"Non esistono,, due delle 9 registrazioni richieste a Nixon per il caso Watergate di Vittorio Zucconi

"Non esistono,, due delle 9 registrazioni richieste a Nixon per il caso Watergate Una dichiarazione dei legali del Presidente degli Stati Uniti "Non esistono,, due delle 9 registrazioni richieste a Nixon per il caso Watergate La prima avrebbe dovuto contenere una conversazione tra il capo dello Stato e il responsabile della sua campagna elettorale, Mitchell - Sull'altro nastro doveva essere inciso l'incontro con Dean, il consigliere che aveva il compito di soffocare lo scandalo Watergate - "I registratori non funzionavano o funzionavano male", ha detto il consigliere Buzhardt (Dal nostro corrispondente) Washington, 31 ottobre. Incredibile sviluppo dello scandalo Watergate: dopo avere rinviato la consegna dei nastri al giudice Sirica (fissata per ieri da Nixon), il consigliere legale del presidente, Buzhardt, si è fatto ricevere oggi da Sirica e lo ha informato che due dei nove nastri in questione semplicemente « non esistono ». Il primo, del 20 giugno 1972, avrebbe dovuto contenere una conversazione telefonica tra Nixon e Mitchell (responsabile della sua campagna elettorale), ma il colloquio « avvenne su una linea telefonica che non era collegata ai registratori ». Il secondo, con il fondamentale incontro tra Nixon e Dean, il consigliere che aveva il compito di soffocare lo scandalo e ha accusato Nixon di essere colpevole (15 aprile 1973), non esiste perché « in quel momento i registratori automatici non funzionavano o funzionavano male ». Il fatto è di una gravità estrema: da mesi si parla di questi nastri, la Casa Bianca ha sempre fatto o lasciato credere che fossero nove, al punto che tutte le sentenze parlano di nove bobine, e al momento di consegnarli, con un candore stupefacente, Nixon informa che due di essi non esistono, perché i registratori automatici non funzionavano. La vicenda Watergate sta assumendo contorni allucinanti e insieme farseschi, e a questo punto abbiamo la sensazione che solo un miracolo possa salvare Nixon dalla destituzione. Come può credere il presidente che la nazione, il Congresso, la magistratura, la stampa, da settimane con i nervi scoperti, in un clima di parossistica diffidenza, possano accettare questa puerile affermazione della Casa Bianca? Se è vero che i due nastri non esistono, perché la verità non è stata detta prima, quando ancora sarebbe stata credibile? Due nastri che, naturalmente, sono fra i pilastri di tutto 10 scandalo. Nel primo, dovrebbe esservi la verità sul capitolo « finanziamenti elettorali », di cui Mitchell era 11 tesoriere. Nel secondo, la prova che il Presidente era perfettamente informato della operazione « soffocamento dello scandalo »: almeno, così testimoniò John Dean, che fu subito smentito dalla Casa Bianca. Ma Dean disse che la registrazione del suo colloquio con Nixon avrebbe provato la fondatezza delle sue accuse: ed ora la registrazione sparisce, perché non esiste. I primi commenti, le prime reazioni sono feroci. La televisione usa espressioni come barare vergognosamente nei suoi commenti; davanti alla Casa Bianca si sono riformati i picchetti di dimostranti che chiedono l'impeachment e invitano gli automobilisti a suonare i clacson per appoggiare la destituzione: al nostro ufficio, a pochi passi dalla Casa Bianca, giunge il fracasso dei clacson, come un alveare infuriato. E in questo stesso momento, Golda Meir primo ministro israeliano, e Ismail Fahmy, ministro degli Esteri egiziano, sono a Washington per negoziati decisivi sulla pace nel Medio Orien te. Da tutto il mondo si guarda alla Casa Bianca, al ruolo che essa potrà svolgere (e sta svolgendo) per riportare la pace in Palestina e consolidare la distensione atomica, e il Presidente deve negoziare la propria salvezza politica in condizioni drammatiche. Solo una settimana fa, non dimentichiamolo, questo stesso presidente, che si comporta in una maniera a dir poco sconcertante, ha messo in stato d'allarme l'apparato atomico e militare degli Stati Uniti: come stupirsi se il mondo ha accolto con un sorriso ironico la drammatica decisione della Casa Bianca? Dobbaimo ripetere che ancora non esiste alcuna prova certa della colpevolezza di Nixon, ma ormai v'è la certezza che la lotta per la sopravvivenza costa al paese un prezzo tremendo in termini di fiducia, serenità, compattezza, e, purtroppo, un po' tutto il mondo occidentale, così condizionato dalla scelta della Casa Bianca, paga una parte di questo prezzo. Buzhardt, cui è toccato il compito di portare a Sirica la nontizia che due nastri non esistono, non ha voluto aggiungere nulla ai giornalisti che lo aspettavano all'uscita del tribunale, avvertiti dai consueti canali misteriosi che 1 « qualcosa stava accadendo ». Naturalmente, è possibile che i due nastri non esistano davvero (Buzhardt ha detto a Sirica che venerdì prossimo, in un nuovo incontro, porterà un testimone), ma chi po tra convincere mai l'opinio-1 ne pubblica che in realtà es- ! si non siano stati fatti sparire perché contenevano le prove della colpevolezza di Nixon negli illeciti finanziari e nella copertura dello scanda-1 lo? Se dagli altri sette nastri (ma saranno poi sette davvero? ) Nixon non uscisse perfettamente scagionato, ma in una posizione ambigua, come non pensare che negli altri due vi sarebbe stata la chiave dell'enigma? Non si riesce a comprendere quale tattica difensiva stia seguendo Nixon: ormai la questione Watergate (l'operazione spionaggio e corruzione condotta ai danni I dei democratici) diviene quasi secondaria di fronte al | comportamento di un presi-1 dente che nomina un inqui- ; sitore speciale e poi lo licen- zia quando diviene intrapren- dente, che accetta di conse-1 gnare nove nastri registrati alla giustizia e poi si accor-1 ge che sono soltanto sette, che cerca di imporre com-1 promessi e poi deve riman-1 giarseli sotto la pressione del | Paese, che ha voluto le di missioni del suo vice presi¬ dente, colpevole solo di fro de fiscale. Il problema non è più sa-1 pere se Nixon è coinvolto in I qualcuna delle losche vicen- den per le quali è sotto inchiesta, ma di stabilire se égli è ancora in grado di governare gli Stati Uniti, colpevole o innocente che sia. E la domanda non riguarda soltanto gli americani. Oggi, Nixon ha anche scelto l'uomo che dovrà succedere ad Elliot Richardson (dimissionario per protesta contro il licenziamento di Cox) quale ministro della Giustizia. E' William Saxbe, senatore repubblicano che fu ministro della Giustizia nell'Ohio. Un personaggio del tutto ignoto al pubblico, ma che si è presentato con un'eloquente dichiarazione: « Sono d'accordo con il presidente sul ratto che il nuovo specia/g inquisitore venga nomina io dalla Casa Bianca, e credo che il comportamento del Presidente sia stato finora ineccepibile». Insomma, dopo l'errore commesso scegliendo un uomo dalla personalità di Richardson, Nixon ha trovato il ministro della Giustizia ideale. Vittorio Zucconi

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