fiume e si inerpica. Ad un certo punto si vede una biforcazione. Abbiamo girato a destra e percorso circa cinquecento metri. Dove la strada ter- csrftdczcbrvfdcPmtI mina, accanto ad una casa diroc cata, c'è la tomba ». La località si chiama « La Cocaude ». Non abbiamo potuto seguire gli inquirenti nelle loro ricerche di ieri. C'erano state infatti energiche proteste delle autorità francesi per la presenza dei giornalisti. Abbiamo percorso comunque per conto nostro la zona. Si estende per decine di chilometri quadrati. Nella parte ] ville e coltivazioni di fio- j bassa ri; poi la collina diventa impervia. Ci sono boschi e dirupi. In fondo ai valloni alcune carcasse di macchine bruciate, qua e là case abbandonate. Le strade che Paolo Pan e Germano La Chioma hanno percorso la tragica notte potrebbero essere la Rue St. Isidore e la rue St. Antoine. Ma attorno c'è una ragnatela di viuzze e di sentieri. Come individuare la biforcazione di cui ha parlato Germano La Chioma? Solo lui potrebbe indicarla con precisione. Ma ora rifiuta di aggiungere anche una sola sillaba. L'inchiesta che martedì pareva vicina ad una conclusione si è bloccata al. l'improvviso. Vediamo come si è arrivati a questo punto critico. Lunedì, quando sono giunti sulla Costa Azzurra, gli inquirenti avevano due scopi: 1) rintracciare gli appartamenti abitati da Giovanni La Chioma e da Paolo Pan ed i covi della loro organizzazione intemazionale di traffici di auto rubate; 2) interrogare Germano La Chioma. I quartieri generali ! delia banda sono stati trovati lu- j nedì: due a Nizza, alla Residence I de France, uno a Cannes, alla I Residence Fleurìs. Le scoperte più interessanti sono state fatte in questa città: su un tavolo del tinello gli inquirenti hanno rilevato le tracce inequivocabili dell'attività del trafficanti: le impronte di numeri di targa che evidentemente servivano per le falsificazioni. La segretaria dell'agenzia inoltre, aveva affermato che dal | marzo scorso non vedeva più Gio- ! vanni La Chioma, il quale aveva 1 preso in affitto un appartamento i al secondo piano. In aprile, Paolo j Pan e Franca Ballerini erano an- dati ad abitare l'alloggio, disdicendo improvvisamente la locazione il ( maggio successivo. Martedì scorso si è deciso di interrogare Germano La Chioma, in carcere ad Aix-en-Provence per la nota vicenda del suo arresto a Sospel, avvenuta il 6 aprile dell'anno scorso. E' scattato, a questo punto, un meccanismo procedurale complesso. Chiama- j to in causa da Tarcisio Pan, egli doveva dire se aveva assistito o no al delitto. L'interrogatorio si è svolto nella Gendarmerie di Aix, e formalmente è stato condotto dalla Polizia giudiziaria francese. Domande e risposte erano tradotte da un interprete. Germano La Chioma ha detto quello che sappiamo. A questo punto, la sua posizione è cambiata: quale che fosse la sua versione del delitto, da testimone egli diventava un indiziato di reato. In Francia, in casi come questo, la polizia giudiziaria ha ventiquatt'ore di tempo per condurre le indagini \ <rhe riftien? WP0'?"™ se"f» 1 tervento diretto della magistratura e di un eventuale difensore. Il cugino di Giovanni La Chioma, dopo la confessione, poteva essere condotto direttamente sul luogo del seppellimento. Non è stato fatto. E' infatti un detenuto che sta scontando la pena, e doveva far ritorno in carcere entro le 19. Tutto è stato rimandato al giorno dopo. Mercoledì mattina gl'inquirenti italiani si sono presentati alla Gendarmerie di Aix. Ma è sorto un ostacolo improvviso. La polizia giudiziaria francese aveva avvertito nel corso della notte la magistratura. I giudici della Procura avevano deciso