Forte aumento in 8 mesi delle entrate tributarie

Forte aumento in 8 mesi delle entrate tributarie Nonostante il grosso buco dell'Iva Forte aumento in 8 mesi delle entrate tributarie (Nostro servizio particolare! Roma, 1 novembre. Le entrate tributarie dei primi otto mesi hanno avuto l'aumento percentuale più alto dagli anni del « boom » economico: il 16,54 per cento in più, nei confronti del corrispondente periodo del 1972, pari a un introito maggiore di 1339 miliardi di lire. Questo nonostante il rilevante « buco » dell'Iva (imposta sul valore aggiunto) negli scambi interni, che è stato di 644 miliardi in meno, rispetto alle previsioni. Queste entrate sono ammontate a 9432,5 miliardi, contro gli 8093,5 miliardi del periodo gennaioagosto '72. Gli esperti ritengono che se questa percentuale di aumento dovesse restare invariata fino al 31 dicembre 1973, le entrate del fisco supererebbero il gettito dello scorso anno (di circa 2000 miliardi) e probabilmente anche la cifra di previsione per l'esercizio finanziario in corso, fissata in 14.601 miliardi, l'applicazione delle imposte. L'analisi del gettito fiscale dei primi otto mesi pone in evidenza l'aumento record delle « imposte sulla produzione, i consumi e le dogane», il 55 per cento in più, pari a un incremento di 1109 miliardi di lire. Il fenomeno è certamente legato al forte aumento della produzione (come confermano i dati di settembre, resi noti ieri dall'Istat) e all'espansione dei consumi. In questo tipo di tributi confluiscono poi gli introiti dell'Iva sulle importazioni che hanno avuto un andamento positivo. Anche il gruppo « tasse e imposte sugli affari », nonostante debba sopportare il minor introito di 644 miliardi dell'imposta sul valore aggiunto, rivela ancora un saldo attivo per 15 miliardi di lire. Nella normalità, l'aumento di 287 miliardi nelle imposte sul patrimonio e sul reddito e quello di 13 miliardi per il lotto e le lotterie. Una flessione di 86 miliardi registra invece l'entrata fiscale del monopolio, connessa ad una variazione del carico tributario attuata in concomitanza con l'applicazione dell'/ua (1° gennaio 1973). L'andamento del gettito tributario nel periodo gennaio-agosto conferma il preoccupante divario fra le previsioni di entrate e il gettito accertato. Questo divario (positivo per alcuni tributi e negativo per altri), spesso molto sensibile, rende difficile la predeterminazione del saldo del bilancio statale. Un esempio clamoroso di « forbice » tra le previsioni e il gettito si ha nelle tasse e imposte sugli affari, che nel periodo gennaioagosto 1973 hanno totalizzato 2864,8 miliardi di lire, contro una previsione sui 3200 mila miliardi: l'introito accertato è quindi inferiore di circa l'I 1 per cento. In questo tipo di tributi rientra anche l'Iva sugli scambi interni, il cui gettito è risultato inferiore al 32,86 per cento rispetto alle previsioni; il gettito Iva sulle importazioni è stato invece superiore del 29,4 per cento. Emilio Pucci Per il periodo gennaio-agosto incremento del 16,54% rispetto allo stesso periodo del '72 - Se si manterrà questo ritmo fino al 31 dicembre, quest'anno il gettito fiscale sarà di 2000 miliardi superiore al '72 il 9,2 per cento dagli equini e il 2,4 per cento dagli ovini e dai caprini. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, la macellazione è scesa complessivamente dell'8,2 per cento. Facendo riferimento alle singole specie di bestiame, sono diminuiti del 10,7 per cento i bovini, del 9,3 per cento gli equini, del 16,9 per cento gli ovini e i caprini. Sono invece aumentati del 3,9 per cento i suini. Il buon andamento del mercato dei suini viene anche confermato dall'Irvam (Istituto per le ricerche e le informazioni di mercato e la valorizzazione della produzione agricola) il quale rende noto oggi che la richiesta per questo tipo di bestiame è piuttosto attiva. Le cifre complessive dei primi sette mesi del 1973 non sono certo confortanti e confermano la grave crisi della nostra zootecnia che è uno dei settori fondamentali del¬ l'agricoltura Nella conferenza stampa di ieri il ministro Ferrari Aggradi ha detto che « la chiusura delle stalle in molte zone, non e più una minaccia ma una triste realtà. La conseguenza è che saremo destinati a vedere accrescere a dismisura il nostro deficit alimentare ». Il passivo alimentare di fine luglio è di 1174 miliardi di lire. Gli allevatori italiani stanno lanciando da tempo drammatici appelli alle autorità politiche perché intervengano per impedire la decimazione del patrimonio zootecnico. I recenti aumenti dei mangimi, combinati col blocco delle carni all'ingrosso, hanno in pratica annullato i margini di guadagno del produttore. La situazione si è ulteriormente aggravata con la massiccia importazione di carne dall'estero a un prezzo spesso competitivo con quello praticato sul mercato italiane.

Persone citate: Emilio Pucci

Luoghi citati: Roma