Nilde Jotti (e il pci?) contro le femministe di Liliana Madeo

Nilde Jotti (e il pci?) contro le femministe Scontro alPUdi su sesso e aborto Nilde Jotti (e il pci?) contro le femministe La parlamentare comunista auspica un'intesa con le donne cattoliche Tempestose proteste delle rappresentanti socialiste durante il dibattito (Nostro servizio particolare) Roma, 2 novembre. Le tensioni e le inquietudini che serpeggiano all'interno dell'Unione donne italiane, e che nel tema scelto per il 9° congresso nazionale — «Di mensione donna, nuovi valori, nuove strutture » — avevano trovato parziale espressione, sono venuti fuori con evidenza oggi, seconda giornata dei lavori. Il contrasto fra le donne socialiste e quelle comuniste è apparso preciso e netto. Quanto si prospetti difficile per l'Udi la conquista di una sua autonomia dal pei è stato subito chiaro. L'intervento dell'on. Nilde lotti ha segnato il momento più caldo della mattinata, che s'era iniziata in una maniera stracca e confusa, con un'ora e mezzo di ritardo, fra la impazienza delle delegate più giovani disavvezze ai formalismi di questi congressi, dopo che un'altra ora ancora era andata via per dare spazio a due testimonianze, peraltro assai nobili e seguite con profondo interesse: quella di una rappresentante del movimento democratico delle donne portoghesi, e quella di Hortensia Allende, salutata, alla fine, da sette minuti di applausi. Ieri la prof. Maria Piccone Stella aveva svolto la relazione introduttiva. « Viviamo in una società maschilistica, aveva detto, in cui la donna è relegata in un ruolo subalterno, mentre l'uomo detiene il vero potere. Una società nuova può nascere abbattendo questa arbitraria divisione, immettendo la donna con la pienezza dei suoi valori a partecipare dei processi creativi e produttivi ». Aveva parlato di diritto alla sessualità, ad una maternità cosciente, al lavoro, alla parità nei rapporti con l'uomo, di aborto e collaborazione con le organizzazioni femminili e femministe. Oggi lo scontro è avvenuto proprio sul terreno del sesso e dell'aborto, due temi nuovi per l'Unione donne italiane. L'on. Nilde lotti non ha temuto di passare per « conservatrice » e ha rivendicato anzi il diritto a dissentire dall'Udi e dal suo atteggiamento. Nei discorsi sul diritto alla sessualità ha visto il rischio che la soggezione femminile nei confronti dell'uomo ne risulti accentuata. Nella richiesta di depenalizzazione dell'aborto ha visto l'equivalente della liberalizzazione, da cui deriverebbero aumento di aborto, mortificazione della donna che deve rivolgersi a istituzioni pubbliche per risolvere un suo fatto privato, un'ingiusta discriminazione classista fra la donna che ricorre a strutture private e le altre, un'aggressione a radicate convinzioni da cui non si può prescindere. « L'aborto è sempre un trauma per la donna — ha detto — del frutto di un rapporto d'amore non ci si può liberare con facilità. Una soluzione del problema non possiamo trovarla noi da sole. Non rappresentiamo le donne italiane. Soltanto da un confronto con lutto il fronte femminile — in particolare con le donne cattoliche — possono venire le indicazioni valide. Per ora l'obbiettivo è diffondere su scala nazionale l'educazione al controllo delle nascite ». Ci sono stati mormorii, applausi, disorientamento. E' stato chiaro che su tale tema si sarebbero radicalizzati i contrasti. A partire da questo momento gli interventi hanno imboccato due strade diverse. Le delegate provinciali hanno manifestato uno scarso interesse per le nuove tematiche inserite nel docu¬ mento introduttivo: lo hanno accusato di genericità, idealismo, intellettualismo; e hanno messo l'accento su questioni come il carovita, le lotte sindacali, la disoccupazione femminile, la tutela della salute, il distorto sviluppo della società capitalistica. Ma l'attenzione dell'assemblea si è accentrata sul dibattito intorno all'aborto e al sesso. Hanno ricevuto applausi la senatrice Carrettoni, che ha sostenuto il diritto della donna a decidere se diventare madre o no, Dacia Maraini, una ragazza del « Movimento di liberazione della donna », una del « Movimento femminista » romano. La socialista Elvira Badaracco, del direttivo dell'Udi, ha avuto parole incisive, «Siamo realisti, ha detto. Per organizzare un'efficace opera di prevenzione ci vorranno anni. Intanto ogni giorno le donne italiane continuano ad abortire, nella vergogna, la paura, i ricatti, l'insicurezza fisica e penale. Non si tratta di scegliere se permettere l'aborto o no, ma di rompere questa rete di speculazioni, di garantire a chi ne ha bisogno un'assistenza sanitaria e il rispetto della società. Esiste una proposta di legge, che può essere modificata e migliorata. L'importante è promuovere la liberazione della don¬ o e a na da tutto ciò che limita la sua maturazione politica e sociale. L'emancipazione femminile significa progresso del Paese e lotta contro ogni forma di fascismo, palese o occulto ». Liliana Madeo

Persone citate: Allende, Dacia Maraini, Elvira Badaracco, Maria Piccone Stella, Nilde Jotti

Luoghi citati: Roma