Il "Kissinger egiziano,, da Pompidou e Jobert
Il "Kissinger egiziano,, da Pompidou e Jobert La missione a Parigi di Mohamed Zayat Il "Kissinger egiziano,, da Pompidou e Jobert Medio Oriente e petrolio al centro delle conversazioni - L'inviato di Sadat oggi a Londra, dove incontrerà il primo ministro Heath (Dal nostro corrispondente) Parigi, 5 novembre. U consigliere speciale di Sadat, Mohamed Zayat, è giunto oggi a Parigi per un urgente e lungo colloquio con Pompidou e col ministro degli Esteri Jobert, poche ore prima che quest'ultimo partisse per Bruxelles col dossier delia posizione francese sul Medio Oriente e sulla crisi del petrolio. Zayat ha annunciato che martedì si sposterà a Londra, dove è previsto un suo incontro anche col primo ministro britannico Heath. Che ' significato hanno queste visite in Europa del cosiddetto «Kissinger egiziano»? Zayat, uscendo dal colloquio con Jobert, ha detto testual¬ mente che «si è trattato di una questione di vita o di morte per l'Egitto» e che questi incontri «erano necessari dato che la Francia ha una posizione importante in Medio Oriente, in Europa e al Consiglio di sicurezza come membro permanente». La «questione di vita o di morte per l'Egitto» è certamente la tensione che si è ricreata tra gli arabi e Israele dopo le dichiarazioni di Dayan e del portavoce egiziano Ahmed Anis sulla ripresa del conflitto considerata come «possibile e vicina». Anche Le Monde pone l'accento oggi sull'attesa di una «prossima ripresa delle ostilità», e si presume che il consigliere di Sadat abbia cercato di pre- mere su Pompidou perché la posizione francese in favore degli arabi sia ancora più esplicita, e perché la Francia approfitti delle riunioni di Bruxelles per trascinare anche gli altri europei sulle sue posizioni. Parallelamente, ì colloqui hanno preso in considerazione l'aggravarsi della «battaglia del petrolio» dopo le decisioni arabe di domenica, la posizione privilegiata della Francia che non è compresa nella graduatoria dell'embargo selettivo messo in atto verso i Paesi occidentali, le possibili offerte di mediazione egiziana in questo campo rispetto all'Occidente. In entrambi i casi è sicuro che la missione Zayat coinvolge anche gli altri europei. Jobert ha dichiarato cho stasera e domani a Bruxelles «informerà subito i suoi colleghi sul tenore dei colloqui avuti col diplomatico egiziano». La posizione francese ufficiale, si fa notare ancora stasera, sarà di non decretare una solidarietà europea ma di chiedere agli europei una politica energetica nucleare per raggiungere in questo campo l'autonomia. Una fabbrica comunitaria per la separazione degli isotopi dell'uranio, del costo di 7 miliardi di franchi, e cioè poco più della spesa francese di partecipazione al Concorde, sarebbe nel dossier di Parigi. Ma questa posizione è, osserva Le Monde, ancora un modo di non scegliere tra le due linee di fondo della politica estera, tra l'asse europeo e l'asse arabo e un modo di costringere a non scegliere anche gli alleati europei. La piattaforma di forza che sta dietro alla posizione francese reale è stata definitivamente chiarita del resto dall'egiziano Zayat questa sera dopo il colloquio con Pompidou. «La Francia — ha detto il consigliere di Sadat — non ha la minima preoccupazione per la questione del petrolio». a. c. iiiiiimiMiimiiiiiim imiiimniiiiimiiiii
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