Un dragone per Anna di Lietta Tornabuoni

Un dragone per Anna VIGILIA NUZIALE DELLA PRINCIPESSA Un dragone per Anna Operai, femministe e mondani sofisticati non si commuovono alla storia dell'ufficialetto che sposa la figlia della regina; ma la classe media sì - Mark Phillips "non è quel che si dice un intellettuale", ma è così inglese che pare fabbricato a Hong Kong: ha la rigida eleganza del militare, ama lo sport e gli animali (Dal nostro inviato speciale) Londra, 12 novembre. Compunto, vestito di scuro, il capitano Mark Phillips assiste insieme con Anna d'Inghilterra alla cerimonia ufflciale che ricorda davanti ad un cenotaflo i soldati di tutte le guerre: due ore nel vento tra sfilare di kepi vellutati, elmi piumati e colbacchi pelosi, tra il berciare dei sergenti e il salmodiare dei vescovi, tra gravi musiche accompagnate in coro dalla folla nostalgica di potere e di gloria. Sorridente, vestito di scuro, il nuovo Cenerentola della famiglia reale inglese partecipa a Palazzo al gran ballo di nozze: e danza obbediente con molte noiose i lenti al suono della sempreverde orchestra di Joe Loss, i ritmi moderni con il complesso dei Dark Blues. Ridente, vestito di scuro, il fidanzato dell'anno appare alla televisione per l'intervista della vigilia: poche parole, qualche monosillabo, è la fidanzata a sostenere con loquace energia tutto il peso della conversazione. Il lavoro, per i reali, è una lunga parata. Prima ancora di sposarsi, il capitano sperimenta la routine di strette di mano, abiti scuri, gambe doloranti e moquettes rosse che sarà d'ora in poi la sua vita: e sembra che ci si diverta. Altri si divertono meno. « Farci sorbire alla tivù roba simile è diabolico, pensare a tutti gli idioti che il giorno delle nozze sventoleranno bandierine mi esaspera. Meno male che saranno soprattutto turisti: gli stranieri regine non ne vogliono, ma a vedere la nostra si divertono », protesta May Hobbs, notissimo sindacalista. «Mentre Anna e Mark tagleranno la torta nuziale », incalza con vigoroso populismo, « cosa mangeranno migliaia di poveri vecchi? Il libretto della pensione si mangeranno, glielo dico io ». La classe lavoratrice, sostiene, se ne frega: « Se fossero andati a raccogliere soldi davanti a tutte le fabbriche inglesi, chiedendo agli operai di contribuire liberamente alle spese del matrimonio, le assicuro che non avrebbero incassato mezzo centesimo ». Per il popolo la festa regale è un gran vantaggio, assicura invece David Bailey, ex famoso tra i famosi fotografi degli Anni Sessanta, ex amante di Jean Shrimpton, ex marito di Catherine Deneuve. Nel suo studio, che adesso è tutto un paradiso di bambù e foglie verdi, ostenta noia elegante, atroce snobismo: « A me il matrimonio non interessa gran che ma la gente, suppongo, si divertirà ». Storia vecchia La condanna di Selma James, la leader più popolare e attiva delle femministe inglesi, è spietata: « Si tratta soltanto di una glorificazione della monarchia, dell'aristocrazia e della supremazia del sangue. Una faccenda del dodicesimo secolo, non del ventesimo. E la monarchia, oltre a rafforzare l'ideale del diritto dell'aristocrazia a comandare, rafforza il ruolo tradizionale della donna, il culto razzista della lady ». Se operai, femministe e mondani sofisticati non sono entusiasti, la classe media pare considerare il matrimonio con simpatia; potrebbe non amarne il comprimario, che è per di più un rassicurante anacronismo vivente? Come i giovani dei vecchi tempi, tempi meravigliosi, Mark Phillips è ufficiale di carriera, figlio e nipote di ufficiali. Degli ufficiali inglesi ha la rigida eleganza: porta benissimo le divise, quasi altrettanto bene l'impermeabile o le giacche di tweed. Dei militari ha l'inclinazione per il bicchiere e la caratteristica mancanza di sensibilità: quando, prima del fidanzamento, era di stanza a Bergen, in Germania, con le Queen's Dragoon Guards. non si accorse neppure che i carri armati del reggimento si allineavano accanto all'ex campo di concentramento nazista di Belsen. E' un conservatore convinto, un conservatore avaro. Ha frequentato le scuole giuste prima di entrare all'accademia