Washington: l'annuncio di Burns dopo la riunione dei Governatori

Washington: l'annuncio di Burns dopo la riunione dei Governatori Washington: l'annuncio di Burns dopo la riunione dei Governatori L'accordo che istituì il doppio mercato risaliva al 1968: ad esso aderivano Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Olanda, Svizzera e Italia - Secondo la decisione di Basilea gli Istituti centrali potrano vendere oro - Negli Usa si dice: nessuna ripercussione sulle monete Washington, 14 novembre. Gli Stati Uniti, il Belgio, la Germania, la Gran Bretagna, l'Olanda, la Svizzera e l'Italia hanno deciso di porre fine all'accordo istitutivo del doppio mercato dell'oro del 1968. Lo ha annunciato ieri sera il presidente della Riserva federale Usa, Arthur Burns precisando che d'ora innanzi gli Stati Uniti si considerano liberi di vendere oro dalle riserve anche se, per il momento, non è stata presa alcuna iniziativa in proposito. La decisione, ha detto Burns, è stata presa durante la riunione dei Governatori delle Banche centrali svoltasi a Basilea. L'annuncio è stato generalmente interpretato nel senso che non è più considerato operante l'accordo del 1968 che impediva alle Banche centrali aderenti di vendere oro sul mercato libero, consentendo acquisti e vendite di metallo solo tra di esse al prezzo ufficiale che è attualmente di 42,22 dollari l'oncia. Resterebbero tuttavia in vigore gli obblighi posti dal Fondo Monetario che vieta ai Paesi membri l'acquisto di oro ad un prezzo superiore a quello ufficiale, o la vendita ad un prezzo inferiore. Secondo fonti del mercato dei cambi di New York, il prezzo dell'oro sul mercato libero di Londra dovrebbe registrare una brusca flessione mentre non si dovrebbero avere ripercussioni di rilievo sui mercati valutari. Le fonti sottolineano inoltre che nell'annuncio di Burns l'atteggiamento degli Usa è rimasto « estremamente vago », per- mettendo di trarre la conclusione che l'oro di Fort Knox, per il momento, è al sicuro. Secondo altre fonti, il provvedimento dovrebbe far parte di un piano destinato a definire la riforma monetaria entro la data del 31 luglio prossimo che potrebbe prevedere la demonetizzazione dell'oro e l'attribuzione di un ruolo più importante ai diritti speciali di prelievo. La riserva aurea Usa ammonta attualmente a 11,6 miliardi di dollari. (Radiocor) Arthur Burns (telefoto)

Persone citate: Arthur Burns, Burns, Knox