E' morto Marc Allégret

E' morto Marc Allégret A Parigi, il regista aveva 72 anni E' morto Marc Allégret Parigi, 5 novembre. E' morto Marc Allégret, 72 anni, famoso regista cinematografico francese. Il decesso risale a sabato sera ed è avvenuto nella sua casa parigina, sembra per una disfunzione cardiaca. L'annuncio è stato dato soltanto oggi dalla famiglia. (Ap) Aveva anche da noi i suoi estimatori il regista Marc Allégret (da non confondere col fratello Yves, di cui la nostra televisione ha da poco presentato Gli orgogliosi con Gerard Philipe), nato a Basilea al principio del secolo e segnalatosi giovanissimo come documentarista al seguito di André Gide nel Congo; quel Gide che nel Journal scrisse di lui: « Temo che un troppo di facilità non lo induca a rinunciare al meglio di se stesso », e con ragione, che appunto il disimpegno estetico oltreché ideologico, il gusto prevalente del prodotto commercialmente finito e accetto al pubblico, furono, con poche eccezioni, il suo limite. Una di quelle eccezioni fu Entrée des artistes ( Ragazze folli; del 1938, che espresse compiutamente la sua vocazione a un cinema di sentimento, specialmente votato all'esplorazione del mondo dei giovani. In quel film, ambientato in una scuola di recitazione, dove la finzione scenica, non più sentita come tale dagli allievi, fa che una piccola controversia si muti in tragedia, Allégret si addentrò veramente in quell'umbratile psicologia adolescenziale che già aveva sfiorato nel Lago delle vergini, in Senza famiglia e nel Sentiero della felicità, e a cui sarebbe poi tornato con La petite du quai aux Fleurs (1943). Ma perché nella carriera d'un regista i successi commerciali hanno il loro peso, non si può dimenticare che uscirono da lui film fortunatissimi come Delirio, con Charles Bayer e Michèle Morgan, come Gribouille, Il caso del giurato Morestan, L'amante di Lady Chatterly, e quello Stirpe dannata (1948) suo primo film a colori, girato in Inghilterra, che fu lodato a suo tempo per originalità di forma. Artista talvolta, artigiano più spesso, ma sempre sensibile al valore stilìstico del¬ le immagini, e respirante letteratura, ebbe la mano felice nella scelta dei collaboratori, dei dialoghisti soprattutto, che furono Henri Jeanson, Marcel Pagnol, Colette, Achard, Aurenche e altri dell'Olimpo parigino, allo stesso modo che non mancò del fiuto del talent-scout, dovendosi oggi inchinare alla sua salma, per tacer d'altri, Simone Simon, Jean-Pierre Aumont. Michèle Morgan e, hai detto nulla, Brigitte Bardot fMiss Spogliarello;, che ebbero da lui la prima grande occasione per farsi conoscere. 1. p.

Luoghi citati: Basilea, Congo, Inghilterra, Parigi