L'intesa per portare soccorsi ai 20 mila isolati nel deserto di Giorgio Romano

L'intesa per portare soccorsi ai 20 mila isolati nel deserto La terza armata egiziana senza cibo né acqua L'intesa per portare soccorsi ai 20 mila isolati nel deserto (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 28 ottobre. Due incontri diretti soiìo avvenuti tra militari israelia- ni e egiziani. La notte scorsa, all'una e trenta, ufficiali dell'esercito d'Israele e di Egitto, alla presenza di un delegato dell'Onu, si sono incontrati al chilometro 101 della strada tra Suez e 11 Cairo. Scopo principale del colloquio, avvenuto grazie all'intervento del Dipartimento di Stato americano, è stato di « normalizzare l'applicazione della risoluzione della tregua e ripristinare le posizioni dei le rispettive forze quali risul tavano al momento in cui era entrata in vigore la tregua originaria, il 22 ottobre », inoltre « discutere le linee del cessate il fuoco ». Si ignora se su questi punti siano state prese decisioni. Un accordo è stato invece raggiunto sull'invio di soccorsi agli uomini della Terza Armata egiziana, che si trova in posizione critica sul lato est del canale di Suez: è bloccata dell'esercito di Israele, che le sta di fronte con le torze corazzate e alle spalle, dove occupa un settore che si estende sin sotto ad Adabiya. L'assedio rende difficile, per non dire impossibili, i rifornimenti, il vettovagliamento (manca anche l'acqua potabile), il trasporto e la cura dei feriti, ai ventimila uomini che avevano varcato il Canale. Il secondo incontro è avvenuto tra i generali israeliano Bar Lev ed egiziano Sharif in un punto non precisato della linea del « cessate il fuoco » dopo che la colonna dei camion con i soccorsi era stata bloccata dalle cannonate egiziane. In quel momento erano in corso sparatorie: gruppi isolati di arabi facevano fuoco con armi leggere, mentre un « commando », con l'appoggio di cannoni semoventi, tentava di forzare l'assedio. Venivano lanciati anche due mìssili contro aerei israeliani che sorvolavano la propria zona ti velivoli non sono stati colpiti). Bar Lev ha fatto presente al suo interlocutore che se continueranno i combattimenti a causa degli egiziani i rifornimenti alla Terza Armata saranno intralciati. Il generale Sharif ha promesso di intervenire per eliminare il problema. In serata, la prima colonna di soccorso (120 autocarri) ha raggiunto le truppe egiziane. Il convoglio ha percorso la strada Cairo-Suez diviso in gruppi di dieci unità per facilitare il controllo da parte israeliana. Si dice che a Tel Aviv esistessero due tendenze negli ambienti militari e politici: quella dei fautori di una linea dura, che insistevano per non far pervenire niente agli egiziani assediati ed esigere la loro resa, consentendo al massimo l'onore delle armi ai soldati e il permesso agli ufficiali di portare la pistola: e quella propensa a concedere per ragioni umanitarie i rifornimenti agli uomini della Terzo Armata, che per disperazione avevano tentato le furibonde azioni degli ultimi giorni, in cui si era assistito anche atta resa per fame di gruppi di militari. Ha prevalso la linea moderata e le trattative che erano i in corso (attraverso organi diversi: la Croce Rossa internazionale, il quartier generale dell'Onu nel Medio Oriente e l'ambasciata americana, che aveva raccomandato una certa duttilità) sono sfociate in un primo accordo. Gli ospedali israeliani avevano offerto plasma per i feriti egiziani che non potevano riceverlo dalle loro retrovie, ma l'accordo di questa notte prevede la possibilità di evacuare trecento feriti (che saranno consegnati dopo che l'Egitto avrà comunicato le liste dei prigionieri israeliani) e di far giungere convogli non militari oltre il Canale sul lato Est. I primi 120 autocarri, guidati da autisti del Corpo delle Nazioni Unite, costituiscono il primo nucleo di una serie di trasporti che fa la spola tra i depositi della sussistenza militare presso II Cairo e