di prendere in mano le redini delle indagini. Il delitto era stato coml messo a Nizza, doveva interessarsene la magistratura di quella città. Sono scattate allora nuove regole procedurali, alcune a garanzia dell'imputato: necessità di un'autorizzazione formale per il trasferimento di Germano La Chioma dalle carceri di Aix a Nizza, e necessità di un suo nuovo interrogatorio. L'uomo è giunto sotto buona scorta sulla Costa Azzurra nel pomeriggio. Gl'inquirenti italiani pensavano di poterlo portare direttamente sul luogo dove è sepolto il corpo di Giovanni La Chioma, ma non è stato possibile. Germano verso sera è stato condotto alla presenza del sostituto procuratore Lasfargue, nel Palaìs de Justice che sorge nei pressi della Promenade des Anglais. Il giorno prima, dopo sei ore di interrogatorio, aveva ceduto e si era deciso a rivelare tutto. Davanti al giudice ha ripreso la calma e la freddezza abituali. I! dott. Lasfargue gli ha detto: « Da questo momento lei è formalmente incriminato di concorso nell'omicidio di Giovanni ] La Chioma ». La procedura fran j cese non richiede la presenza dell'avvocato durante l'interrogato- rio davanti al sostituto procuratore, ma consente all'imputato di esigerla. Germano La Chioma si è subito avvalso di questa facoltà: « Voglio la presenza di un difensore ». La possibilità di chiudere in modo rapido l'inchiesta sfumava. L'imputato ora si chiudeva nel mutismo. E non è da escludere che continui a farlo anche in futuro. A questo punto la situazione anche se giuridicamente ineccepibile appare paradossale. L'autorità giudiziaria francese e gli inquirenti italiani sanno che in un certo posto, verso il torrente Var, accanto ad una casa diroccata, è sepolto un uomo con due colpi di pistola nella testa. Si è ad un passo da una scoperta di fondamentale importanza, eppure l'inchiesta si deve arrestare. Vi sono esigenze insormontabili a tutela dell'imputato e c'è d'altro lato l'interesse pubblico premi- ! nente dell'amministrazione giudi j ziaiia francese a condurre In mo I do diretto l'inchiesta trattandosi I di un delitto commesso nel ter- ritorio di sua competenza Dall'altro lato però c'è l'interesse pratico, immediato: la scoperta di un cadavere. Solo se il corpo di Giovanni La Chioma viene disseppellito, il castello dell'accusa ha un solido pilastro. E' estremamente problematico infatti rinviare a giudizio ed even- | tualmente condannare un impu ! tato senza la prova inconfutabile 1 cne \\ delitto è stato commesso, i Ne verrebbe fuori un processo j super-indiziario che si chiuderei). be quasi sicuramente con un non j luogo a procedere. C'è per la magistratura italiana la possibi. lità di condurre un'inchiesta propria e di interrogare di nuovo Germano La Chioma, ma solo se viene estradato. Una pratica è già in corso Ila corte d'appello di Aix deciderà oggi), ma è limitata ad un processo per estorsione che l'imputato dovrà subire il 20 novembre prossimo dinanzi alla corte d'assise di Torino. E' molto difficile che la procura possa approfittare di questa circostanza per sentire il La Chioma sul delitto avvenuto a Nizza. Per questo gl'inquirenti italiani hanno deciso di condurre per proprio conto le ricerche in Francia. Ieri mattina sono giunti da Ventimiglia, dove avevano trascorso la notte, e hanno cominciato a setacciare la zona che si irradia attorno alla località Cocaude. Un compito difficilissimo, un'impresa che appare disperata. In serata, come abbiamo detto, le ricerche sono state sospese. Riprenderanno oggi all'alba e dureranno tino a mezzogiorno. Clemente Granata Germano La Chioma, il cugino Giovanni (l'ucciso) e Paolo Pan accusato dal fratello