Comoda ma elegante la calzatura italiana

Comoda ma elegante la calzatura italiana Prime idee per il prossimo anno Comoda ma elegante la calzatura italiana Novecento operatori dall'estero alla "preselezione-moda" svoltasi a Montecatini - La linea classica preferita per le donne: tacchi non più alti di otto centimetri - Una fantasia di colori (Nostro servizio particolare) Montecatini Terme, 12 nov. Fra le numerose manifestazioni nel settore della calzatura, quella che va sotto il nome di « Preselezione italiana Moda », è certo fra le più valide e dinamiche. In due tornate, a novembre e aprile, raccoglie conciatori, fabbricanti di accessori, tessuti e materiali sintetici e gli stilisti della scarpa per il primo, importante scambio di idee, e per consolidare così l'immagine concreta d'una linea italiana, riconoscibile, pur nella sua varietà, sul mercato internazionale. Organizza la rassegna la Campionaria di Firenze: la « Preselezione Moda della calzatura » è infatti il naturale convegno d'affari dell'estesa zona toscana, fra Pisa, Lucca e Firenze, dedita alla conceria e alla calzatura, ma vi partecipano ditte produttrici e modellisti da ogni parte d'Italia, da Stra e da Pavia, da Napoli come da Vigevano, tutti già affermati e provvisti d'una clientela estera, tuttora costante nella visita e negli acquisti. Per una ripresa La quinta edizione della rassegna di Montecatini, inaugurata ieri, forte di duecento espositori più un agguerrito drappello di stilisti, giunge in un momento decisivo per rilanciare l'esportazione italiana di calzature, colpita, nei primi otto mesi dell'anno in corso, da una forte contrazione di vendite, con una perdita netta di quindici milioni di paia, rispetto al corrispondente periodo del 1972. Fra ieri ed oggi, hanno affollato la mostra oltre novecento operatori esteri, in testa quelli tedeschi, provenienti da oltre venticinque Paesi: dagli Stati Uniti, dall'Argentina, dalla Cecoslovac¬ chia, Somalia e dal Brasile, I dalla Spagna e Nigeria, incluse la Svizzera, Francia e | Inghilterra. Altrettanti, e con [ tendenza ad accrescere la cifra delle presenze, i compratori italiani. Tanto movimento fa bene sperare che la « Preselezione » sia la base di partenza se non della ripresa, almeno del rinvigorirsi di una delle più sicure voci di punta della nostra bilancia commerciale. Pellame morbido La scarpa italiana è caratterizzata dalla qualità, dall'accuratezza della linea e dalla bellezza della materia prima: il suo stesso prestigio può ora comprometterne gli sbocchi, a livello prezzo, da tempo non più competitivo, mentre difficoltà sul piano della mano d'opera e connessi tempi di consegna, incertezze monetarie e misure protezionistiche in vari Paesi, ne ostacolano il cammino. Un cammino che, a contraddire le pessimistiche previsioni di certi osservatori, la scarpa italiana intende proseguire grazie al cuoio, al vitello, al capretto, senza cedere alle lusinghe dei materiali sintetici se non per certe suole in poliuretano espanso, | per qualche accessorio e ne| gli stivali per lo sport. Uniti nel Comitato Moda, j presieduto da Emilio Pucci, ! stilisti, conciatori e calzatu! rieri sono d'accordo nell'indicare lo stile della scarpa italiana nella raffinata leggerezza, non disgiunta tuttavia da un comodo confort, qualità fra le più necessarie per rivelare al passo l'eleganza. Di qui l'utilità del pellame morbido e levigato, suscettibile di assumere in inalterata compattezza le forme slanciate, i caldi e riposanti colori scelti per l'inverno 1974'75, dei fondi flessibili, dei tacchi medi o alti, ma a coda o ad arco, nelle calzature da donna, delle tomaie a punta ovale in quelle da uomo. La scarpa per la signora dell'inverno '74-75 vuole apparire alleggerita esteticamente come lo è nella sua struttura: la linea classica è la più frequente; décolleté e francesine, che puntano sul colore, unito o con piccoli apporti fantasia inseriti nella mascherina, nervature o profilature in tonalità smorzate; ma anche mocassini di un tono sportivo più discreto, tanto da essere portabili in occasioni formali. I tacchi tendono a non superare gli otto centimetri, alcuni anzi insistono a rimanere sui cinque centimetri; per non passare troppo violentemente da un eccesso all'altro, scomparse le zeppe, i fondi suola si presentano sbordati, all'inglese, o con una speciale bombatura, ottenuta con la fresa, una novità assoluta, a firma dello stilista veneto Renato Bellini. In capretto, in vitello zigrinato, in vernice, le scarpe décolleté di Bellini hanno punte affusolate ma con la tomaia tenuta piatta e le sue francesine una moderata accollatura al piede, che non ne altera la linea svelta. Il colore è molto importante perché fasce, piccoli motivi geometrici, inserti di camoscio su vitello, giocano sui toni spenti in rosso mogano e nero, verde savana e zolfo, mentre sono nere o scurissime e sottili le piofilature. Triplici linguette Ciro Mele di Napoli movimenta le mascherine delle sue scarpe alte e scollate, in color ruggine e bordò, con il tacco ricoperto dello stesso vitello della tomaia; quasi sempre in cuoio è invece in tacco (cm 6) nelle creazioni dello stilista Cominato, si tratti della francesina molto accollata (si infila grazie ad un elastico invisibile) in bel verde brillante o della scarpa classica; elegante e comoda quanto è ben bilanciata, fra mattino e pomeriggio, la serie dei mocassini. I più colorati e decisi nel loro tono giovanile e disinvolto sono i mocassini a punta tonda e poco rialzata, di Rolando Puccioni, nei colori rosso corallo, giallo Modigliani, marron glacé, accanto a belle polacchine mozze, appena sfioranti il collo del piede. Anche le calzature da uomo proposte per l'inverno '74-75, sono di linea classica, comode nella forma a punta ovale o rotonda, con fondi non più alti di un centimetro: la fantasia si appunta sulle triplici linguette, sulle sbordature della suola; soprattutto sul colore che è vivo eppure non tenuto a contrasto con l'abito, ma scelto per continuarne la tinta in un'unica gamma. Il rosso Chianti, il blu Matisse, lo zolfo e il verde savana indicano del resto tinte abbastanza intense ma non accese e ci sono molte profilature nere a render mossa e temperata insieme la linea dei mocassini; quasi sempre in vitello, magari stampato a disegno lucertola, ma anche in camoscio o in bufalo, e con tacco di misura normale, fermo a due centimetri e mezzo al massimo. Lucia Sollazzo

Persone citate: Ciro Mele, Cominato, Emilio Pucci, Lucia Sollazzo, Matisse, Modigliani, Renato Bellini, Rolando Puccioni