Sontuose le nozze a Westminster con la marcia di Radetsky e la tv di Lietta Tornabuoni

Sontuose le nozze a Westminster con la marcia di Radetsky e la tv Anna d'Inghilterra e Mark Phillips da ieri sposi Sontuose le nozze a Westminster con la marcia di Radetsky e la tv "in corto" La cerimonia è durata cinquanta minuti, folto gruppo di teste coronate ed ex regnanti - Il primo matrimonio della famiglia reale; tra le più eleganti e ammirate Grace di Monaco - Anche la regina Elisabetta sceglie un abito azzurro, per esigenze televisive - La principessa e il dragone salutati da una folla moderatamente curiosa ed entusiasta - Ai Comuni, deputati protestano per il rinvio del dibattito sulla grave crisi economica: "Annullatelo, questo matrimonio" (Dal nostro inviato speciale) Londra, 14 novembre. Alla fine Anna d'Inghilterra e Mark Phillips, oggi sposi, escono dalla chiesa chiacchierando e ridendo tra loro, al suono di quella marcia di Radetsky che i sovrani europei presenti, spodestati e no, riconoscono con lamiliare piacere. La principessa di Hohenlohe-Langenburg, nostalgica, batte lievemente il tempo. La regina Elisabetta si riprende dalla commozione, Ranieri di Monaco si scuote dall'ipnosi. Heath raccoglie il cilindro rotolato per terra, ospiti illustri e meno illustri si massaggiano il collo: durante tutto il matrimonio sono restati con la testa obliqua e i tendini tirati per fissare i teleschermi installati tra le navate, senza degnare di uno sguardo la cerimonia che si svolgeva sotto i loro occhi. Anche tra noi giornalisti, ammessi in pochissimi dopo una selezione severa e il pagamento di un pedaggio di 35.000 lire, pochi hanno resistito al fascino dell'immagine televisiva, ritenuta più convincente della realtà, così con.e la folla, lungo le strade, preferiva ammirare sui televisori portatili il corteo che gli passava davanti. Neppure la famiglia reale, del resto, si è sottratta ai doveri televisivi. Per la tv Elisabetta ha scelto il colore del suo vestito, un azzurro brillante e telegenico. Anna ha rinunciato all'usuale ombretto grigio che sullo schermo sarebbe risultato lugubre e ha sostituito con il rosso il prediletto rosa pallido delle labbra; Mark ha fatto eliminare con un velo di spray la pericolosa lucentezza del cinturone, delle spalline e della bandoliera d'oro della sua divisa. Per evitare l'esibizione in tv di smorfie non belle, naso vistoso o emozioni antiestetiche, gli sposi hanno proibito i primi piani frontali durante la cerimonia: la loro vera preoccupazione, dicono i maligni della televisione inglese, era questa, e non il desiderio ufficialmente proclamato di « conservare pei sé qualche aspetto delle nozze ». Alla fine, con la marcia di Radetsky, echeggia nell'abbazia di Westminster un sospiro di sollievo: tutto è andato bene. Non ha piovuto, anzi la mattinata di sole, nell'aura magica avvolgente quella monarchia che il « Guardian » definisce oggi « un'istituzione primitiva, veicolo di tabù ». E' stata considerata un presagio felice. Bombe irlandesi non ne sono scoppiate. Manifestazioni, nessuna: a zittire il gruppetto di ragazze che urlava invocando soldi per le studentesse sposate prive di borse di studio è bastato un minimo intervento dei Gurkha dalla grinta cattiva. Anche i vignettisti sono stati indulgenti: il disegno umoristico meno rispettoso rappresenta Anna che, evasa dal cochio nuziale, cavalca i grigi pomellati che la trasportano. La situazione, in Inghilterra come altrove, è quella che è: prezzi crescenti, crisi della benzina, crisi dell'energia, crisi del carbone, crisi finanziaria: i deputati laboristi hanno protestato in parlamento per il rinvio del dibattio sullo stato d'emergenza gridando: « Annullatelo questo matrimonio », « Non abbiamo tempo da perdere », « Discutiamo domani, tanto per turbare il matrimonio ». Ma non capita ogni giorno uno spettacolo simile, questo sarà forse l'ultimo dei matrimoni regali celebrati con stridente fasto e sontuosità, la gente era decisa a goderselo: domani è un altro giorno, si vedrà. Puntualità Oggi tutto è andato bene, il meccanismo nuziale ha funzionato con sveltezza, precisione e senso pratico, gli orari previsti sono stati rispettati: ore 10.45 arrivo all'abbazia degli ospiti illustri, ore 10,55 arrivo della famiglia reale, ore 11,15 arrivo del cocchio della regina, ore 11,27 arrivo del cocchio della sposa accompagnata dal padre, cinquanta minuti di cerimonia e via, ore 12,20 partenza del cocchio degli sposi, ore 12,30 partenza della regina, ore 12,35 arrivo degli sposi a Buckingham Palace, ore 12,45 arrivo a Palazzo della regina, ore 13,20 tutti sul balcone a salutare la folla e poi a tavola, una piccola colazione, una casetta in famiglia, 130 persone. Tutti si sono comportati bene, persino i regali bambini, per i quali il quotidiano allenamento a stare in piedi immobili almeno mezz'ora è una parte consueta dell'educazione « ai futuri rigori delle cerimonie pubbliche ». Il paggetto Edoardo, fratello piccolo della sposa, non ha sbagliato un gesto. La damigella Lady Sarah ArmstrongJones, figlia piccola della principessa Margaret, non ha sbagliato un passo, ed era certo la più bella della festa: l'unica faccia contemporanea, tra tante aristocratiche fronti bombate e nasi sporgenti da ritratto d'antenato, tra guance cascanti di vecchi generali e grinze di principesse novantenni, tra le