militare, è uno sportsman appassionato quanto poliedrico: cricket, football, tiro al bersaglio, caccia, è bravo in tutte le specialità inglesi. "Parla ai cavalli" Soprattutto nell'equitazione, sport attraverso il quale è arrivato fino alla principessa reale: come certi poveri diventano ricchi e celebri con il pugilato. Ama da inglese gli animali: il suo prediletto cavallo Great Ovation riceve ogni giorno da lui una razione di birra scura e, rivela un commilitone, « Mark parla con i cavalli molto più a lungo e seriamente che con qualsiasi essere umano ». Non è aristocratico, suo padre dirige una ditta produttrice di salcicce e gelati. La sua cena di addio al celibato l'ha offerta al Cavairy: lo stesso club londinese in cui Berto Wooster, indimenticabile protagonista dei romanzi umoristici di Wodehouse, ha partecipato infinite volte a baldorie analoghe, emergendone all'alba con la testa in fiamme e lo stomaco bisognoso della speciale mistura antisbronza di Jeeves. Insomma il capitano Phillips è inglese, molto più inglese del greco-tedesco marito della regina, talmente inglese da sembrare fabbricato a Hong Kong o messo insieme da un cervello elettronico che abbia memorizzato tutti i luoghi comuni sugli inglesi. Abbastanza inglese perché i giornali inglesi si divertano a prenderlo in giro. Lo descrivono in atto di ricevere dal suocero Filippo di Edimburgo gli ipotetici consigli professionali dell'esperto: « Sì, l'impiego non è male, più che altro pubbliche relazioni, si viaggia molto all'estero, però attenzione: non bisogna mai precedere la padrona in pubblico, né chiamarla per nome ». Lo immaginano molestato da un Anthony Armstrong-Jones deciso a imporgli i propri servizi di fotografo: « Faccio anche nozze d'argento e compleanni, tieni, ecco il mio biglietto, caso mai una nascita, un battesimo...». Il Times lo indica bersaglio di una battutaccia ippica attribuita alla regina: « Quando avranno figli, nasceranno bambini con quattro gambe». Tuttavia neanche l'ironia intacca il suo mito nascente: Mark Phillips è l'epitome dell'ideale principe azzurro per principesse. E' alto, longilineo, virile, laconico, ha chiari occhi castani, capelli corti, un radioso sorriso molto fotogenico che spunta con facilità e resta lì fisso anche per ore: e, apprezzano le donne con una sfumatura di cannibalismo, « è bello da mangiarselo ». Non una gran testa, magari. Persino le testimonianze più affettuose, su questo punto, suonano imbarazzate. « I suoi voti a scuola non erano sufficienti, suppliva con il fascino e la volontà », « Non è quel che si dice un intellettuale »; « Parla esclusivamente di sport »; « I libri non sono il suo hobby »; « Non ama soffermarsi sui problemi »; « Spesso è distratto, dimentica le cose »: manca poco che gli diano dello scemo. Non importa, ha 25 anni, balla benissimo, è un dragone: naturale che la principessa se ne sia innamorata, non gli manca nulla per perpetuare l'antica e ricca tradizione galante degli ufficiali di cavalleria che le regine hanno sempre amato. Con lui il divismo regale si arricchisce dunque di una nuova giovane star, e l'om¬ bra del respinto colonnello Townsend viene finalmente vendicata da un capitano. Settimanali satirici e caricaturisti conquistano finalmente un altro principe consorte da irridere: sempre Filippo e Tony, sempre Tony e Filippo, non se ne poteva più. Gli snob della classe media acquistano un proprio eroe, un commoner simile a loro che sposa la figlia della regina e che forse sarà titolato. Un'insicura compiacente genealogia, del resto, attribuisce già alla famiglia di Mark Phillips baronetti e ciambellani, ufficiali delle guerre napoleoniche, governatori e cappellani di corte. Ma la gente preferisce continuare a considerarlo semplicemente il figlio forse fortunato del direttore d'una fabbrica di salcicce, e l'unico suo antenato che ricordi con gratitudine è sir John Harington di Kelston, nato nel 1561, morto nel 1612, geniale inventore del waterclosed. Lietta Tornabuoni Londra. Mark Phillips aggiusta la cravatta da amazzone alla fidanzata, la principessa Anna (Tel. Upi)

Luoghi citati: Bergen, Edimburgo, Germania, Hong Kong, Londra