Tutti soddisfatti i medici di Brunetti il direttore del "settanta per tento,,

Tutti soddisfatti i medici di Brunetti il direttore del "settanta per tento,, Sono già stati sentiti 127 testimoni al processo dei clinici Tutti soddisfatti i medici di Brunetti il direttore del "settanta per tento,, Otto hanno deposto in sua difesa: "Il professore suddivideva a suo giudizio il 30 per cento tra gli assistenti ; quello che diceva, per me andava bene" - "Non avevo diritto a nulla ; tutto ciò che mi veniva dato era un di più" - La "confusione totale" dell'Ateneo confermata dall'ex direttore amministrativo dottor Lolli Ultimi testimoni al processo dei cattedratici imputati di peculato. L'intera equipe della clinica otorlnolarlngoiatrira è venuta ieri mattina In aula a dire tutto il bene possibile del prof. Faustino Brunetti. Il curioso è che, nel tentativo di difenderlo, alcuni hanno finito per danneggiarlo. Infatti, dalle deposizioni degli otto medici, e venuta Tuorl la ligura di un Brunetti tutto intento a distribuir soldi (col contagocce) secondo criteri c valutazioni del tutto personali, ad assistenti e aiuti. Prof. Giacinto Voena: « Ho ricevuto dal prof. Brunetti, in tutto. 900 mila lire, come compenso per la prestazioni a ricoverati paganti ». Pubblico ministero: « Sapeva j dell'esistenza di un accordo ira gli \ assistenti c l'imputato, che sta ! biliva di attribuire a quest'ultimo ] il 70 per cento dei proventi?». 1 Teste: » Non lo so. Io ritiravo I una busta dalla segretaria, e | basfn ». i Prof. Alberto Sartoris: assistenI te della seconda cattedra di oto■ rino: « Dal '65 al '70 ho percepìI to ti milioni, quasi 100 mila lire i al mese, per i pensionanti pagani ti in proprio. Questa somma fa. ! ccim parte dì quel 30 per cento I che il professore destinava agli '. assistenti. 1 loro nomi venivano '. indicati di volta in volta dal eli\ nico. in base all'attività svolta. I Toccava a me il compito di di• ridere le somme, secondo i stig| gerimentì del prof. Brunetti: "Dai tanto al tale, tanto al talallro". Scrivevo su un foglietto le ci/re Non ho mal avuto nulla da ridire sulle decisioni del professore: per me, quello che diceva, andava sempre bene ». Ma i proventi ambulatoriali dei i mutuati, dove finivano? Non si e le trasmettevo alla segretaria. | sSnagt sa. m certo non all'Università. Suor Redenta, al secolo Giovanna Satta, ha riferito che le visite anibuiatoriali, a favore dei degenti ospedalieri, erano tutte gratuite. Prof. Eugenio Aluffi: « Ho ricevuto in totale tre milioni, per I pensionanti ». Pubblico ministero: « Dunque, nessuno ha mal percepito qualcosa dei proventi ambulatoriali. Strano: non ne avete chiesto spiegazione al prof. Brunetti? ». Teste: « No, non mi risulta. Comunque, io ero assistente volontario e, come tale, non avevo diritto a nulla. Tutto ciò che mi era dato, costituiva un di più ». Il prof. Giampaolo Busca e i dottori Orazio Bisio e Giangiacomo Olivati hanno confermato: « Ci veniva dato qualcosa, in base alla minore o maggior partecipazione all'attività della clinica ». Dott. Ferruccio Bosio, radiologo: « Dal '64 al '69 ho percepito circa 3 milioni Ero assistente volontario, non avrei avuto diritto a nulla: il prof. Brunetti mi dava queste somme di sua iniziativa. Ma non ne conoscevo la provenienza ». Dott. Carlo Mathis: « Sono stato radiologo non strutturato dal '69 al '70. Ho ricevuto 1 milione e 300 mila lire. La segretaria o il bidello mi consegnavano ogni tanto una busta chiusa con denaro liquido ». A difesa del prof. Gallenga, ha deposto l'ex direttore amministrativo dell'Università dott. Adolfo Lolli, oggi in pensione. Il direttore della clinica oculistica è imputato di interesse privato in atti