Bologna: seimila macchine per la nuova agricoltura

Bologna: seimila macchine per la nuova agricoltura Aperta l'Esposizione internazionale Bologna: seimila macchine per la nuova agricoltura Alla quarta edizione dell'Elma partecipano 534 industrie, cento delle quali straniere: tutte le maggiori società europee, quelle giapponesi e americane - Tra le numerose novità, aratri "reversibili idraulicamente" e una seminatrice pneumatica - La vasta gamma dei trattori Fiat (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 14 novembre. Settanta novità — tra invenzioni presentate per la prima volta, nuovi procedimenti e modifiche — su un totale di seimila macchine esposte: un buon risultato per l'Elma (Esposizione internazionale macchine agricole) inaugurata stamane a Bologna. Queste novità sono un indice del grado di innovazioni tecniche della nostra produzione di macchine agricole. E se la quarta edizione di questa rassegna si apre in una atmosfera di cauta fiducia — ha detto nel discorso inaugurale l'ing. Giovanni Nasi, presidente dell'Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole) che organizza la manifestazione — « lo si deve appunto e soprattutto a queste nuove creazioni, destinate a determinare un'ulteriore evoluzione Qualitativa della meccanizzazione ». « Ma non possiamo tuttavia nasconderci che essa, ha aggiunto Nasi, cade nel bel mezzo di un periodo tormentato, nel quale la complessa e ardua azione governativa cerca di tonificare i sintomi di ripresa, arginando contemporaneamente la tendenza inflazionistica ». La situazione è estremamente delicata, e le conseguenze — ha detto Nasi — si riflettono sulla industria delle macchine agricole, « che vede crescere i costi di tutti i fattoti della produzione, materie prime, lavoro, denaro, spese generali, che inevitabilmente si riflettono sui prodotti finiti, i quali a loro volta sono condizionati da un mercato interno in situazione assolutamente anomala, che ha bisogno di una energica immissione di ossigeno per continuare la pur difficile respirazione ». Prima di dare un'occhiata alle seimila macchine esposte, diciamo, per chi non la conosca, qualcosa sull'Elma. E' la più importante manifestazione di questo genere in Europa, alla quale sono ammessi solo i costruttori di macchine agricole. Le caratteristiche principali, che la differenziano dalle altre mostre, sono la possibilità per gli espositori di presentare un solo esemplare di ogni macchina prodotta, divieto di qualsiasi forma di pubblicità all'interno dei padiglioni (per evitare spese inutili) e la suddivisione in tredici settori, per una più facile osservazione da parte del visitatore: motori; macchine per la bonifica; trattrici; motocoltivatori, motozappatrici; macchine per la lavorazione del terreno, la semina e la concimazione; macchine per la protezione delle piante e delle colture; macchine per l'irrigazione e l'aspersione; macchine per la raccolta; macchine per la prima lavorazione e la conservazione del prodotto; macchine per gli allevamenti; macchine per le industrie agrarie; macchine per 10 spostamento e il trasporto del prodotto; parti staccate, accessori e parti di ricambio; piccoli attrezzi motorizzati e a mano. Per La miglior suddivisione dei visitatori, nei primi tre giorni (oggi, domani e venerdì) è ammesso solo chi sia munito di biglietto di invito; sabato e domenica la mostra è aperta a tutti. Le novità. Fra i trattori, ha destato ancora molto interesse il 1300 Fiat, malgrado sia stato già presentato la primavera scorsa alla Fiera di Verona. E' una macchina che completa la vasta gamma dei trattori agricoli Fiat, ed è anche il trattore a ruote più grosso costruito in Europa (130 cv di potenza). Esso è venuto a coprire un vuoto, perché, prima della sua immissione sul mercato, i potenziali acquirenti di trattori di grande potenza dovevano rivolgersi a macchine americane le quali, per i nostri contadini e per il tipo di agricoltura esistente in Italia, hanno l'inconveniente di essere troppo sofisticate, cioè di avere degli automatismi « non utili » per le nostre esigenze e che quindi costano, senza dare, in cambio del prezzo più elevato, una maggiore produttività. Sofisticazioni « inutili » sono, ad esempio, gli eccessivi automatismi: uno può essere 11 cambio di tipo semiautomatico, con 10 o 12 velocità. Che senso ha, per il nostro contadino, guidare un trattore del genere, quando il cambio automatico non ce l'ha neanche sull'automobile? Il 1300 Fiat offre invece tutto quello che l'esperienza suggerisce per aumentare il rendimento, ma senza concessioni al superfluo: è una mac china grossa e potente, sicu- ra, comoda, facile da usare, in modo da poter offrire una maggior produttività a costi inferiori. Naturalmente, ci sono poi, non solo della Fiat ma anche di tutte le altre industrie, trattori per ogni esigenza e per tutte le possibilità economiche. Veniamo alle novità di cui dicevamo all'inizio, e in cui si sono impegnati i 534 espositori, di cui un centinaio stranieri (oltre a tutti i principali europei, i giapponesi e gli americani). Ci sono sistemi più pratici e razionali per il più rapido attacco degli attrezzi alla trattrice, c'è un trattore con escavatrice posteriore a catena per posare cavi e tubazioni, c'è una moto agricola a tre ruote su motozappatrice. Tra le macchine per lavorare il terreno, seminare e concimare, osserviamo aratri reversibili e registrabili idraulicamente (bisognerà ancora studiare la realizzazione di aratri meno pesanti, magari con l'impiego di materiali metallici di più elevate caratteristiche meccaniche), una seminatrice pneumatica di precisione per mais, girasole e fagioli, una « talpa rotante » (per la zappatura interfilarc adattabile a zappatrici rotative), un nuovo procedimento per la concimazione localizzata nei frutteti e nelle piantagioni a filari, seminatrici combinate con sparticoncime. Un notevole sforzo si sta facendo nelle macchine per la raccolta, un settore di difficile meccanizzazione. Ad esempio l'orticoltura, la cui produzione al lordo vendibile si aggira sugli 850 miliardi di lire annue, praticamente è ancora fuori dalla meccanizzazione per quanto riguarda proprio l'operazione più costosa, cioè la raccolta. Lo stesso si può dire dell'olivicoltura. Tra le novità esposte a Bologna in questo settore, osserviamo macchine per raccogliere il sedano e il finocchio, « ombrelli » raccoglitori per le olive, alcune raccoglitrinciatrici, un vibratore ad alta frequenza per il diradamento e la raccolta del caffè. Anche per la viticoltura da vino, il metodo vibratorio appare oggi come il più promettente. Per la frutta (e per i gli ortaggi), se il prodotto è destinato all'industria di trasformazione si può attuare la raccolta meccanica integrale; altrimenti sono preferibili le « attrezzature agevolatici », come pianali, piattaforme mobili, carri attrezzati. Livio Burato

Persone citate: Giovanni Nasi, Livio Burato, Nasi

Luoghi citati: Bologna, Europa, Italia, Verona