facce Anni Quaranta degli ufficiali e dello sposo, soldato dalle guance di pesca eletto dai barbieri « l'uomo meglio pettinato di Inghilterra» perché ha i capelli corti e la sua brava scriminatura. Quasi bella La sposa era quasi bella. Olivier, il visagiste di Grace di Monaco e di Jaqueline Onassis arrivato da Parigi, aveva fatto un buon lavoro, addirittura migliore di quello già ammirevole compiuto per le fotografie ufficiali: il trucco sapiente allungava e allargava gli occhi, rimpiccioliva il naso, assottigliava il viso. La sposa era qua», magra, a parte il gran petto, nell'abito nuziale carico di simboli: patriotticamente prodotta da bachi inglesi e filata in Inghilterra la seta bianca della veste e del corpetto reso aderente da molte nervature, di stile elisabettiano le grandi maniche; regale il velo, già portato in occasioni analoghe da sua madre e da sua nonna; democratico il prezzo del vestito, 80.000 lire; verginale il bouquet di rose bianche, mughetti, fiori d'arancio, erica; modesto l'anello di fidanzamento infilato al mignolo; ricchissimi i gioielli di famiglia, emblema delle donne di potere. La sposa è stata brava: è entrata nell'abbazia caracollante, ma poi si è ripresa. Con grazia e disinvoltura ha affrontato il consueto salmodiare (« se qualcuno ha obiezioni lo dica adesso o taccia per sempre, vuoi tu prendere quest'uomo, prometti di obbedirlo servirlo amarlo e onorarlo, per il meglio e per il peggio, in ricchezza e in povertà, in salute e malattia, finché morte non vi separi?»^ che rende per noi ogni matrimonio anglossassone tanto hollywoodiano. Ha sorriso cercando, come le era stato raccomandato, perché non ostentasse troppi denti, di tenere la bocca socchiusa; ha riso un poco e cicalato con lo sposo, che appariva altrettanto rilassato, sereno: insieme hanno mostrato di essere legati da quella familiarità, amicizia, consuetudine e complicità che unisce due colleghi d'ufficio come due sportivi della stessa squadra. Tutto è andato bene. E' mancata persino quella «volgare stravaganza » prevista dal deputato laborista repub blicano William Hamilton: i soli stravaganti erano forse i tecnici della televisione, im¬ pacciati nel trascinare telecamere e sbrogliare cavi dai loro tight e dai cilindri grigi, oppure gli uomini delle pulizie, ostacolati dall'abito nero e dalle cravatte d'argento nel loro lavoro di nettare sveltamente la moquette con l'aspirapolvere dopo il passaggio d'ogni gruppo di invitati. L'addobbo della chiesa era al contrario scarso, due trionfi di fiori bianchi, e le eleganze limitate. Questo di Anna d'Inghilterra è stato il primo matrimonio regale « in corto »: poche pazze arrivate con l'abito lungo hanno avuto modo di pentirsi amaramente, e si è scoperto che gli abiti da cerimonia degli uomini (tight, spesso presi in affitto, oppure divise militari) sono ormai assai più presuntuosi e pomposi di quelli femminili. La stravaganza femminile si è sfogata nei cappelli, naturalmente: dal berrettone alla Raffaello al berrettaccio alla Gavroche, alla piuma di fagiano, alla larga tesa da bandito e al leopardo da cacciatore bianco, e poi cuffie di brillantini, cappucci lavorati all'uncinetto, fez di broccato, sombresi, baschi da paracadutista, turbanti pallinati, sino ai copricapi equestri della madre e della sorella dello sposo, cappellone piumato alla cavalliera e berretto da fantino con code di nastri. Quanto ai vestiti, quasi tutte, compresa la Regina, si sono tenute al tipo di svelto cappottine non a caso chiamato « princesse », per lo più ciliegia, verdolino, rosa, limone o celeste. La più lussuosa, come sempre, era la Regina madre, in broccato d'oro e visone miele; la più controcorrente, come sempre, Margaret, che la sua princesse l'aveva comperata a Parigi, da Dior: la più grigia Sofia di Grecia, in grigio, mentre Beatrice d'Olanda era la sola a portare una giacca di pelliccia; la più imprevista Anna Maria, moglie di Costantino di Grecia, per la prima volta truccatissima, quanto una modella o una ballerina classica. In cinque le invitate hanno tentato il classico trucco di rubare la scena alla sposa vestendosi tutte di bianco: ma il colpo di teatro è riuscito soltanto a Grace di Monaco, in gran cappa bianca di lana con cappello e manicotto di visone bianco, sicuramente la più elegante tra tutte e tra tutte, a parte la famiglia reale, la più applaudita dalla folla. Gli auguri Una folla di 45.000 persone quiete, tranquille, ordinate, contente dello spettacolo e della giornata di libertà, niente affatto isteriche. Una folla meno curiosa di quanto fosse al matrimonio di Margaret, meno entusiasta di quanto si dimostrò rompendo i cordoni all'incoronazione di Elisabetta. In qualche momento anche dispettosa: quando la sposa si è affacciata al balcone del palazzo reale, la gente non ha gridato « buona fortuna » a lei, ma « buon compleanno » a suo fratello il principe ereditario, che le era vicino e che compiva oggi 25 anni. Ancora una volta, per un momento la principessa Anna si è ritrovata in secondo piano. E' stata la sola ombra nella sua grande giornata in cui tutto è andato bene, persino le indiscrete e precipitose previsioni astrologiche emesse per lei da « Lord Luck »: dice che avrà tre figli, e che il primo nascerà all'inizio dell'estate. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Grecia, Inghilterra, Londra, Monaco, Parigi