d'ufficio perché, essendo membro del consiglio di amministrazione dell'Università, avrebbe preso parte a una delibera che doveva nominare una commissione di controllo sulle prestazioni a pagamento. In altre parole, avrebbe controllato se stesso. Ma il clinico sostiene di non aver firmato i verbali di quella seduta. Lolli ha detto che l'adunanza del consiglio si tenne in una « confusione totale » a causa dell'agitazione in cui si trovava il personale non insegnante dell'Ateneo. E i verbali, che venivano di solito sottoposti all'approvazione del consiglio alcuni giorni dopo, forse non rispecchiavano fedelmente l'andamento della riunione. « Comunque è vero » ha precisato « che il prof. Gallenga si astenne dal firmare il verbale che gli fu presentato l'S ottobre '71, forse perché conteneva delle inesattezze ». Il dott. Germano Manzoli, direttore amministrativo del San Giovanni, e il dott. Federico Mosuo predecessore, hanno il lugzrstands(mlstdtlccrccnhvmsmsvt(vRrPt0mnssztlstdlvmvgcfiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliilliiii lustrato al tribunale i criteri seguiti dall'ospedale nella ripartizione dei proventi. In particolare, il dott. Mero ha parlato dei suoi rapporti con l'ex presidente Dardanello, accusato di non aver fatto applicare la convenzione del '50 tra Università e ospedale, interrompendo la prassi che si era instaurata con l'avv. Santi (presidente del San Giovanni prima di Dardanello, ora deceduto). tepca dtdt« du « Non ricordo » ha detto il teste « se parlai col presidente prima di fargli firmare la lettera con cui si autorizzava la mutua a pagare direttamente all'istituto di radiologia i compensi per la telecobaltoterapia ». L'avv. Dardanello, che sottoscrisse la lettera nel '63, si giustifica così: « Firmai senza rendermi conto del contenuto, perché la ritenevo una missiva di "routine", una delle tante che mi passavano eotto gli occhi ogni giorno ». I due amministratori sono stati concordi nel dichiarare che il presidente doveva Armare ogni mattina una « gran massa di corrispondenza » e che solo in casi particolari gli veniva messa in evidenza una lettera; le altre non venivano neppur lette. Un membro del consiglio di amministrazione del San Giovanni, dott. Umberto Cerutti, ha ricordato come i rapporti tra Università e ospedale, ottimi un tempo, vennero a poco a poco deteriorandosi fino alla rottura. Quando fu stipulata la convenzione, nel maggio '50, l'Ateneo si impegnò a versare al San Giovanni un forfait di 20 milioni all'anno per le spese di luce, gas e riscaldamento che l'ospedale doveva affrontare per le cliniche ospitate nei suoi locali. Ma col passare degli anni, il numero dei letti nelle cliniche raddoppiò e l'ospedale, che continuava ad avere poche spese, finì per lucrare sulle rette. Perciò l'Università cominciò a protestare, sostenendo che non solo non era più tenuta a versare i 20 milioni, ma si considerava creditrice di centinaia di milioni. La vertenza, naturalmente, non è mai stata composta. Ultima teste, l'infermiera Angela Innamorato, della clinica privata San Giovanni di Bari, dove il prof. Morino si recava a visitare gli ammalati del Sud. Con quelli di ieri, sono stati sentiti finora 127 testimoni. Oggi non c'è udienza. Domani dovrebbe venire a deporre il direttore generale dell'Inani. Quindi l'Istruttoria dibattimentale potrà esser dichiarata chiusa. Pri ma di prendere la parola, il pubblico ministero chiederà la sospensione del processo di qualche giorno. E' probabile che il dott. Zagrebelsky non pronunci la requisitoria prima di lunedì 26 novembre. Sergio Ronchetti A Olio Lolli, Alberto Sartoris e Germano Manzoli: interrogati come testi a difesa

Luoghi citati: Bari, Olio Lolli