Arcari rischia per 60 milioni

Arcari rischia per 60 milioni Stasera a Copenaghen, l'italiano difende il mondiale dei welters junior Arcari rischia per 60 milioni Per ii match con il danese Hansen, incasserà in una sera quanto ha guadagnato in alcuni anni di carriera - Bruno è in forma, l'avversario è battibile - Il maggior pericolo per il campione è rappresentato dal comportamento della giuria (Dal nostro inviato speciale) Copenaghen, 31 ottobre. Bruno Arcari si appresta a disputare, difendendo domani sera il suo titolo mondiale dei pesi welters junior, quello che può essere considerato per lui il match-carriera. Una valutazione che si riallaccia non tanto alla pericolosità del suo avversario, il danese Jorgen Hansen — temibile soprattutto perché combatte in casa —, quanto alla svolta importante che il confronto di Copenaghen costituisce per un pugile dalle abitudini casalinghe, come è stato infatti sinora per l'unico campióne del mondo che ci rimane. Bruno, dopo aver strappato il titolo a Roma al filippino Pedro Adigue, lo ha sempre difeso su un ring amico, preferendo rinunciare a più ampie possibilità di guadagno pur di non privarsi del vantaggio di combattere davanti al suo pubblico in condizioni ambientali favorevoli che costituivano già, di per se stesse, una naturale protezione. Una prudenza senz'altro logica, se si considera che la ben nota fragilità delle arcate sopracciliari avrebbe esposto Arcari, difendendo il titolo all'estero, al rischio di farsi portar via la cintura mondiale alla prima goccia di sangue. Bruno ora ha trentun anni: non è ancora stanco della boxe, ma certi sacrifici incominciano a pesargli soprattutto quando non rendono. Per questo, d'accordo con il procuratore Rocco Agostino, ha deciso di cambiare rotta, di monetizzare il suo trofeo, accettando anche i rischi di una trasferta. Il maggior guadagno avrebbe costituito per il suo temperamento di genovese, la molla migliore per piegarsi a nuovi sacrifici. Da qui è nato, dopo qualche tentennamento, prima di respingere una precedente offerta da Panama per un match con Alfonso Frazer, il viaggio a Copenaghen. Arcari per l'incontro con Adigue a Roma aveva dovuto accontentarsi di un milione di borsa e, da campione del mondo, aveva raggiunto in Italia il massimo guadagno con i ventidue milioni toccatigli per il combattimento con l'argentino Jana a Palermo. Qui, in Danimarca, l'organizzatore Mogen Palle gli ha garantito una borsa di sessantamila corone (oltre 60 milioni di lire), che sarà rimpolpata di qualche altro milioncino grazie alle percentuali sui diritti di trasmissione televisiva in Italia ed in altre quattro o cinque nazioni europee. Quello con Jorgen Hansen è dunque un match-carriera per Bruno Arcari, perché gli offre in una volta sola quanto il campione del i ondo ha messo insieme con anni e anni di sacrifici. Si potrebbe pensare, dopo queste premesse, che Arcari sia venuto a Copenaghen a « vendere » Il suo titolo al massimo prezzo possibile, avendo già in animo di chiudere piuttosto presto la sua attività. Illazioni che cadono subito osservando Bruno in queste ore di vigilia. Il genovese è il ritratto della salute fisica e della determinazione, non vede l'ora di menar le mani, soprattutto da quando gli hanno riferito che Hansen avrebbe espresso per televisione la sua sicurezza di vincere prima del limite. Arcari è nervoso, brusco, quasi sgarbato, come sempre gli succede quando si presenta ad un match nelle condizioni ideali di carica agonistica. — Speranze? • Molte. Ho la coscienza a posto dopo una preparazione scrupolosissima, e spero di vincere in modo che non ci siano discussioni possibili ». — Progetti per il futuro? « Battiamo prima questo Hansen e poi ne riparleremo ». Arcari dovrebbe, entro la fine dell'anno (ma è possibile una breve dilazione dei termini), difendere il titolo contro lo sfidante ufficiale designato dalla W.B.C. La scelta dell'avversarlo è tuttavia piuttosto intricata perché il colombiano Cervantes è campione del mondo riconosciuto dalla W.B.A. e non accetta di essere considerato sfidante di Bruno, mentre il brasiliano Henrique è già stato sconfitto due volte. Se Arcari dovesse disputare il mondiale in Italia, la sede sarebbe quasi certamente Torino. Tutto dipenderà dalle offerte dall'estero e, naturalmente dal match di domani sera, che non è ancora stato vinto, anche se i pronostici vanno quasi unanimemente al nostro campione. Jorgen Hansen, a quanto si sa, è un longilineo, dal destro piuttosto secco e dall'impostazione tecnica abbastanza elegan¬ te per quanto piuttosto scolastica. Può dar fastidi ad Arcari con il suo maggior allungo, ma appare destinato a subire, in caso di combattimento a corta distjnza, dove Bruno è un maestro e lui invece, praticamente nullo. Per giunta le difficoltà di peso dovrebbero farsi sentire più per il danese — un peso welter naturale — che per Arcari, mentre la tenuta alla distanza di Hansen, non avendo egli mai disputato un match sulle quindici riprese, è un'incognita. L'italiano, come classe, come esperienza, come potenza si fa ancora largamente preferire. I danesi sperano invece in un evento a sorpresa — un colpo a freddo, una ferita alle sopracciglia di cartavelina del campione — per rovesciare un pronostico che è, secondo logica, contrario al loro rappresentante. Ed è qui che entrano in ballo i tre signori in smoking incaricati di formulare un verdetto qualora Arcari non riuscisse con i suoi pugni a semplificare ogni discussione, li match sarà diretto dal francese Raimond Baldeyrou con la collaborazione dei giudici Brummel (Gran Breta¬ gna) e Sanchez Vilar (Spagna). L'unico senza macchia, per mancanza di informazioni in proposito è il britannico. Del signor Baldeyrou tutti ricordano il comico cartellino, in occasione del recente campionato europeo dei massimi — ben 12 punti a vantaggio di Bugner su Ros — mentre lo spagnolo fu protagonista di un grosso scandalo qualche anno fa in Germania quando trasformò In una sconfitta per squalifica la legittima vittoria per k.o. di Rinaldi su Scholz. Si tratta, in sostanza, di due signori estremamente sensibili al fascino dell'ospitalità. Sarà meglio, insomma, che Bruno non abbia bisogno di loro per vincere. Il campionato del mondo si disputerà alla « K. B. Halle » una sala di 4500 posti per la quale il prezzo minimo per i posti in piedi è di diecimila lire. Nonostante questi prezzi, circa quattrocento tifosi sono venuti dall'Italia per applaudire Arcari con voli charter partiti da Genova e da Pisa. La telecronaca diretta per l'Italia è prevista alle ventidue e dieci sul programma nazionale. Gianni Pignata Bruno Arcari affronta stasera con la solita grinta un altro impegnativo confronto