"I nastri sono incomprensibili Si sente Nixon che fischietta,, di Vittorio Zucconi

"I nastri sono incomprensibili Si sente Nixon che fischietta,, Watergate: depone la segretaria del Presidente "I nastri sono incomprensibili Si sente Nixon che fischietta,, Rose Mary Woods ha detto al giudice Sirica che nelle bobine ci sono "vuoti" inspiegabili - Crescono i sospetti di una possibile manipolazione - Haldemann aveva detto a suo tempo che "le registrazioni non erano certo perfette, ma comprensibili" (Dal nostro corrispondente) Washington, 8 novembre. I peggiori sospetti sul caso Watergate sembrano confermarsi puntualmente: la segreteria personale di Nixon, interrogata dal giudice Sirica stamane, ha detto che molte part idei 7 nastri superstiti che il Presidente dovrà consegnare al tribunale, sono talmente confusi, disturbati, mal registrati da essere « umanamente incomprensibili ». E la donna ha aggiunto di aver notato, in alcuni momenti, dei « vuoti » inspiegabili. Rose Mary Woods, la segretaria, ebbe le bobine il 29 settembre scorso personalmente da Nixon, per farne una trascrizione stenografica e poi dattilografata. Il Presidente l'avvertì che erano solo sette (dunque è confermato che da tempo egli «sapeva» che due nastri mancavano) e la donna ha detto di «avere lavorato giorno e notte, anche durante il weekend, per cercare di trascrivere i nastri», ma di aver ottenuto «modesti risultati» per la «pessima qualità delle incisioni». Scoppi, fruscii, brontolìi, tonfi, silenzi, tutto esserci in quei nastri tranne U conversazioni del Presidente con i collaboratori compromessi nello scandalo Watergate. «Ogni volta che il Presidente poggiava i piedi sul tavolo — ha detto la Woods — si sente come un'esplosione» e ha aggiunto che, fra le poche cose intelligibili nelle registrazioni, «sono alcune canzoni che Nixon fischietta». Occorre fare uno sforzo per ricordare che non stiamo descrivendo una farsa, ma uno dei più duri scandali che abbiano mai tormentato gli Stati Uniti. Nixon sta combattendo da mesi contro il Parlamento, i tribunali, i giornali per non consegnare nastri «vitali per la sicurezza nazionale» (sue parole) e ora scopriamo, in una testimonianza che sembra onesta, che essi contengono rumori, calci, zufolìi. Ridicolo, vorremmo dire, se non esistessero molti indizi inquietanti: la Woods ha detto a Sirica che il Presidente fischia soprattutto quando qualcun altro, che i rumori si intensificano quando le conversazioni si fanno più accese, che, insomma (questo lo aggiungiamo noi) si direbbe che i disturbi non siano affatto casuali. Del resto molti si chiedono da tempo come abbia potuto essere tanto ingenuo il Presidente da pronunciare frasi compromettenti sapendo, lui meglio di chiunque altro, che tutto veniva registrato. Ma c'è di più: in precedenti testimonianze, Haldemann, l'ex braccio destro di Nixon, e Butterfield, un funzionario governativo che rivelò per primo l'esistenza dei magnetofoni automatici, dissero alla commissione d'inchiesta senatoriale che «le registrazioni non erano certo perfette, ma ben comprensibili». Si distinguono le voci e le parole?, chiese ad Haldemann il presidente della commissione, senatore Ervin. «Sì», fu la risposta. Dunque, o Haldemann mente (ma perché avrebbe dovuto, visto che semmai gli sarebbe convenuto dire il contrario) o qualche misterioso fattore ha deteriorato i nastri nel frattempo. A meno che Haldemann abbia un udito sopra quei «limiti umani» di cui parla la Woods. L'esperto in elettronica che affiancherà Sirica nell'ascolto delle bobine, quando verranno finalmente consegnate, avrà molto da lavorare. La stessa Woods, che non è un tecnico, ha detto di avere notato molte funny things, strane cose nelle registrazioni, e incomprensibili pause nel bel mezzo di una conversazione. Certo nessuno si attendeva che i nastri fossero perfetti come l'incisione di un concerto, ma è poco credibile il fatto che gli esperti in elettronica del servizio segreto responsabili degli impianti alla Casa Bianca non fossero in grado di ottenere registrazioni decenti, con la loro preparazione e gli strumenti disponibili. E' prematuro, e forse avventato, dire che questo scandalo tra farsa e tragedia porterà alla caduta di Nixon, per dimissioni o destituzione. Ieri sera, annunciando il piano d'emergenza per la crisi dell'energia, Nixon ha sottolineato con molto vigore la sua decisione di non abbandonare spontaneamente la Casa Bianca «finché avrà la forza per governare». E' certo invece che il Fall out politico della crisi si comincia ad avvertire: ieri sera, il Congresso ha vinto un braccio di ferro triennale con la Presidenza e ha varato una legge che limita grandemente i poteri del Presidente nell'impegnare gli Stati Uniti in guerra. La Casa Bianca aveva posto isI il veto a questa legge, ma ieri sia la camera che il senato hanno «scavalcato» con un nuovo voto a larghissima maggioranza la decisione di Nixon, che ora deve rassegnarsi. Il provvedimento obbliga il Presidente a «riferire entro 48 ore su ogni azione militare intrapresa fuori dal territorio americaon», e blocca a 60 giorno il periodo id I tempo durante il quale le azioni possono continuare. Dopo i 60 giorni, se il Con-1 gresso non ha nel frattempo approvato la decisione, il Pre- ; sidente deve interrompere le I operazioni intraprese. Il conteggio dei voti non lascia dubbi sulla precisa vo-1lontà del Congresso di evitare j un altro Vietnam, cioè un'o-, perazione militare su larga I scala senza senz voto parlamentare: la camera ha approvato l'annullamento del «veto» presidenziale con 284 voti contro 135, e il senato (dove occorreva una maggioranza di due terzi) con 75 contro 18. Tutti i commentatori notano che l'allarme generale dichiarato inaspettatamente da Nixon in ottobre ha rafforzato a decisione dei parlamentari di annullare il «veto» e legare le mani al Presidente, in ma teria di scelte belliche. Ma la decisione dimostra un'altra cosa: che il conflitto parlamento-Nixon è più aspro di sempre e che, al di là delle distinzioni partitiche, esiste una potenziale maggioranza pronta a votare contro il Pre sidente, se i motivi sono fon- dati. E' una lezione da ricor- „. missicne giuridica del Parla- mento, dovesse raggiungere le dare nel momento in cui la mozione di impeachment (cioè di incriminazione e destituzione del Presidente» ora all'esame della speciale com aule del Congresso. Vittorio Zucconi

Luoghi citati: Stati Uniti, Vietnam, Washington