questo fronte. Giorgio Romano L'intesa per portare soccorsi ai 20 mila isolati nel deserto La terza armata egiziana senza cibo né acqua L'intesa per portare soccorsi ai 20 mila isolati nel deserto (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 28 ottobre. Due incontri diretti soiìo avvenuti tra militari israelia- ni e egiziani. La notte scorsa, all'una e trenta, ufficiali dell'esercito d'Israele e di Egitto, alla presenza di un delegato dell'Onu, si sono incontrati al chilometro 101 della strada tra Suez e 11 Cairo. Scopo principale del colloquio, avvenuto grazie all'intervento del Dipartimento di Stato americano, è stato di « normalizzare l'applicazione della risoluzione della tregua e ripristinare le posizioni dei le rispettive forze quali risul tavano al momento in cui era entrata in vigore la tregua originaria, il 22 ottobre », inoltre « discutere le linee del cessate il fuoco ». Si ignora se su questi punti siano state prese decisioni. Un accordo è stato invece raggiunto sull'invio di soccorsi agli uomini della Terza Armata egiziana, che si trova in posizione critica sul lato est del canale di Suez: è bloccata dell'esercito di Israele, che le sta di fronte con le torze corazzate e alle spalle, dove occupa un settore che si estende sin sotto ad Adabiya. L'assedio rende difficile, per non dire impossibili, i rifornimenti, il vettovagliamento (manca anche l'acqua potabile), il trasporto e la cura dei feriti, ai ventimila uomini che avevano varcato il Canale. Il secondo incontro è avvenuto tra i generali israeliano Bar Lev ed egiziano Sharif in un punto non precisato della linea del « cessate il fuoco » dopo che la colonna dei camion con i soccorsi era stata bloccata dalle cannonate egiziane. In quel momento erano in corso sparatorie: gruppi isolati di arabi facevano fuoco con armi leggere, mentre un « commando », con l'appoggio di cannoni semoventi, tentava di forzare l'assedio. Venivano lanciati anche due mìssili contro aerei israeliani che sorvolavano la propria zona ti velivoli non sono stati colpiti). Bar Lev ha fatto presente al suo interlocutore che se continueranno i combattimenti a causa degli egiziani i rifornimenti alla Terza Armata saranno intralciati. Il generale Sharif ha promesso di intervenire per eliminare il problema. In serata, la prima colonna di soccorso (120 autocarri) ha raggiunto le truppe egiziane. Il convoglio ha percorso la strada Cairo-Suez diviso in gruppi di dieci unità per facilitare il controllo da parte israeliana. Si dice che a Tel Aviv esistessero due tendenze negli ambienti militari e politici: quella dei fautori di una linea dura, che insistevano per non far pervenire niente agli egiziani assediati ed esigere la loro resa, consentendo al massimo l'onore delle armi ai soldati e il permesso agli ufficiali di portare la pistola: e quella propensa a concedere per ragioni umanitarie i rifornimenti agli uomini della Terzo Armata, che per disperazione avevano tentato le furibonde azioni degli ultimi giorni, in cui si era assistito anche atta resa per fame di gruppi di militari. Ha prevalso la linea moderata e le trattative che erano i in corso (attraverso organi diversi: la Croce Rossa internazionale, il quartier generale dell'Onu nel Medio Oriente e l'ambasciata americana, che aveva raccomandato una certa duttilità) sono sfociate in un primo accordo. Gli ospedali israeliani avevano offerto plasma per i feriti egiziani che non potevano riceverlo dalle loro retrovie, ma l'accordo di questa notte prevede la possibilità di evacuare trecento feriti (che saranno consegnati dopo che l'Egitto avrà comunicato le liste dei prigionieri israeliani) e di far giungere convogli non militari oltre il Canale sul lato Est. I primi 120 autocarri, guidati da autisti del Corpo delle Nazioni Unite, costituiscono il primo nucleo di una serie di trasporti che fa la spola tra i depositi della sussistenza militare presso II Cairo e questo fronte. Giorgio Romano

Persone citate: Bar Lev